IN QUESTO NUMERO:
Vroom 312 - Agosto 2015
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Il Bel Paese
Dopo 25 anni di vita vissuta nel mondo del kart un’idea ce la siamo fatta. Grazie alla nostra attività cognitiva a livello internazionale, abbiamo potuto studiare il karting e le sue molteplici divagazioni motoristiche e regolamentari in ogni Paese, divulgate nel tempo sulla nostra piattaforma editoriale, così da poterci prendere la libertà di trasmettere un giudizio spassionato: il karting italiano non è secondo a nessuno. Per karting italiano intendo tutto l’apparato che dà vita al movimento, inclusi i praticanti, ovviamente. Il nostro Bel Paese è sicuramente il fiore all’occhiello di questo sport motoristico, da sempre. E la storia ce lo ricorda.
Se non ci fosse stata la crisi – questa volta ne approfitto anche io di questo inflazionato termine su cui un po’ tutti in questi ultimi anni hanno trovato sostegno col chiaro intento di camuffare palesi negligenze della “governance” – questo carrozzone made in Italy avrebbe riflesso un’immagine ancora più potente al mondo grazie all’eco passionale di decine di migliaia di kartisti. Eppure nonostante tutti i problemi che il nostro Bel Paese ha dovuto fronteggiare il motus symbol non è mai scemato. Il settore karting italiano ha dimostrato di avere una marcia in più, in passato, tuttora e ancora di più lo ribadirà in futuro. È una predisposizione del nostro Dna, che ci accomuna nel respirare i vapori della miscela al 2%, di tenere giù il piede e dare sfoggio con una certa consapevolezza di tale verace attitudine corsaiola. Perché nessuno si tira indietro davanti alla sfida che questo sport presenta al kartista, al costruttore, al preparatore, al team manager, all’organizzatore, al meccanico, al rivenditore... Bastano pochi intraprendenti elementi di questa catena a determinare il successo del karting nazionale, e il movimento risponde selezionando la giusta iniziativa oppure relegando ciò che non lo soddisfa. È qui che si decidono le categorie racing più funzionali. Non è un caso infatti che nella KF non militino i piloti italiani, ma solo stranieri. E non è un problema di soldi. In Italia non mancano certo le famiglie facoltose.
Questo attaccamento alla pratica del karting prettamente italica trova una conferma nell’esistenza di un magazine settoriale che giustifica il perché alla fine solo in Italia si riesce a divulgare una rivista karting in edicola: Vroom nella fattispecie. Non avviene in nessun altro Paese. Non è un caso fortuito, ma solo la conferma che il nostro patrimonio motoristico ha delle radici profonde, che continua a produrre formazione e informazione sebbene si tratti di un settore di nicchia. Bisogna essere lungimiranti e concreti nel mantenere tali valori. Il prodotto editoriale è frutto di una strategia che sottintende la necessità di investire da parte di quei pochi che si fanno carico di difendere e tenere in considerazione il comparto e tutto il meccanismo della filiera, non ultimi i kartisti che rispondono ogni mese dando un segnale tangibile a chi investe nel settore. Mentre quelli che non lo fanno quindi la maggior parte rischiano di evidenziare una scarsa cultura imprenditoriale e men che meno racing, in definitiva non vivono questo sport con passione. E per questo passano in secondo piano, in disparte. Alla fine è palese affermare che non sono loro a tirare le redini del kart.
Cosa sarebbe successo, ad esempio, se non ci fosse stato il Challenge della Rotax? Quel movimento così vasto che ha attecchito con tale vigore in Europa, dove sarebbe approdato? Sarebbe sfociato in altre discipline? Non possiamo certo dare una risposta a tale ipotesi, ma tutto ciò fa pensare. Come pure perché in una nazione tanto decantata per la sua riconosciuta cultura motoristica come il Regno Unito non abbia attecchito la classe col cambio.
Le categorie Cik sono svanite nel nulla a livello nazionale, solo la classe col cambio sopravvive e guarda caso è sempre e solo l’azienda Italia l’artefice di tale promozione. Se non sarà la nostra filiera a dare il via alla promozione della nuova motorizzazione “Original Karting” chi lo farà? La Germania, la Francia, la Spagna, il Portogallo, oppure il Regno Unito? Chi farà la differenza ancora una volta per il bene del karting?
Sicuramente noi, il Bel Paese.
Buona lettura, Buone vacanze e Arrivederci sul prossimo Vroom
Giuliano Ciucci Giuliani
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28 OK, ma non per tutti
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