Evoluzione vs Spettacolo

- Editoriale
Su Italia 1, alle 7:30 di domenica mattina, nel salotto dello studio nel dopo gara del moto mondiale in collegamento da Phillip Island con Valentino Rossi, alla fine dell'intervista il conduttore ha riproposto un aspetto già affrontato quest'anno riguardante l'appiattimento agonistico della MotoGP. E la riflessione si è focalizzata proprio su quanto sia stato controproducente alla fine dare spazio all'evoluzione. 

Sì perché sembra che anche nelle moto l'evoluzione cozzi con lo spettacolo. Proprio perché il pilota, paradossalmente, conta di meno, perché è il mezzo che in percentuale maggiore gestisce le prestazioni grazie all'evoluzione delle centraline e delle superprestazionali gomme Bridgestone. Ecco perché sono meno frequenti i sorpassi e anche lo spettacolo è venuto meno, e quindi come spesso accade in F1 la noia vince quando si assiste ad una manifestazione che invece dovrebbe regalare ad ogni giro quelle emozioni indispensabili per coinvolgere il pubblico alle gare. Insomma anche Valentino Rossi parlando in prospettiva futura ha evidenziato la formula della Moto 2 e Moto 3 risultate molto più spettacolari e la necessità da parte della federazione di fare un passo indietro cercando di riposizionare la MotoGP come la classe regina dell'attrazione del moto mondiale. Certo che una denuncia formulata da un portavoce così autorevole come Valentino Rossi rimbomba nell'ambiente come una bomba e il frastuono si avverte un po' dappertutto. Come è giusto che sia. 
Invece, nel mondo del kart, solo noi di Vroom ci siamo presi la briga (inimicandoci l'entourage della Made in Italy) di denunciare in tempi non sospetti e a fin di bene i rischi che le nuove direttive tecnico-regolamentari (motorizzazione KF) avrebbero procurato al settore, nonché quei pochi piloti titolati, anche loro rischiando delle ritorsioni da parte dei team di appartenenza, che a denti stretti hanno denunciato l'appiattimento agonistico nelle competizioni karting additando la motorizzazione KF come la principale responsabile. Ma anche davanti all'evidenza, l'ASN italiana e la Commissione Internazionale Karting da 5 anni non sono ancora riuscite a farsi carico di questa problematica che ha messo in ginocchio la credibilità di questa importante disciplina motoristica, fonte propedeutica del vivaio dell'automobilismo sportivo mondiale. 
Noi ancora ci stiamo chiedendo se – cognizione a parte – c'è la volontà oppure no di apportare delle correzioni che possano riavvicinare gli appassionati a praticare il karting… Voi cosa dite? 
 

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