Dopo Vettel, anche l'unico italiano in F1 lamenta che certe carenze nello sport a quattro ruote sono dovute alle spese eccessive già all'inizio quando si corre in kart.
Una volta c'era Ayrton Senna "da Silva" che non si faceva mai pregare (anzi) a parlare di kart, evidenziando senza mezze misure quanto questi mezzi fossero formativi e adrenalinici, e oltretutto mettendo Terry Fullerton e Mike Wilson tra i suoi maggiori antagonisti in tutta la sua carriera. Ma i tempi cambiano, e se oggi a un pilota di Formula 1 chiedi qualcosa sul karting, forse non avrà tanto di positivo da dire.
È successo quest'anno già con Sebastian Vettel in una precedente conferenza stampa, la cosa si ripete adesso con Antonio Giovinazzi, che per inciso è l'unico pilota italiano attualmente nella massima categoria monoposto e per di più campione italiano nella 60 Minikart del 2006. In entrambi i casi i due piloti hanno evidenziato infatti che la principale caratteristica del karting attuale è quella di costare troppo, impedendo così non solo la sua diffusione, ma anche ai talenti di emergere.
Cos'ha detto di preciso Antonio quando gli è stato ricordato di essere il primo italiano a gareggiare nel Gran Premio d'Italia dal 2011 (allora erano Jarno Trulli e Tonio Liuzzi), domandandogli quindi per quale motivo pensa ci sia voluto così tanto tempo?
«Credo che quando sei giovane, in kart, cominci a sognare di diventare un pilota di Formula 1. Ma già lì è diventato fin troppo caro. Non c'è tanto sostegno in Italia per i piloti più giovani: eppure ci sono già tanti piloti bravi da noi, da quello che posso dedurre guardando le gare di kart, però è già molto difficile anche fare il passo successivo dal kart alla Formula 4, per tutti questi ragazzi».
Spera che questo possa cambiare?
«Mah, da parte mia ho dovuto fare tanti sacrifici. Ho avuto anche la fortuna di trovare Gelael che mi ha supportato fino a qui. Ma non è semplice. Credo che sia uno dei motivi per i quali i piloti di Formula 1 faticano per arrivarci, e che possa valere anche per quelli di altri Paesi».
Voi cosa ne pensate?