Messa a punto col freddo – I puntata

- Officina

L’attività kartistica non deve necessariamente... congelarsi quando arriva la stagione fredda, ma ovviamente qualche precauzione è preferibile per affrontare al meglio le basse temperature da tutti i punti di vista. 

Con l’inverno arriva, è abbastanza naturale, il freddo. E per chi guida completamente esposto all’aria, come i kartisti (in questo i rallisti sono da invidiare), la situazione ambientale si fa sentire in modo particolare. A questo punto, come spieghiamo anche in un altro servizio, la scelta può essere quella di mettere il kart a riposo nel garage, oppure di continuare indefessi a frequentare la pista. Ma in quest’ultimo caso, che naturalmente non andiamo certo ad esecrare, se si vuole ottenere il massimo in pista dal proprio kart e soprattutto tornare a casa in condizioni sanitarie ancora decenti, è ovviamente meglio adottare qualche accorgimento, tecnico o no. Vediamone qualcuno.  


DIAMO LA CARICA ALL’ASSETTO

Se non siamo così fortunati da trovare una giornata simil-estiva, quasi sicuramente il nostro kart con il freddo inizierà a scivolare sensibilmente di più. Questo per vari motivi: le gomme si scaldano meno o comunque ci mettono molto di più ad andare in temperatura, e già per questo non potremo affrontare le curve alla stessa velocità in cui ci siamo abituati; ma andando più piano è anche più difficile caricare le gomme al punto giusto perché si scaldino a dovere, in un circolo vizioso che ha poche possibilità d’uscita. Dunque la prima avvertenza “meccanica” è quella di far lavorare di più i pneumatici, caricandoli maggiormente. Possiamo facilmente intuire come di partenza si debba intervenire sulla carreggiata (in particolare quella posteriore) in modo che la forza centrifuga in curva porti maggior peso e pressione sul battistrada. Con lo stesso fine si può aumentare l’altezza del telaio da terra, sia davanti che dietro, come pure quella del sedile. In questo set-up base bisogna considerare anche il montaggio di mozzi più lunghi, che caricano più direttamente le gomme. Attenzione però che certi telai e certi modelli di assale tendono a lavorare meno se non hanno un sufficiente “braccio di leva” fra ruote e cuscinetti posteriori, fattore che può influenzare in modo decisivo il comportamento in pista. In caso di problemi può dunque essere consigliabile cominciare a fare qualche “esperimento”, per esempio lavorando all’altezza del terzo cuscinetto sull’assale e controllando che reazioni si hanno fissandolo o allentandolo. Questa è una prima operazione piuttosto semplice e che soprattutto permette di verificare velocemente in quale direzione sia più produttivo mirare, se cioè verso una maggior rigidezza oppure a favore della flessibilità della zona. Perché dobbiamo sempre ricordarci che non tutti i telai reagiscono allo stesso modo, e che le situazioni non sono quasi mai “coerenti” e univoche: alle volte le condizioni sono tali che si ottiene l’effetto voluto andando completamente all’opposto di come si è sempre fatto.

 

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