Kart a marchio F1 - Sono solo adesivi?

- Speciale
Negli ultimi anni diversi piloti di F1 hanno prestato il loro nome a grandi costruttori per creare un binomio che ha sicuramente contribuito a mantenere popolari le star della F1 nell’ambiente da cui tutti i piloti professionisti praticamente provengono.

Nel caso di Birel Art le linee sono tre, un record considerando l‘ingaggio’ di Charles Leclerc nel 2019 (tra l’altro subito vincente con Lennox nell’Europeo). Ma a fare notizia in questa fine 2020 è anche, in concomitanza con il ritorno in Formula 1 del pilota Spagnolo, il nuovo sodalizio FA – Kart Republic (già attivo per l’omologa Minikart da inizio anno). Tra loro, altri nomi famosi che negli anni hanno calcato le piste - e vinto, come i telai Zanardi di CRG – oltre a diversi progetti che, dopo un inizio promettente, non hanno lasciato il segno.

Tre assi per Birel Art
“Il primo con cui abbiamo iniziato a lavorare è stato Robert Kubica – ci racconta Ronni Sala, Patron di Birel Art – sulla base chiaramente del fatto che aveva corso con noi ai tempi del kart e che i rapporti sono sempre rimasti ottimi. La sua presenza inizialmente è stata diretta, tanto che in prima persona si è impegnato con un Team – che per due tre anni ha gareggiato a livello internazionale - partecipando molto alle attività in pista. Poi ovviamente i molti impegni di un pilota di Formula 1 e non solo, lo hanno tenuto più lontano dalle gare ma tutt’ora siamo molto felici di continuare a collaborare con Robert tanto che dal 2020 abbiamo nuovamente schierato un pilota con questa livrea in modo da rilanciare il marchio. In quanto a Daniel Ricciardo, lui non ha mai gareggiato in kart con Birel in Europa, ma ha corso a lungo in Australia con il nostro importatore ed è proprio attraverso questo, lui e Daniel sono grandi amici, che in un secondo momento è nata l’idea di collaborare creando un team con il suo nome prima, promuovendo poi un vero e proprio brand all’interno della gamma Birel Art che poi si è creato il suo spazio ed è tuttora molto attivo e popolare. Con Charles Leclerc, pilota ART ai tempi del kart con il mio socio Nicolas Todt, che ora è il suo manager in Formula. Il momento per noi non poteva essere migliore in questo caso: la sua linea di kart è stata lanciata all’apice della popolarità di Charles, astro nascente della Formula 1 – perdipiù pilota Ferrari. Anche nel suo caso c’è stata la possibilità di accordarsi con un Team (Lennox n.d.r.) e con loro siamo riusciti nell’exploit di centrare il Campionato Europeo al primo anno, un risultato che si è fatto sentire anche nelle vendite.”

   

 
La scelta di Fernando
Gli appassionati di tecnica forse rimarranno delusi nel venire a sapere che non c’è un grande coinvolgimento tecnico dei piloti nella “progettazione” del mezzo ma pensandoci bene è anche giusto che sia così: ciò che un pilota di Formula 1 può dare al karting non è certo un progetto telaistico, bensì un’immagine che permetta allo sport delle quattro ruotine di divenire sempre più popolare – veicolando con sé  tutto il valore umano e professionale che vi orbita intorno. “Il coinvolgimento dei piloti è diretto nella parte di scelta delle grafiche, dei loghi, della promozione e della comunicazione – prosegue Sala – ed è invece compito mio e della squadra corse lavorare sui mezzi che poi, di fatto fondamentalmente sono dei Birel Art.” Anche Dino Chiesa , proprietario di KR e che ha lavorato sui telai Zanardi ‘made in CRG’, nel recente passato, concorda sul fatto che il contributo dei piloti F1 sia prevalentemente di immagine: “Quando in KR abbiamo avuto l’incontro e la possibilità di lavorare con Fernando chiaramente abbiamo colto l’opportunità, come si suol dire ‘meglio averlo in squadra che contro’, no? Scherzi a parte, da un punto di vista commerciale, la scelta di collaborare con Alonso è stata ben ponderata e quest’anno era già cominciata con la Minikart. Avendo poi CIK FIA esteso le omologhe a tutto il 2021 abbiamo a quel punto  pensato che fosse il momento di scendere in pista in maniera ufficiale anche con il fratello maggiore, senza attendere la prossima omologa.”
 
F.Marangon
 
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