“Karting a porte chiuse”, cambia davvero qualcosa?

- Opinioni
L’emergenza COVID-19 ha ormai scatenato la reazione a catena tanto attesa, merito soprattutto delle nuove normative imposte dal Governo.

Oltre a tutte le restrizioni e “buone norme” osservate da tutti, il mondo del karting e del motorsport in generale sta vivendo un nuovo capitolo che, inevitabilmente, porta a critiche, riflessioni e considerazioni da parte di tutto il circus.

Il DPCM del 4 marzo 2020, come riportato anche da ACI, prevede che le manifestazioni sportive vengano sì effettuate ma esclusivamente senza pubblico nel caso di sport all’aperto. Normativa che ovviamente comprende anche le manifestazioni sportive karting che dunque avranno luogo ma in formula diversa.

Ciò che nelle ultime ore ha animato gli addetti ai lavori è la grande domanda “ma cosa cambia effettivamente?”. Il problema (se così può essere chiamato), delle gare kart di questo tipo, attualmente non è tanto l’elevato numero di pubblico quanto l’elevato numero di addetti ai lavori (piloti, team, meccanici, familiari) che abitualmente si registra in una kermesse con 3-4 categorie come nel caso del WSK (confermato in toto per i prossimi appuntamenti).

Permettere lo svolgimento della corsa ma senza pubblico dunque cambia davvero qualcosa? Ha un senso applicare la norma “calcistica” delle porte chiuse in un mondo che spesso e volentieri fa dei suoi addetti il proprio pubblico? Chi potrà entrare in pista, restare a un metro di distanza ed evitare contatti? E se ci saranno contagi all’interno del paddock? Tante le domande che si sono susseguite in queste ore.

A tal proposito abbiamo voluto dare spazio ad alcune voci di riflessioni dal paddock, dei team manager, piloti e alle stesse famiglie.

Danilo Rossi: “Personalmente fatico a capire a livello generale. Sono molto preoccupato per quelli che saranno i danni economici non solo nello sport. Per il nostro mondo il non viaggiare potrebbe essere un danno gravissimo. Sulle ultime normative penso, il pubblico è mai stato un problema? Non cambia di certo la situazione. Il karting, salvo in alcuni casi, non vive di pubblico in pista ma bensì di tutte le persone al suo interno. Spostiamo mille persone e più ogni volta dunque la “restrizione” a parere mio non comporta cambiamenti”. Giusto correre? Io spero che questa formula ci permetta di farlo ovviamente ma di sicuro è qualcosa che non si conosce. Non sappiamo effettivamente da qui ad una settimana o da qui al 3 aprile cosa cambierà e se cambierà, sicuramente andrà spiegata e interpretata per capire effettivamente chi può venire in pista ed entrarci”.

Voci del paddock (piloti e famiglie): “Come se alle gare ci fosse stato sempre il tifo da stadio! Quindi i bambini con genitori al seguito cosa faranno? Genitori fuori dal circuito?"
 
“I genitori dei piloti minorenni sono compresi tra il pubblico?”

“Come possono garantire la sicurezza con personale medico? Mettiamo che siano 200 piloti e almeno altre 2 persone o 3 al seguito, sono 600 persone da controllare?”

“E tutte le persone che lavorano nell'ambito delle competizioni poi che fanno rimangono in un recinto invece di tornare verso le più disparate località di Italia o d'Europa?”



Antonio Renda: “Allora non ho ben capito cosa si intende correre a porte chiuse, anche perché normalmente il pubblico e’ rappresentato da parenti e accompagnatori dei piloti stessi. Quindi c’è da capire se il divieto sarà anche per i genitori e sarà consentito il solo accesso ai team manager e ai meccanici, oltre che ai piloti. Il kart non e’ come il calcio, per cui non si tratta di decine di migliaia di spettatori. Rinviare tutte le gare se non addirittura cancellarle fino al 3 aprile, sarebbe un bel disastro, soprattutto per chi ha già pattuito e organizzato un programma per la stagione intera, saltare 3 o 4 gare significherebbe un enorme danno economici ed anche organizzativo per il resto della stagione. E’ davvero difficile prendere una decisione anche se personalmente sono tra quelli che pensano che con questo problema del COVID19 si stia enormemente esagerando. Ogni anno le normali influenze mietono lo stesso numero di vittime ultra settantenni”.

Organizzazione gare club: “E’ una situazione strana perché le normative sono a sfondo calcistico, ma non vanno bene per tutti le discipline. Il problema non è il pubblico quanto la gente in questione! Come si fa a garantire il massimo del controllo? Ci sarà bisogno di un presidio medico. Personalmente abbiamo deciso di stoppare le otto gare in programma da qui al 3 aprile, soprattutto perché non possiamo garantire l’incolumità di tutti all’interno di un paddock così grande”.

La situazione dunque è destinata a fare scalpore, le gare attualmente sono confermate ma vi rimandiamo alle prossime ore per eventuali cambiamenti o news dell’ultimo minuto.

S.C.
Credits: Archivio Vroom
 
 
 
 
 
 

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