La Sicurezza Tradita. II parte
Purtroppo i due casi esposti non sono isolati, per quanto riguarda le scelte regolamentari che hanno reso più insicuri i kart nel tempo. Fermo restando che in sport come quelli motoristici la sicurezza assoluta non esisterà probabilmente mai, tuttavia lascia sconcertati come si sia spesso andati in direzione opposta. Pensiamo ad esempio come negli ultimi anni i pesi minimi siano andati continuamente aumentando, con la sola eccezione della classe OK rispetto alla precedente KF (in questo, va detto, Van de Grint è risultato più "illuminato" rispetto ai predecessori o alle autorità nazionali). Chiunque abbia un minimo d'esperienza sa che il peso è il nemico numero 1 del kart da tantissimi punti di vista, compreso quello della sicurezza. Non ci vuole uno scienziato per capire che, se ti cappotti, è il peso del kart quello che ti può schiacciare e fare male. Eppure si è andati nella direzione dell'appesantimento, vuoi per compensare l'aggiunta di tanti altri elementi (dai silenziatori ai paraurti) vuoi perché chi proveniva dall'ambiente automobilistico ma sapeva ben poco di kart pensava che, aumentando il peso, sarebbero diminuite le prestazioni. Sì, come tempi sul giro è successo, ma con il risultato che in caso di incidente un kart si comporta come una palla di cannone, e per questo motivo c'è chi si è fatto male. Perché quando esci di pista non ti fermi più a causa dell'inerzia (rendendo inadeguati gli spazi di fuga) mentre se vai a centrare qualcuno lo fai con molta più energia cinetica. È fisica, non un'opinione.
STRUTTURE PESANTI E MALSANE
Come scritto poc'anzi, i pesi sono aumentati pure per via dell'aggiunta di certe strutture che anch'esse dovevano contribuire ipoteticamente alla sicurezza, sortendo però l'effetto opposto quando messe in pratica. Pensiamo per esempio all'introduzione delle prime carenature (musetti e pance laterali) che, va riconosciuto, oltre a migliorare l'estetica erano realmente efficaci nel proteggere di più i piedi del pilota e nell'evitare la possibilità di "agganciamenti" laterali. Purtroppo quando i commissari cominciarono a diventare più lassisti nella loro fondamentale opera di controllo (traduzione: non si accorgevano più di cosa succedeva in pista perché erano diventati pochi e inesperti) le carenature diventarono strumento per potersi appoggiare e buttare fuori senza ritegno. E le gare diventarono dei veri e propri autoscontri, in certe situazioni.
La cosa non migliorò (anzi, l'opposto) quando vennero obbligati i paraurti posteriori in plastica. Oltre a non impedire i decolli sulle ruote posteriori, scusa con la quale erano stati imposti, furono invece un ulteriore incentivo al tamponamento per riuscire a passare chi avevi davanti. Con una serie di decisioni "a catena" si arrivò così a introdurre anche i musetti anteriori "sganciabili" prima, e rientrabili poi (quelli attuali).
SI PERDE IN SICUREZZA O SPORTIVITÀ
Una soluzione di ripiego, una "pezza" messa per risolvere i problemi causati dalle scelte precedenti, quella dei musetti rientrabili, che ha effettivamente ridotto il numero di tamponamenti: ma non per questo, di nuovo, ha reso la situazione complessiva migliore. Infatti l'ultimo trend è quello che, se non puoi tamponare, tanto vale entrare dentro in staccata "a cannone" e buttare fuori l'altro appoggiandosi di lato. Tanto i commissari sono restati miopi e solo raramente se ne accorgono. In più capita che, all'opposto, il musetto "cada" anche solo per una scordolata o per un contatto fortuito (tutt'altra cosa che una tamponata "cattiva" e intenzionale, cioè) e così il pilota incolpevole si vede penalizzato di 10 secondi, sufficienti talvolta a farti buttare via tutta la gara senza aver fatto reali scorrettezze. Insomma, se non si cade nell'insicurezza, si va nell'antisportività…
Eppure basterebbe poco per rendere il karting davvero più sicuro, solo che si tratterebbe di "tornare indietro" su svariate cose e sembra proprio sia impossibile, non tanto tecnicamente quanto perché "si perderebbe la faccia". Però qualcosa nel limitare certe sollecitazioni e alcune problematiche sarebbe fattibile senza troppi problemi e senza ulteriori obblighi. Ma soprattutto non possiamo fare a meno di ripetere che già molto si otterrebbe ritornando a dare responsabilità ai commissari (soprattutto quelli di pista) nel dover notare gli incidenti, specie con gli aiuti (telecamere e altro) che oggidì sono disponibili facilmente. Certo, si dovrebbe lavorare un po' di più…