Francesco Celenta si racconta: l'amaro di Macao e le aspirazioni per il 2017

- Intervista
Il campione italiano della KZ2 Francesco Celenta racconta la sua trasferta intercontinentale di Macao e ci svela la sua "ricetta" per un karting migliore alla vigilia del suo passaggio con il marchio Praga.


a cura di: Alessandro Roca

Una stagione molto convincente con il titolo italiano KZ2 strappato a Torsellini: fai il bilancio della stagione…
 
“Questa è stata una stagione che sul piano nazionale mi ha dato delle grandi soddisfazioni, soddisfazioni che sono mancate sul piano internazionale. E’ stato un vero peccato non poter sfruttare un team e dei materiali così buoni in ambito internazionale. Ci riproverò quest’anno forte dell’esperienza e della motivazione che il successo nazionale mi ha dato.”
 
Sei arrivato a Macao da favorito dopo la vittoria dello scorso anno, cosa ti è mancato per stare al top?
 
“Macao è stata una gara anomala che mi ha lasciato l’amaro in bocca… Non sono il tipo che si nasconde dietro un dito, e quindi sicuramente è in parte colpa mia se non sono stato all’altezza delle aspettative, però ci sono state delle situazioni a livello tecnico che, a mio avviso, sono state mal gestite che hanno cambiato gli equilibri in pista…!”
 
Dicci di più…
 
“Ogni team poteva scegliere le gomme che preferiva. Io, avendole usate nell’italiano ho optato per le MG gialle e quindi ho organizzato la spedizione portandomele di fatto “da casa”. Arrivati in pista, quasi tutti i miei avversari avevano optato per le Vega bianche, che nelle libere si sono dimostrate inferiori. Visto il gap con le MG gialle, sono corsi ai ripari acquistandole in circuito direttamente. C’è un problema: il mercato asiatico è fornito direttamente dagli stabilimenti in Brasile, ed hanno un compound più veloce rispetto a quello per il mercato nostrano. Ed ecco che si è creato un gap che non sono riuscito a colmare. Se poi ci aggiungiamo che non sono mai riuscito ad essere a posto nemmeno io, al di là dei miei avversari e della questione gomme, ecco che è venuta fuori una prestazione opaca. In generale, ci sono state anche altre questioni relative ai motori che non mi sono piaciute: gente che si iscrive con dei motori, rompe e cambia marca in corso di gara. Però ora guardiamo avanti, è inutile piangere sul latte versato!”
 
Per il 2017 cambio di casacca ed un programma internazionale, cosa ti aspetti da questo 2017?
 
“Il cambio di casacca è in realtà solo formale, rimango sempre nella famiglia IPK seppur con marchio Praga. La vera differenza è che per la prima volta nella mia carriera sono un pilota ufficiale: ho sempre preferito costruire qualcosa nelle realtà un po’ più piccole, ma è arrivato il momento per diventare un pilota ufficiale. In ambito internazionale gli avversari sono tanti e molto agguerriti, spero di poter far bene. Il programma definitivo lo andremo a stabilire con Beggio settimana prossima e spero di poter fare anche il WSK, il tutto dipende dalle gomme che sceglieranno di fare: se scelgono le stesse della CIK-FIA sicuramente la faremo, altrimenti vedremo un po’. Al di là del nodo WSK da sciogliere farò anche altre gare singole internazionali per i vari team satelliti del gruppo IPK.”
 
Com’è il tuo rapporto con il tuo nuovo compagno di squadra Jorge Pescador?
 
“Buono! Non dico amici perché sarei falso, ma sicuramente abbiamo un ottimo rapporto. A Macao abbiamo avuto modo di conoscerci e di legare di più. Lavoriamo bene assieme in pista, siamo entrambi seri e professionali e direi che ci troviamo molto bene anche fuori dalla pista: lui spagnolo ed io napoletano…siamo dei bei casinisti! Poi entrati nel paddock torniamo ad essere seri, poi abbassata la visiera siamo amici di nessuno. Mi piace lavorare con lui, mi trovo bene.”
 
Sul piano “politico”, cosa cambieresti del karting italiano?
 
“Sono molto drastico su questo aspetto: via i monomarca ed il WSK. Via tutto ciò che è elettronica e ridarei importanza alle competizioni regionali e nazionali. Personalmente istituirei un ranking in maniera tale che ai campionati europei e mondiali partecipi chi davvero se lo merita, sul campo. Ridare valore alle gare regionali e nazionali che ormai sono un po’ sottovalutate. I monomarca sono troppi, e disperdono i piloti su troppi fronti: oggigiorno un papà non sa dove far correre il figlio, tutta questa concorrenza non fa bene a nessuno e men che meno ai piloti! Il WSK, invece, ha elevato il karting per poi portare i piloti in F.4… E’ un campionato di altissimo livello, ma hanno fatto il loro gioco danneggiando il karting e facendolo passare come un semplice passaggio, e non una disciplina a sé stante. Ad ogni modo mi rendo conto che sono discorsi un po’ utopici, ma è direi che la direzione dovrebbe essere questa.”
 
Cosa ne pensi della nuova categoria OK? Hai mai avuto modo di provarlo?
 
“Purtoppo non ho mai avuto modo di provarlo, sono nel karting a marce sin dalla ICC quando avevo 14 anni. Visto il peso minimo basso penso mi troverei anche molto bene vista che sono piuttosto leggero come pilota. Penso sia un bene per il karting il tornare indietro verso la semplicità e la vera natura di questa disciplina, vedremo che succederà anche a livello nazionale."

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