Lo Yamane Special al primo Campionato del Mondo di Nassau 1959

- Kart Leggendari
Agli inizi del 1960 il nome di Jim Yamane era sinonimo di karting a livello mondiale. A quei tempi il giovane americano di origini giapponesi, che allora viveva a Nord Hollywood, in California, era al centro di tutte le discussioni degli appassionati di kart che avevano seguito la sua vittoria nella gara disputata a Nassau, nelle Bahamas, il 5 dicembre del 1959. A cura di Frank Weir

Jim fu incoronato “il re del kart” e celebrato come primo campione del mondo della specialità nel meeting promosso dalla ormai defunta Grand Prix Kart Club of America. Jim partì dalle retrovie quella notte, quattordicesimo per la precisione e vinse la gara delle 50 miglia (ben 100 giri della pista da ½ miglio) infliggendo un distacco di 2 giri al secondo classificato, nonostante molti dei suoi avversari potessero contare su una maggiore potenza dei loro motori. Chiunque guidasse un kart di tale affidabilità e prestazioni era indubbiamente sospettato di possedere attrezzature straordinarie. Tuttavia questo non fu il caso di Yamane. Jim ha iniziato la sua carriera agli albori del karting, progettando e costruendo due kart a motore singolo.
Da quelli passò poi al mezzo bimotore che gli permise di vincere il Campionato del Mondo. Questa vittoria fu raggiunta in appena 2 anni. Senza dubbio Jim aveva un talento per guidare i kart da competizione, cosa che è stata evidenziata dal fatto che nel 1959 era detentore del record sul giro in tre dei circuiti kart più importanti della California meridionale, vale a dire Go Kart Raceway, Butler Speedway e Valley Raceway. A quell’epoca Yamane lavorava da nove anni come tecnico nel dipartimento di sviluppo della produzione di McCulloch. Il lavoro di Jim presso lo stabilimento prevedeva la costruzione e il mantenimento dei banchi prova su cui venivano testati tutti i motori di motosega e kart usciti dalla linea di produzione per garantire che funzionassero correttamente prima di essere imballati per la spedizione.

Quando il potente motore kart MC-10 fece il suo debutto, Jim fu uno dei primi a utilizzarlo. Non fu un problema per lui aumentare la potenza di questo 5,3 pollici cubici (87 centimetri cubici) modificando la fasatura di distribuzione, lucidando i condotti e incrementando il rapporto di compressione. Le prestazioni dei motori preparati richiedevano la costruzione del telaio Yamane per imbrigliarne la potenza. Il kart di Jim era una macchina abbastanza semplice, senza fronzoli o gadget in eccesso. Una scocca semplice che comprende due tralicci tubolari per lato, il supporto volante e il sostegno del sedile. I due motori erano ancorati tramite due piastre. L’assale aveva un diametro di 25 mm, il passo era di 82,5 mm a fronte di una lunghezza di 1130 mm. I pneumatici erano slick. Il peso a vuoto era di 61,4 kg. Il mezzo si distingueva dagli altri per via dell’impiego di una piattina di acciaio da 1 pollice per ¼ per la realizzazione dei supporti dello schienale del sedile e del piantone dello sterzo. Il telaio posteriore dello schienale era munito di staffe di rinforzo su entrambi i lati nel punto di giunzione con i longheroni del telaio. Il piantone dello sterzo fu realizzato con un robusto tubo in acciaio da 5/8 di pollice. Anche i braccetti di sterzo erano realizzati in acciaio del diametro di ½ pollice. Il volante scelto per questo kart fu un Eelco. I supporti dei motori erano costituiti da due piastre in acciaio piatte e forate dello spessore di ¼ di pollice, saldate ai longheroni sopra i supporti dell’assale posteriore. 

A quel tempo Jim non prese in considerazione supporti flottanti. L’impianto frenante scelto fu semplicemente un freno a tamburo derivato da un ciclomotore, montato vicino al supporto del cuscinetto dell’asse posteriore sinistro. Un buon esempio della semplicità di questo kart fu nella progettazione dei pedali dell’acceleratore e dei freni, costruiti con semplici barre in acciaio a forma di “L” con un diametro di 5/16 di pollice: un disegno successivamente copiato da altri produttori. Jim cercò di risparmiare peso scegliendo i cerchi in magnesio più leggeri in commercio. Una sottile lastra di alluminio fu utilizzata per il pianale, imbullonato a piccole staffe di supporto saldate sui longheroni proprio come accade oggi e non con i rivetti come si faceva a quei tempi, indebolendo i tubi… I serbatoi del carburante, anteriore e posteriore con una capacità totale di 4,5 galloni (17 litri) e il contenitore per la lubrificazione della catena erano anch’essi realizzati in alluminio. Jim non era un tipo alto o pesante, quindi non era ossessionato dal risparmio di peso nel telaio, valutando che bisognava mediare tra leggerezza e rigidezza nel suo approccio alla progettazione della scocca.

Il kart di Yamane fu sviluppato in modo tale da infondere fiducia nel pilota; un tocco del volante bastava a farlo voltare. Inoltre Jim era in grado di guidare il suo mezzo in derapata. Non era un pilota che amava i bloccaggi delle ruote, ma preferiva le sbandate prolungate che mantenevano alto il regime di rotazione del motore un regime motore elevato in modo da avere sempre il massimo della potenza. E’ sempre stato regolare e misurato in pista. Molti dei concorrenti di Nassau di Jim hanno si resero conto che i loro kart furono letteralmente ridotti a pezzi dalle caratteristiche del tracciato, caratterizzato da 19 curve e 7 rettilinei, ricavato delimitando con dei birilli il rettilineo dell’autodromo/ex aeroporto di Oaks Field.
Jim ha ricordato che alcune parti del circuito furono rese più ampie mescolando olio con sabbia per riempire il fondo irregolare, ma poco dopo la partenza questo impasto fu spazzato via facendo diventare il fondo accidentato. La combinazione di una pista sconnessa, sabbiosa in alcuni punti e poco illuminata resero la corsa piuttosto lenta rispetto alle aspettative. Incredibilmente la gara iniziò poco dopo la mezzanotte e Yamane guidò ininterrottamente l’intera distanza in 1 ora 7 minuti e 48 secondi alla media di 44 miglia all’ora (71 km / h). 33 kart presero parte alla finale e per la vittoria Jim riscosse un premio di 1000 Dollari come vincitore assoluto e 500 Dollari come vincitore di classe. Altri 500 Dollari furono aggiunti al suo premio in danaro da uno sconosciuto, per un totale di 2000 Dollari. Jimmy ha generosamente donato a Bob Ellison, il suo compagno di squadra McCulloch, 500 Dollari. Sfortunatamente Jim non ricevette un premio aggiuntivo di 500 Dollari che avrebbe dovuto essere offerto al vincitore se avesse utilizzato pneumatici Firestone o Goodyear. In quella occasione, il kart di Jim era equipaggiato con gomme Pos-O-Traction realizzate da Inglewood Tyre Service.

Vincere grossi premi in danaro è stata una sorpresa per Yamane, che ha poi successivamente ammesso di aver perso la cognizione della sua posizione poco dopo l’inizio della gara e fino all’80 ° giro non aveva idea di quanto mancasse alla bandiera a scacchi! Verso la fine del 1963 Jim si ruppe una gamba in un incidente causato da un guasto ai freni al Go Kart Raceway di Azusa, in California. Come conseguenza della ferita si ritirò dalle competizioni rimanendo tuttavia nell’industria del karting mettendo a frutto le sue eccellenti capacità di saldatura, producendo molte migliaia di collettori di scarico Kendick nel suo garage di casa. Se vi capiterà di imbattervi in un collettore di scarico Kendick, potrai ammirare l’incredibile abilità di Jim nel saldare; è considerata una forma d’arte. Jim Yamane non era estraneo a vincere gare importanti, essendo stato un pilota da non sottovalutare nella scena del karting californiano meridionale alla fine degli anni cinquanta. Tuttavia, nonostante i suoi precedenti successi, non era membro di una squadra ufficiale in quel momento. La vittoria di Jim era in un certo senso una vittoria del perdente; lui e sua moglie arrivarono a Miami in aereo dalla California con il kart come bagaglio in sovrappeso. Con il kart salirono a bordo di un traghetto insieme a tutti gli altri concorrenti iscritti per l’evento del World Karting Championship del 1959 di Nassau.
Jim ha fatto da meccanico e ha persino dovuto prendere in prestito un casco per l’evento; il suo fu rubato proprio sul traghetto. Bob Pendergast, allora giornalista presso la Petersen Publishing Company ed ex redattore di The Karter, che all’epoca era la pubblicazione ufficiale del Go Kart Club of America (ora International Karting Federation), una volta disse che ci voleva più della potenza per avere un vincitore; occorreva un telaio per gestire la cavalleria e un “gestore” per sfruttare al massimo quel binomio motore/telaio. La combinazione Yamane soddisfaceva certamente entrambi i requisiti. Jim Yamane è ora un nonagenario e vive a Yorba Linda, in California. Il 5 dicembre del 1959 vinse il primo campionato del mondo guidando un kart costruito in casa, mosso da motori da motosega che aveva trasformato e preparato da solo: un’impresa che oggi sarebbe pura fantascienza.

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