Impegnato in Corea per il GP F.1 di questo fine settimana, nelle conferenze stampa che precedono l'evento Fernando Alonso ha consigliato di venire a correre coi kart in Italia ai giovani coreani appassionati di automobilismo e desiderosi di diventare piloti come lui.
In seguito all'intervento di una giornalista coreana che gli chiedeva qualche parola di incoraggiamento per i piccoli appassionati di questo sport che volessero seguire le sue orme, il campione spagnolo della Ferrari ha rilasciato una dichiarazione che rivela la sua stima nei confronti dell'attività kartistica del nostro Paese, dicendo più o meno testualmente: «Se volete diventare piloti di Formula 1, venite a correre coi kart in Italia» ai bambini coreani.
Una bella dichiarazione a favore dell'attività kartistica italiana, che però purtroppo si scontra con la realtà normativa più recente. Ricordiamo infatti che da non molto la Cik-Fia ha vietato di correre al di fuori della propria nazione ai kartisti al di sotto dei 13 anni d'età. Quella di Alonso potrebbe essere dunque una provocazione, pensando anche al coinvolgimento della Ferrari Driving Academy con il karting? In realtà crediamo sia più facile che Alonso non sia al corrente degli ultimi sviluppi del karting in generale, cosa che del resto lo accomuna con tanti altri piloti ormai affermati, che quasi sempre quando parlano di kart si riferiscono a quelli dei loro tempi senza rendersi conto che oggi la situazione è ben diversa.
È risaputo che il palcoscenico agonistico italiano, per la presenza delle maggiori case costruttrici di livello mondiale e per quella dei Team più blasonati di questa disciplina motoristica, rimane comunque il più accattivante per mettersi in mostra, un trampolino di lancio per chiunque voglia aspirare alla carriera dell'automobilismo sportivo, non solo in F1.
È altresì importante ribadire che la Csai davanti a questa puntualizzazione Cik Fia dovrà attivarsi per promuovere delle iniziative mirate a ricreare un vivaio nazionale oggi ridotto ai minimi termini. Perché osservando i risultati nel palmares internazionale degli ultimi 10 anni è palese constatare che la tendenza è ormai a favore degli stranieri, quando prima erano i piloti azzurri a farla da padroni.