Patrik Hájek si raconta a Vroom e spiega i motivi della sua assenza degli ultimi tempi.
“Pensa se non ci avessi provato” è il titolo dell’autobiografia di Valentino Rossi che uscì nelle librerie qualche anno fa. Un titolo che può tornare utile al mondo del karting per quanto riguarda la situazione legata a Patrik Hájek.
Nei programmi iniziali del ceco, infatti, non figuravano apparizioni al WSK, eppure in due uscite è stato in grado di salire sempre sul podio a dimostrazione che, quando si parla di pista, Hájek è sempre pronto a dire la sua. I due podi, però, non hanno fatto altro che aumentare la curiosità sulla scelta di ridurre i propri impegni da pilota, così abbiamo deciso di interpellarlo nel paddock di Sarno per fare un po’ di chiarezza.
«Da contratto non avrei dovuto fare il WSK, ma solo l’Europeo, il Mondiale e alcuni test» ha commentato. «Alla fine però con il team abbiamo deciso di disputare sia la prova di Muro Leccese che l’ultima di Sarno, così da prepararci al meglio prima della competizione continentale».
Come mai questa riduzione dei programmi di punto in bianco?
«Le ragioni sono due: la prima è che non reputo utile correre con le temperature basse che ci sono a gennaio e febbraio, visto che poi le competizioni clou si disputano con temperature tutto sommato calde. Inoltre, con meno gare, posso concentrarmi di più su Roman (Stanek, ndr)…».
Ci prepariamo dunque ad un Patrik Hájek dall’altra parte della barricata come driver coach?
«La sostanza è quella. Sarà un percorso graduale, ma non posso correre tutta la vita, questo è chiaro».
Intanto, ritiro o meno, il pedigree da corsa di Hájek non è venuto meno, il suo bottino infatti parla di due podi in altrettante uscite… pensate se non ci avesse provato.
A.Giustini - Foto: Race Frame
Nei programmi iniziali del ceco, infatti, non figuravano apparizioni al WSK, eppure in due uscite è stato in grado di salire sempre sul podio a dimostrazione che, quando si parla di pista, Hájek è sempre pronto a dire la sua. I due podi, però, non hanno fatto altro che aumentare la curiosità sulla scelta di ridurre i propri impegni da pilota, così abbiamo deciso di interpellarlo nel paddock di Sarno per fare un po’ di chiarezza.
«Da contratto non avrei dovuto fare il WSK, ma solo l’Europeo, il Mondiale e alcuni test» ha commentato. «Alla fine però con il team abbiamo deciso di disputare sia la prova di Muro Leccese che l’ultima di Sarno, così da prepararci al meglio prima della competizione continentale».
Come mai questa riduzione dei programmi di punto in bianco?
«Le ragioni sono due: la prima è che non reputo utile correre con le temperature basse che ci sono a gennaio e febbraio, visto che poi le competizioni clou si disputano con temperature tutto sommato calde. Inoltre, con meno gare, posso concentrarmi di più su Roman (Stanek, ndr)…».
Ci prepariamo dunque ad un Patrik Hájek dall’altra parte della barricata come driver coach?
«La sostanza è quella. Sarà un percorso graduale, ma non posso correre tutta la vita, questo è chiaro».
Intanto, ritiro o meno, il pedigree da corsa di Hájek non è venuto meno, il suo bottino infatti parla di due podi in altrettante uscite… pensate se non ci avesse provato.
A.Giustini - Foto: Race Frame