Oltre a pubblicare il consueto aggiornamento del palmares (1964/2008), nel quale, dati alla mano, si evidenziano da soli i marchi e i piloti che si sono contraddistinti nella stagione appena conclusasi, ci siamo presi la libertà di avviare un’analisi sulla situazione del karting internazionale. Perché, dovete sapere, che anche nell’ambito delle gare Cik, Europeo, WSK e Mondiale, insieme ai rinomati Trofei internazionali: Coppa del Mondo di Suzuka, Winter Cup, Margutti… le ultime disposizioni regolamentari stanno creando qualche perplessità, soprattutto tra i team manager. Perché anche loro ne potrebbero pagare le conseguenze. Così si fanno sempre più insistenti le voci del paddock nel voler prendere quanto prima dei provvedimenti per riaccreditare il karting come la migliore scuola per piloti che mirano alla carriera professionistica dell’automobilismo sportivo, karting compreso.
I regolamenti dell’ultimo decennio hanno intaccato la validità del karting, minando il fine che ha contraddistinto la sua funzionalità fin dagli anni ’70. L’intenzione della Cik era quella di incentivare la pratica del kart alla massa con una politica di contenimento dei costi. Ma le restrizioni adottate sono risultate un boomerang, e invece di avvicinare gli appassionati a questo sport hanno causato defezioni anche da parte di quei facoltosi costretti prima del tempo a passare in macchina, complice anche l’attuale KF1 che non offre loro alcuna possibilità di crescita agonistica. Un appiattimento delle prestazioni che tarpa le ali al pilota 16enne invece di accrescerne il bagaglio tecnico.
Da non sottovalutare poi, che di soldi alla fine se ne spendono di più, senza peraltro ottenere la meritata soddisfazione. Il kart, di cui tratteremo a parte, così come per le gomme, il problema che ha maggiormente determinato il calo di interesse nella pratica del karting è racchiuso nella voce prove libere. In che senso?
A certi livelli, ma anche a livello nazionale, è risaputo che i piloti che hanno interesse a partecipare alla gara si trovano a proprio agio approdando in pista nelle settimana di competenza, quella del week end in cui è in programma la gara. Come accadeva nel decennio scorso e come accade ancora adesso, per esempio in occasione del Mondiale Rotax. Infatti, l’appuntamento del Trofeo monomarca più famoso al mondo, che si disputa a fine novembre a La Conca, apre le danze dal lunedì per permettere a tutti di conoscere la pista e mettersi a posto con il mezzo per la fase finale della domenica.
Ai tempi della F.Super A si arrivava in pista con diversi telai e diversi motori per poi decidere quali utilizzare per disputare la gara. Questa abitudine non è scemata come volevasi sperare in Cik con le nuove disposizioni che vietano le prove libere prima del venerdì precedente la gara, bensì è continuata con i partecipanti alle gare nazionali che approdano in pista la settimana precedente provando diversi telai e diversi motori per poi scegliere i due da punzonare. E questa forzatura non fa che lievitare i costi. Ma c’è di più. La pista da una settimana all’altra non presenta quasi mai le stesse caratteristiche di aderenza, e non solo per problemi di temperatura, come accaduto in occasione dei test del mondiale a La Conca. Insomma, l’ennesima restrizione attuata dalla Cik ha condizionato la pratica del kart.
Ecco allora che viene naturale asserire che sarebbe meglio fare un passo indietro e ripristinare il modello attuato ai tempi della FSA: le prove libere permesse già dal lunedì della settimana in cui si disputano le gare.
Questo l’argomento di attualità a cui Vroom ha dato risalto e sul quale potrete dire la vostra… Non perdetevi il numero 231, in edicola in questa settimana.
