Driving to Perfection

- Speciale
Dopo aver analizzato le modalità di funzionamento, i pregi e i difetti, torniamo a parlare dei simulatori di guida cercando di capire le motivazioni che spingono sempre più piloti ad avvalersi dei centri di allenamento provvisti di sistemi di simulazione (di G. Savino- D. Leone – uniracer.it). II parte

ABBATTIMENTO DEI COSTI DI UN TEST 
Uno dei primi fattori positivi è la riduzione dei costi e dei tempi dovuti ad una sessione di prova: si può provare un qualsiasi circuito, oppure anche più circuiti nella stessa giornata, senza doversi preoccupare del trasferimento sulla pista, della prenotazione di posti in cui dormire e mangiare. Inoltre, con la simulazione di guida vengono meno anche le necessarie autorizzazioni a girare su un circuito (nel caso ad esempio di piloti minorenni alle prese con test in macchina), i costi dovuti al mantenimento del mezzo (benzina, pneumatici, eventuali componenti da riparare/sostituire dopo le inevitabili uscite di pista dei primi test oppure il costo dell’assicurazione). 

PER OTTIMIZZARE LO STILE DI GUIDA 
Dal punto di vista puramente tecnico, i tempi di raggiungimento del proprio limite e del limite del mezzo si riducono drasticamente. Questo perché l’assenza della paura, la possibilità di ripetere illimitatamente ogni curva, la facilità di focalizzarsi puramente sullo stile di guida e la maggiore quantità di tempo a disposizione per ottenere la propria costanza sul giro, aiutano il pilota a dare il massimo e ad avvicinarsi rapidamente ai propri limiti e a superarli, del resto ogni eventuale conseguenza di uscite di pista rimarrebbe solamente virtuale. 
Scorrendo le classifiche delle categorie Formula propedeutiche è facile imbattersi nelle prime posizioni in piloti che non avevano ottenuto risultati esaltanti in Kart e hanno beneficiato di grandi miglioramenti proprio grazie a intense sessioni in simulazione. 
Ma attenzione, perché l’allenamento al simulatore è come imparare a sciare da soli: per gli autodidatti è sempre imminente il rischio di creare e ripetere i propri errori, che sarebbero poi ripetuti anche nella realtà in pista. Perciò il simulatore è sempre più visto come un allenamento, dunque con un allenatore che possa aiutare a identificare e correggere gli errori di guida che non è facile identificare da soli. Un altro vantaggio che contraddistingue l’uso di un simulatore di guida è la possibilità di preparare in maniera molto dettagliata ogni curva dedicandosi completamente a migliorarsi e perfezionarsi in quel determinato punto: questa possibilità è assolutamente impensabile nella realtà ed è il vero punto di forza di un simulatore. 
In aggiunta, il pilota si svincola completamente dalle variabili meteorologiche e può focalizzarsi su una determinata condizione di pista. Questo aspetto è importante soprattutto perché il simulatore di guida viene maggiormente adoperato dai piloti nei periodi dell’anno in cui non ci sono gare di campionato, l’inverno, che rappresenta senza ombra di dubbio il periodo stagionale più complicato e avverso, dal punto di vista meteorologico. 

SIMULATORE È UTILE? 
L’allenamento al simulatore serve davvero per migliorare le prestazioni di guida in pista? Se un pilota che si affida al simulatore non crede e non ha intenzione di investire tempo e risorse in esso, allora la risposta è no, non serve. Così come alcuni meccanici (di vecchia data) osteggiano ancora oggi l’uso della telemetria, logicamente le cose si possono fare ancora alla “vecchia maniera”. Bisogna tuttavia scontrarsi in pista con gli altri piloti, che possono essere meglio preparati, meglio assistiti e meglio attrezzati… anche economicamente. È perciò importante che il pilota capisca i punti di forza e di debolezza derivanti dall’avvalersi di un simulatore di guida, che sappia quali siano gli obiettivi realizzabili e in quali casi un allenamento in simulazione possa essere utile. 
Ma soprattutto, che non faccia auto-allenamento, magari con un simulatore domestico, ma che si affidi a centri di allenamento in cui poter lavorare con persone competenti accelera il processo di miglioramento curva dopo curva, giro dopo giro. Del resto gli sciatori professionisti preparano le Olimpiadi allenandosi sempre alla presenza dei maestri di sci, allo stesso modo i membri di un’orchestra suonano sempre in presenza del direttore che li dirige e li coordina, così come i grandi pugili passano giorni interi di palestra affiancati dal proprio allenatore. Quindi, poiché non è possibile montare un secondo sedile sul nostro kart e guidare con al fianco il nostro allenatore o meccanico o team manager, uno dei vantaggi del simulatore è proprio essere affiancati curva per curva qualcuno che sappia indirizzare correttamente il lavoro del pilota. 
Ma chi può affacciarsi ad un centro di allenamento per la guida simulata? Piloti che devono preparare una gara nuova o un campionato con tracciati sconosciuti, piloti che fanno il salto di categoria e vogliono prendere dimestichezza con una nuova categoria o un nuovo mezzo da competizione, piloti che sono già a buon livello ma vogliono perfezionarsi per ottenere risultati migliori in gara e sicuramente anche i baby piloti, alle prime espe rienze e salvi da eventuali rischi di correre in pista a fianco di piloti molto più veloci. 

HONDA DiM250 
Quando si parla di simulatori di guida occorre fare un’importante distinzione: ci sono quelli dedicati al gioco, pensati per riprodurre nel modo più realistico possibile l’esperienza di guida di un’automobile, e poi ci sono quelli che le case automobilistiche utilizzano per simulare le condizioni fisiche di guida per lo sviluppo di una vettura. 
All’inizio dell’anno in corso Honda ha presentato un simulatore di guida appartenente alla seconda categoria, destinato al reparto R&D di Honda Europa in Germania come ausilio indispensabile allo sviluppo e al collaudo di veicoli di nuova generazione. Pertanto, qui l’uso del simulatore è diverso: non si punta ad addestrare qualcuno a guidare meglio – vetture da competizione oppure aerei, ad esempio – bensì a ricreare un’esperienza sensoriale più vicina possibile alla guida reale, in modo da capire come modificare i prototipi. Questo nuovo approccio che si sta adottando ha l’obiettivo di semplificare e ridurre i costi necessari in fase di progettazione. Questa tecnologia si chiama “Driver-in-Motion” e si basa su una innovativa piattaforma denominata DiM250 che attualmente rappresenta il simulatore di guida più sofisticato del mondo, più raffinato di quelli usati in aviazione e in Formula1. Infatti, il DiM250 è una piattaforma a “nove gradi di libertà”, mentre la maggior parte dei simulatori di guida presenti sul mercato sono in grado di offrire sei gradi di libertà. La piattaforma del DiM250 si avvale di nove attuatori su cuscinetti ad aria per ricreare gamme di movimenti aggiuntivi, garantendo una maggiore precisione nella riproduzione dei movimenti delle vetture in fase di test e fornendo l’esperienza virtuale più vicina in assoluto alla guida reale. Un simulatore di questo tipo permette inoltre di imitare con maggior accuratezza gli scenari problematici al fine di testare controlli e sistemi di sicurezza. La Honda è la prima casa automobilistica al mondo ad adottare questa nuova tecnologia: i test interesseranno in primis lo studio della dinamica dei veicoli-prototipi (per valutare gli avanzamenti nel progetto prima della costruzione fisica dei prototipi), lo sviluppo e il collaudo delle tecnologie ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), HMI (Human Machine Interface), dei motori e dei sistemi di guida autonoma. Insomma, adottando questo metodo la Honda vuole semplificare le varie fasi progettuali che connotano il “fare un’auto”. 

REAL KARTING SIMULATOR PRO 
IL PRIMO CENTRO DI SIMULAZIONE DEDICATO INTERAMENTE AL KART 

Si trova a Roma ed è gestito da ingegneri professionisti che operano abitualmente nei campionati CIK-FIA, nelle maggiori serie internazionali come la WSK e nelle gare internazionali dei principali monomarca come Rotax, Rok, EasyKart, X30. 
Presso il centro Real Karting Simulator Pro si effettuano sessioni di simulazione su tutte le principali piste internazionali e per le principali categorie. 
«Il nostro obiettivo – spiega Daniele Leone, a capo della struttura (Facebook: Real Karting Simulator Pro) – è essere di supporto ai piloti, tramite sessioni focalizzate direttamente con chi è interessato a perfezionare il proprio stile di guida. Stiamo inoltre lavorando con alcuni team, ai quali offriamo la possibilità di effettuare sessioni direttamente con i propri piloti, al fine di ottimizzare il rapporto pilota-meccanico nella fase di coaching. Per i team manager è inoltre più facile mostrare chiaramente ai propri piloti ed ai papà, quali sono i propri difetti di guida. Fin troppo spesso durante un weekend di gara capita che un pilota lamenti problemi di setup, di motore, o addirittura dello stesso telaio. Molti anni di esperienza nelle gare Karting più importanti hanno chiaramente mostrato che la gran parte dei problemi derivano da difetti di guida, che nonostante siano certamente identificati dai tecnici dei team, vengono però con molta difficoltà riconosciuti dai piloti non tanto per malafede, quanto per mancanza di consapevolezza. L’obiettivo del nostro Real Karting Simulator Pro è aiutare il lavoro del team quando si trova in pista, permettendo di migliorare il rapporto di fiducia tra i membri del team e i piloti: davanti al simulatore i difetti di guida emergono in maniera così chiara che diventa molto più semplice programmare il successivo lavoro in pista». 

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