Giovinazzi, dalla 60 Mini alla F1

È uno dei rarissimi piloti che dopo aver vinto un titolo in 60 Minikart (nel 2006 su un TopKart/Comer) è poi riuscito ad approdare all'automobilismo, perfino alla Formula 1: parliamo di Antonio Giovinazzi, che nel primo GP stagionale in Australia ha debuttato al volante della Sauber C36. Un debutto a sorpresa, visto che solo all'alba del sabato gli è stato comunicato che Pascal Wehrlein avrebbe dato forfait per via dei postumi al collo di un incidente alla Race of Champions di gennaio. Così dopo appena un'ora di prove libere in cui ha dovuto scoprire sia la macchina che la difficile pista semipermanente di Albert Park (avendo saltato quelle del venerdì) "Bon Giovi" ha affrontato le qualifiche in cui ha mancato per pochissimo (meno di 2 decimi di secondo) un'impresa clamorosa: solo per un malaugurato bloccaggio in frenata alla penultima curva non è riuscito a sopravanzare il compagno di squadra Marcus Ericsson e ad accedere alla seconda fase delle prove valide per lo schieramento. Poi nella gara di domenica il pilota di Martina Franca è stato accorto ma anche sempre più veloce con il passare dei giri: una progressione che l'ha portato a concludere a pochissima distanza dalla zona punti (12°), quando invece Ericsson è stato protagonista di un incidente e si è in seguito ritirato. Dunque Giovinazzi è stato pure degno rappresentante di una giornata importante per la Sauber, quella del 25° campionato F1 al quale partecipa. Insomma, un inizio in F1 al quale non si sa ancora se vi sarà un seguito (è comunque terza guida Ferrari) questo di Antonio, ma che interrompe un'assenza di piloti italiani in F1 che dura da sei anni (gli ultimi sono stati Jarno Trulli e Tonio Liuzzi) e che ha lasciato un'ottima impressione, guadagnandosi le lodi anche della stampa inglese solitamente poco tenera con i piloti della nostra penisola.