È difficile progettare il futuro se non si conosce il passato
Non c’è dubbio che “girare” con il kart sia una splendida esperienza, ma con altri piloti con il conseguente confronto diretto in pista regala emozioni che prima o poi tutti i kartisti dovrebbero provare. Quando poi però capita di “buttare” via una gara per un banale guasto la soddisfazione viene meno e subentrano ben altri sentimenti.
A chi non è capitato di pensare anche per le più disparate situazioni che ci capitano nella quotidianità :” E’ inutile che me lo scrivo, tanto me lo ricordo.” E poi dimenticare la cosa dopo mezza giornata?
Lo stesso dicasi per tutta una serie di piccole informazioni che raccogliamo e verifichiamo durante una giornata di prove o durante una gara e che potrebbero rivelarsi molto utili se non indispensabili in prospettiva.
Non si pretendono come in F1 fantasmagoriche telemetrie e righe di ingegneri (anche se alcuni team ufficiali nel karting non scherzano a riguardo e si può notare all’interno dei bilici o al riparo delle tende tutta la strumentazione per la rilevazione e l’analisi dei dati) ma almeno compilare una scheda su cui prendere nota di quello che facciamo e di come questo influisce sulle nostre prestazioni è quantomeno opportuno.
Anche se sovente non ci facciamo caso infatti per andare forte dobbiamo combinare tra di loro tutta una serie di parametri legati alla particolarità delle varie piste e delle condizioni climatiche ed ambientali: il set up del telaio al variare della gommatura della pista;
il corretto rapporto; la carburazione utilizzata in relazione ai valori di pressione,
temperatura, umidità; il punto ideale per le cambiate; le traiettorie corrette; i punti più indicati per il sorpasso.
Se puntualmente non prendiamo nota di tutti questi fattori quando ritorneremo a gareggiare sulla pista in questione dovremmo perdere tempo e attenzioni per ricostruire una serie di dati che se invece correttamente immagazzinati sono prontamente a disposizione.
I team importanti arrivano in pista con i mezzi sostanzialmente a posto perché preparati con cura in sede e tarati su impostazioni ben conosciute e collaudate. Al contrario è facile vedere piloti amatoriali che armeggiano costantemente con pignoni, corone, assali e via dicendo. Molto dipende appunto dall’inesperienza e non a caso proponiamo di porre estrema attenzione ad archiviare le tantissime cose che si imparano in una giornata in pista perché
siano immediatamente fruibili in futuro.
Prestare attenzione a tutta una serie di parametri sarà inoltre educativo e indurrà il meccanico non solo a “guardare” il proprio pilota ma a “vedere” le cose che contano.
Capita sovente di stare a bordo pista con il cronometro in mano a verificare giri su giri senza notare altri contenuti come ad esempio: intertempi (per il meccanico per ogni pista è notevole segnare sulla scheda il punto in cui ci si posiziona a prendere i tempi e i riferimenti per i vari intertempi, in caso contrario la prossima volta che tornerete con difficoltà rammenterete precisamente i punti che avevate utilizzato e sarà più arduo fare confronti tra le vostre stesse prestazioni. Avere un intertempo dedicato al motore, di solito un pezzo di dritto preceduto da una curva abbastanza lenta vi dovrebbe consentire di monitorare le prestazioni del propulsore, piuttosto che i tempi nel tratto guidato vi danno chiare informazioni sulla bontà delle regolazioni piuttosto che sulle performance di una nuova scocca o di un nuovo telaio) intertempi di altri piloti (è evidente che se mettiamo a confronto i tempi sul giro dei piloti conoscendo anche gli intertempi più importanti capiamo dove noi perdiamo o recuperiamo e quindi dove dobbiamo intervenire per ottimizzare il risultato. Anche durante prove, manche e gara il meccanico dovrebbe avere la freddezza, cosa tutt’altro che scontata, di non guardare solo al risultato ma non perdere di vista la prestazione in quanto tale, si avranno giovamenti sulle indicazioni da dare al proprio pilota) i punti di staccata e di cambiata (soprattutto nelle fasi di gara in cui l’agonismo e la stanchezza rischiano di farla da padrone per molti piloti amatoriali le traiettorie diventano un optional con conseguenze a dir poco nefaste, gomme surriscaldate, telai messi in crisi, motore ucciso ad ogni uscita di curva. Rivedere sulla carta ad ogni occasione dove mettere le ruote e prestare attenzione a non strafare può contribuire a un buon risultato) E’ consigliabile a questo punto presentarsi in pista con un paio di schede sulle quali prendere nota sia delle questioni pratiche che delle impressioni.
E’ sicuramente un impegno ma non tarderete a rendervi conto dell’utilità di un sistema di questo tipo (non sarà un caso che il mitico Alessandro Piccini e il suo meccanico abbiamo messo a punto un programma sulla carburazione basandosi su anni di prove e annotazioni di cui Vroom ha parlato diffusamente in passato).