Come anticipato sullo scorso numero di Vroom International Karting, il Brasile sta spingendo per ospitare una competizione mondiale CIK nel 2020.
Lo scorso giovedì 9 agosto l’ex pilota di F1 Felipe Massa, subentrato quest’anno allo Sceicco Abdulla bin Isa Al Khalifa nel ruolo di Presidente della Commissione Internazionale Karting (CIK), ha visitato il kartodromo di Birigui, lo Speed Park - Karting International Birigui, definendo le tappe che porteranno allo svolgimento di uno dei due mondiali in Brasile.
Il tracciato deve essere ancora omologato e, avvenuto ciò, sarà inviata la candidatura alla CIK che la passerà al vaglio nelle due riunioni del Consiglio Mondiale a cavallo tra il 2018 e il 2019; in esse verranno decise le sorti dell’evento potenzialmente in programma nel 2020.
Questa notizia non fa altro che avvalorare la tesi dell’ascesa del Brasile nel movimento kartistico internazionale non solo a livello di piloti ma anche sul piano politico.
Il commento
Il Brasile c’è, o meglio, vuole esserci. La potenza Sudamericana ha inaugurato un ambizioso programma per arrivare ai vertici del movimento kartistico internazionale. Se politicamente l’avvento di Felipe Massa come Presidente CIK offre un significativo alleato, anche sul piano tecnico la Federazione sta facendo significativi passi in avanti.
L’obiettivo è quello poc’anzi ricordato di raggiungere un peso specifico importante anche nel karting e questo è possibile soltanto adeguandosi a quelle che sono le direttive CIK legate alle omologhe. A tal proposito è stata introdotta la specifica KZ nelle discipline a marce e anche gli spoiler a sgancio e le motorizzazioni OK sono pronte al debutto.
In questo modo si arriverà da un lato ad avere un livello di preparazione alle gare internazionali più consono, senza costringere i piloti ad emigrare in Europa, dall’altro aumenterà l’appeal per i produttori di telai e motori che nella vastità del Brasile potrebbero trovare di nuovo… l’America.
Il Mondiale CIK in Brasile, dunque, permetterà a piloti, organizzatori e produttori di toccare con mano le potenzialità di un mercato, quello brasiliano, i cui confini geografici raggiungono per ampiezza quasi quelli del continente europeo.
A.Giustini