Tra i fasti delle competizioni titolate e la pura passione "pane e salame", stona sempre più l'incredibile vigliaccheria delle persone.
di Alessandro Roca.
Prima di esser un giornalista di Vroom, sono un appassionato di motori. Auto, moto, kart....qualunque cosa faccia "puzza e vroom vroom" (per citare il mio padre spirituale Gaetano) mi fa battere forte il cuore.
Ogni volta che vado in pista, qualsiasi sia il mezzo, provo la stessa fantastica sensazione: siamo (o meglio dovremmo) essere tutti fratelli. Tutti siamo li per la stessa passione, le corse. Chi più, chi meno, tutti facciamo dei sacrifici per esser lì a dar sfogo alla nostra voglia di correre, indipendentemente che siano economici o no. Uno dei miei compagni di scorribande domenicali (e amatoriali) condite da pane e salame e WD40 è Marco, un ragazzo di 16 anni di Rieti. Inutile dire che il padre è costretto a fare dei sacrifici per portarlo in pista, come il 90% di chi frequenta questo mondo. Marco durante la pausa pranzo di una domenica in pista si è visto rubare il suo casco: vetro del furgone rotto e il casco era sparito.
Al di là del significato mistico e spirituale che personalmente attribuisco al casco, con che coraggio rubate un casco da 600€ e più ad un ragazzo che ama correre e ad un padre che fa di tutto pur di vedere il proprio figlio sorridere? Con che coraggio vi guardate allo specchio la mattina? Spero vivamente che rimanga un episodio isolato. Nel frattempo Marco sta mettendo da parte i soldi per un nuovo casco...