Cerchiamo di capire in quale direzione sta andando il karting, sia a livello internazionale che nazionale, al di là delle "interferenze" dovute al coronavirus.
Con il nuovo anno e con il cambio di stagione – nel senso agonistico del termine – diventa normale pensare al futuro del nostro mondo, quello del karting. Futuro più o meno prossimo: al di là di quelle che sono state le recenti "interferenze" dovute alla pandemia da Covid, con tutto ciò che ha comportato a livello mondiale, possiamo cercare di capire verso quale direzione si sta andando, nel complesso?
Per quanto riguarda i campionati a respiro internazionale, tutto pare avviato a una conferma dello status quo, e in effetti sembra anche arduo pensare ad eventuali cambiamenti, di cui al momento non si sente alcuna necessità. A parte che le principali preoccupazioni sono giustamente rivolte al superamento delle problematiche causate dal coronavirus, va aggiunto che non si coglie alcuna motivazione per modificare tecnicamente le attuali categorie. Da un lato la classe 125 con il cambio sta andando abbastanza bene, grazie alla sua stabilità e alle prestazioni che offre. Va un po' a zone, a seconda delle disponibilità economiche (il prezzo d'acquisto fa ancora una certa differenza) e certamente saremmo più contenti se non ci fossero da cambiare pistoni in continuazione, però da quando questi motori KZ sono stati imposti con cambio a rapporti fissi e con carburatore da 30 mm, affidabilità ed equità sportiva/tecnica sono arrivate a livelli tali per cui non ci si può lamentare granché.
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Anche per quanto riguarda la classe monomarcia OK (Junior compresa) pensiamo si possa affermare senza tema di smentita che è riuscita ad affermarsi a livello internazionale, grazie alla bontà delle scelte tecniche e al fatto che manchino tutti quei problemi che avevano invece minato la precedente classe KF. Questi mezzi attuali garantiscono buone prestazioni senza troppi problemi e specialmente gli OKJ hanno un discreto grado di affidabilità e di contenimento dei costi "meccanici". È un peccato che queste due categorie facciano davvero fatica a diffondersi in ambito nazionale, ma non possiamo stupirci più di tanto: da questo punto di vista, infatti, si stanno ancora raccogliendo i frutti (si fa per dire) della scellerata epoca KF, categoria che con i suoi continui cambiamenti e le intrinseche complessità, ha allontanato tantissimi kartisti.
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