25 anni senza Ayrton

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Nel 25esimo anniversario della scomparsa del Campione, lo ricordiamo attraverso le parole del rivale ai tempi del karting, Mike Wilson.

Il 1° Maggio 1994 resterà per sempre una pietra miliare, oltre che pagina nera, per il motorsport. In quel pomeriggio italiano sul tracciato di Imola, Ayrton Senna perse la vita concludendo il weekend più buio della storia della F1.

Ricordare Ayrton Senna è qualcosa di doveroso, non solo per l’uomo e il pilota che è stato ma soprattutto per quello che ha rappresentato per questa disciplina e che ancora rappresenta a venticinque anni dalla sua scomparsa.
Senna appartiene a quella schiera di piloti eroi senza limiti e senza pari che hanno caratterizzato il mondo delle corse automobilistiche ma non solo. Senna è stato capace di ispirare le generazioni che hanno avuto la fortuna di vederlo correre e quelle future attraverso il racconto dei padri nel corso degli anni.



Di seguito riproponiamo l’intervista al sei volte iridato Mike Wilson, rivale del brasiliano ai tempi del karting.
«Il primo ricordo che ho di Senna? Ho sentito che questo ragazzo brasiliano stava provando per la prima volta a Parma con Terry Fullerton ed era veloce. Era il 1978, sapevo che Fullerton era un pilota molto veloce e non potevo crederci. Poi, la prima volta che ho corso contro Ayrton pochi mesi dopo a Jesolo, sono rimasto estremamente sorpreso! Normalmente, quando un ragazzo brasiliano viene a correre in Europa, anche se è Campione Brasiliano, ha ancora molte difficoltà... ma nel caso di Ayrton era diverso! È stato estremamente veloce dal primo giorno, e anche durante tutti gli anni in cui ci siamo scontrati è stato estremamente competitivo».

Mike, oltre alla velocità, cosa ti colpiva particolarmente di lui?
«Era molto maturo per la sua età, enormemente motivato e concentrato, e molto attento nella scelta del suo materiale. Inoltre, il suo feedback è stato molto accurato e ha imparato molto rapidamente. Ha sempre avuto un approccio molto professionale, anche per gli standard europei, ed era feroce».



Ayrton ha dominato su pista bagnata come nessun altro...
«Sì, e colse completamente me e Fullerton di sorpresa. Ricordo la prima gara a Jesolo nel 1978, la pista era asciutta nelle prime sessioni. Ayrton è stato molto veloce, poi ha iniziato a piovere, e ho pensato che avrebbe avuto problemi perché presumevo che non piovesse molto in Brasile. D'altra parte, Terry e io veniamo dall'Inghilterra, quindi sarebbe stato sicuramente un vantaggio per noi, dato che eravamo abituati a correre sul bagnato. Ma quando Ayrton ha iniziato a girare in condizioni di bagnato, è stato ancora più veloce, e ho pensato tra me: "non può essere che un pilota brasiliano sia più veloce di due inglesi sotto la pioggia!" Ma poi, più avanti nella sua carriera, il mondo intero avrebbe conosciuto Senna come il maestro della pioggia che noi conoscevamo già nel Karting».

Sembra che il suo lato umano sia diventato più accentuato quando non ha più sentito la pressione della rivalità e della competizione…
«Assolutamente, ed è abbastanza comprensibile. Ovviamente, quando eravamo in gara, non sarebbe venuto a dire "sei un ottimo pilota", perché eravamo rivali. Ma una volta rimosso l'elemento competitivo, era molto interessato a dare merito ai miei fantastici risultati, anche perché sapeva quanto fosse difficile vincere un Campionato del Mondo di Karting. Penso che avrebbe dovuto vincere il titolo nel 1979, che non ha fatto a causa di un cambio di regolamento, ma se fosse rimasto nel kart un po' più a lungo sarebbe diventato Campione del Mondo, senza dubbio! Era una di quelle persone che ha un talento incredibile, la motivazione e la qualità per diventare il Campione del Mondo, e lo ha dimostrato più tardi nelle corse di formula. Di tutti i piloti che ho visto negli ultimi 30 anni, Ayrton è di gran lunga il migliore».
 
Hai incontrato Ayrton in quel famoso evento di karting indoor a Parigi (Bercy) nel 1993, cosa ricordi?
«Sì, e ho avuto modo di conoscerlo ancora di più, abbiamo parlato a lungo. Semplicemente era una persona fantastica con cui parlare, e ancora di più perché non aveva la pressione di essere su una pista di Formula 1, e gli è piaciuto molto. Amava il karting e ha fatto un sacco di cose per questo sport. Quando qualcuno lo ha intervistato, ha sempre sottolineato il fatto che ha iniziato a correre nei kart. Voleva che le persone sapessero che il karting era il punto di partenza. E quando la folla di Bercy lo ha visto uscire sul kart, la reazione è stata semplicemente fantastica, tutti sono impazziti, è stato un momento incredibile. Ciò che era ancora più eccezionale, il suo stile di guida sembrava esattamente lo stesso di come lo ricordavo nel karting di 10 anni prima. Guardare Ayrton che correva attorno a Bercy era come guardarlo mentre correva ad Estoril nel Campionato del Mondo di Karting, sembrava essere uscito dal kart il giorno prima. Che pilota straordinario!».

Testo: S.C.
Intervista originale: S.Murtas
Traduzione: L.Monteferrante
Credits: Vroom Archive, Actualfoto, Iame

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