Luca Filippi, una passione vecchio stile

- Intervista
Dopo aver corso sui palcoscenici più importanti tra GP2, IndyCar e FE, il driver italiano Luca Filippi, racconta il suo riavvicinamento al karting.

Quando pensando al motorsport si usa la frase “il primo amore non si dimentica mai”, si pensa subito al mondo del karting. La prima presa di contatto con la pista, con i motori, con la bagarre e con i rivali, il tutto nel mix di emozioni che soltanto questa disciplina riesce a trasmettere.

ll classe 1985, Luca Filippi, vice Campione del Mondo Gp2 2011, non ha resistito ad un ritorno alle quattro ruotine, raccontandosi a 360° in esclusiva per Vroom Karting Magazine. Tanti i ricordi che riaffiorano parlando con Filippi, dai tempi del kart ad una riflessione sulla grande epopea della serie regionali, anima del karting di qualche anno fa. L’italiano non nasconde la possibilità di tornare a qualche corsa in tempi futuri, parlando anche del livello attuale delle corse, dei piloti italiani in F1 e dell’importante ruolo dei coach in pista.

Di seguito un estratto dell’intervista a Luca Filippi, leggibile in versione integrale sul prossimo numero di Vroom.

Ormai sei una presenza fissa nei vari kartodromi, come mai questo “ritorno alle quattro ruotine”?
«Ultimamente si, giro spesso, mi sono organizzato con tutta la mia attrezzatura. Sono molto vintage per certi aspetti, uso le cose di quando correvo io. Ho ancora la cassetta dei ferri della Junior, il manometro che usavo nella 60 mini, non cambio nulla per un discorso affettivo, idem per il para-costole. Lo faccio perché è il miglior allenamento possibile per monoposto o macchina ecc. Andare in palestra è sicuramente importante, ma come il kart, non c’è nulla di meglio. Il kart chiaramente è molto faticoso ed è perfetto per allenare la muscolatura ma non solo. Cercare di essere costanti aiuta la concentrazione, il ritmo, è veramente l’allenamento perfetto. Ovviamente è qualcosa che mi diverte ancora, anche dal lato meccanico. Andare in pista, preparare il mezzo, sistemarlo, aggiustare le pressioni ecc, mi piace molto, è bello metterci un po’ le mani e giocare anche con questo. Ci ho messo tanto per tornare al kart, ho fatto un ultimo anno di Super A dove non ero seguito al meglio probabilmente, per questo, l’ho lasciato con un po’ di amaro in bocca. Ora come ora sono molto contento di esseri riavvicinato».

- Abbiamo visto che hai girato con Vitantonio Liuzzi a Castelletto, com’è andata? Raccontaci qualche retroscena
«Sono andato a girare con lui come i vecchi tempi, siamo molto amici sin dai tempi della CRG. Ne abbiamo passate tante dal kart alla macchina, c’è una profonda amicizia tra me e lui. Ha una attività a Milano, io abito qui nei paraggi e dunque ecco che ci siamo ritrovati in pista. E’ stato facile convincerlo, lui per il kart è sempre prontissimo. Ci siamo molto divertiti e ci siamo sfidati sul filo dei centesimi. Quando guida lui ha uno stile veramente bello da guardare, io avevo feeling sia con la pista e con il tracciato, il tutto ha fatto in modo che ci divertissimo davvero molto con gli stessi tempi sul giro.
Un retroscena simpatico? La pista era leggermente umida al mattino e via via andava migliorando, prima di pranzo siamo stati li a cercare di fare lo stesso identico tempo, nessuno dei due accettava di andare più piano dell’altro. Stesso discorso in serata, senza lo stesso tempo nessuno dei due sarebbe andato via dalla pista».


Filippi lancia poi una riflessione «Penso che il kart non abbia soltanto bisogno del Mondiale e dell’Europeo e dei team ufficiali ma anche di quelle persone che quando hanno tempo, vanno girare, divertendosi e vivendo il tutto come uno sport, senza pensare al lato professionistico». 

Vi aspettiamo in edicola con il prossimo numero, Vroom di dicembre numero 352, al suo interno l'intervista integrale a Luca Filippi.

Simone Corradengo (scorradengo@vroom.it)




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