Un manifesto per lo sport. Per continuare a riflettere

- Editoriale
Continuiamo il nostro tour all’interno dei più importanti documenti istituzionali sullo sport educativo. Questo mese protagonista è un testo pubblicato di recente dall’Ufficio Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana per la pastorale del tempo libero, turismo e sport e riconosciuto dalle principali associazioni e organizzazioni sportive del mondo cattolico: il Manifesto dello sport educativo (lo possiamo leggere integralmente visitando il sito : http://www.chiesacattolica.it)
© photo L. Iwaniak

Il Manifesto si apre con le parole di Benedetto XVI: “grande importanza assume oggi la pratica sportiva, perché può favorire l’affermarsi nei giovani di valori importanti quali la lealtà, la perseveranza, l’amicizia, la condivisione, la solidarietà” e prosegue condividendo con la comunità umana alcuni criteri che permettano di valutare l’impatto educativo di uno sport. Qui ne sintetizziamo alcuni punti:
-“Riteniamo che lo sport non debba essere asservito alle logiche del mercato e della finanza, basato sull’arroganza dei ‘cattivi maestri’”. Lo sport è tale quando difende i suoi valori fondamentali davanti agli interessi del marketing. Oggi questo tema, i cui rischi sono evidentissimi nel karting e nell’automobilismo dove i soldi condizionano da anni regolamenti e profili di carriera degli atleti, va considerato con attenzione e deve essere posto in prima posizione all’ordine del giorno di qualsiasi discussione sui valori dello sport.
-La pratica sportiva deve ritornare alla “sua funzione educativa, ludica, ricreativa” e alla “sua dignità culturale e civile”.
-Occorre investire nella “formazione permanente degli educatori (allenatori, animatori, istruttori, dirigenti sportivi, arbitri, giudici di gara, operatori)”. Qui leggiamo due cose importanti: ciascun adulto che si impegni nello sport ha un ruolo educativo e deve formarsi non solo in senso tecnico, ma anche umano.
-Occorre che associazioni e club sportivi divengano luoghi in cui ci si forma e in cui si dialoga continuamente sul senso della pratica sportiva, dotandosi di precisi obiettivi condivisi e in cui ci si impegni.
-Occorre “costruire alleanze educative” tra i vari soggetti e gruppi, in modo che la pratica dello sport educativo sia generalizzata e coerente; allo stesso tempo, i gruppi potrebbero diventare movimenti di pressione istituzionale.
-Tutte le realtà formative (pensiamo ai corsi di pilotaggio, per esempio) devono diventare contesti ben organizzati e luoghi di accoglienza, di orientamento per le vite dei giovani e di speranza. E occorre che ciascuno impari a “valutare” il proprio operato, diventi critico e capace di tornare sulle proprie scelte, se occorre.
-Lo sport deve “allenare a vivere la vita, valorizzando le potenzialità educative insite nella pratica sportiva in tutte le sue fasi, in campo e fuori dal campo”.
 

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