Finiti i festeggiamenti abbiamo ripercorso l’avventura iridata insieme a Lorenzo Travisanutto. (a.g)
Lorenzo, finalmente! Come ci si sente sul tetto del Mondo?
«Finalmente, sì. Era un appuntamento che non potevo fallire dopo i risvolti sfortunati dello scorso Mondiale e penso di essere riuscito a lasciare il segno. Sai, dopo un anno come quello che ho vissuto, dove talvolta gli episodi mi hanno allontanato dall’obiettivo, serviva vincere. Ovviamente venivamo qui per salire sul gradino più alto del podio, ma ti assicuro che le mie motivazioni erano ancora maggiori».
«Finalmente, sì. Era un appuntamento che non potevo fallire dopo i risvolti sfortunati dello scorso Mondiale e penso di essere riuscito a lasciare il segno. Sai, dopo un anno come quello che ho vissuto, dove talvolta gli episodi mi hanno allontanato dall’obiettivo, serviva vincere. Ovviamente venivamo qui per salire sul gradino più alto del podio, ma ti assicuro che le mie motivazioni erano ancora maggiori».
Che avessi un gran feeling con questa pista, si sapeva, ma c’è stato qualche accorgimento in particolare che ha contribuito al risultato?
«Sì, il mio stile di guida. Ho lavorato molto sulla trazione, a proposito della quale mi sono impegnato a utilizzare il freno in modo da raddrizzare lo sterzo in anticipo rispetto agli altri. Per fare ciò mi sono concentrato sul trail braking. Questo stile ha funzionato in quasi tutte le zone della pista, soprattutto nel primo e nel terzo intermedio, rivelandosi peraltro decisivo nel confronto con Hannes».
Sul piano sportivo, invece, è stato un weekend pesantemente influenzato dalla pioggia. A tal proposito questa ti ha aiutato o avresti preferito un fine settimana completamente asciutto?
«Rimarrai stupito, ma avrei preferito la pioggia anche nel giorno della Finale. Al sabato, infatti, abbiamo vinto tutte le manche sul bagnato proprio perché con l’acqua avevo un gran feeling. Ovviamente non nascondo che sia stata dura mantenere la costanza lungo tutte le manche, ma il fatto di partire lì davanti mi ha aiutato a non rimanere imbottigliato nel traffico o in eventuali incidenti. Quando ci sono così tanti piloti è fondamentale non avere battute d’arresto perché pochi punti di penalità fanno la differenza tra la prima fila e la decima. Partire da lontano sarebbe stato un rischio, anche con il passo che avevamo».

«Rimarrai stupito, ma avrei preferito la pioggia anche nel giorno della Finale. Al sabato, infatti, abbiamo vinto tutte le manche sul bagnato proprio perché con l’acqua avevo un gran feeling. Ovviamente non nascondo che sia stata dura mantenere la costanza lungo tutte le manche, ma il fatto di partire lì davanti mi ha aiutato a non rimanere imbottigliato nel traffico o in eventuali incidenti. Quando ci sono così tanti piloti è fondamentale non avere battute d’arresto perché pochi punti di penalità fanno la differenza tra la prima fila e la decima. Partire da lontano sarebbe stato un rischio, anche con il passo che avevamo».

Alla luce di quanto ottenuto in prova e nelle manche si potrebbe immaginare una finale dominata da Travisanutto, eppure Janker te l’ha fatta sudare…
«Hannes è stato un avversario davvero ostico e non solo qui, ma durante tutta la stagione. Ci siamo misurati più volte, così sono venuto a conoscenza dei suoi punti deboli e quelli forti. IN finale, quando mi ha superato, ho cercato di mantenere la calma, studiando le sue traiettorie. I giri però passavano e quando segui da vicino un altro kart si inizia a soffrire di sottosterzo, soprattutto quando riuscivo ad avvicinarmi nel primo settore, per poi perdere un po’ nei curvoni. Non nascondo di aver pensato per un attimo che fosse fatta, ma ho fatto presto a trovare una motivazione extra.
Verso il finale ho visto che è andato un po’ in crisi con le gomme e così ho rotto gli indugi. Io avevo pressioni molto più basse delle sue e questo, se con il cielo coperto non mi ha aiutato nel trovare la temperatura corretta ad inizio gara, ha dato i propri frutti nel finale. Sapevo di doverlo passare nel suo punto forte, perciò ho compiuto la mia mossa nel secondo settore così da non lasciargli possibilità di replica».