La X30, ad oggi, è la categoria che sta salvando la classe monomarcia in Italia dall’estinzione dopo il fallimento della OK a livello nazionale. Cosa si può fare per migliorarla e come sfruttare questa buona esperienza per rilanciare una categoria nazionale open?
Inutile nascondersi dietro ad un dito: la OK, pur se molto prestante, veloce e divertente, non ha sfondato a livello nazionale. Anzi, diciamo che è stato un totale fallimento nelle gare minori se si considera che non si riesce neanche a costituire le categorie a livello di Campionato Italiano. Torneremo a parlare di OK in un altro momento; ora concentriamoci sulla X30 e sul suo attuale successo, anche se usare la parola “successo” nel panorama kartistico italiano di oggi può rappresentare un azzardo. Diciamo che la X30 sta portando sulle sue spalle tutto il peso della classe monomarcia, quella che una volta era giustamente considerata la “regina” del kart e ora ridotta a un mucchio di macerie grazie alla lungimiranza di chi istituì la fallimentare KF. Sappiamo che ormai i piloti “professionisti”, quelli che vogliono correre in monoposto, lasciano il karting a 15 anni e la loro carriera si snoda essenzialmente tra 60 e OKJ, salvo qualche rara apparizione in KZ, per abituarsi al cambio di velocità, e in OK per portare a casa il sempre prestigioso titolo di Campione del Mondo, quello vero e non la vittoria in una finale internazionale “Coppa del Nonno”
Il segreto del successo
Quali sono state le ragioni del successo della X30? Facile a dirsi. La prima cosa che viene in mente è il motore. Piuttosto brillante in accelerazione, sufficientemente affidabile, privo di veri punti deboli o di sofisticazioni come la valvola parzializzatrice dello scarico. La scelta di adottare un carburatore a membrana permette poi ai piloti di potersi mettere a posto senza dover aspettare la manna dal cielo, ovvero che “il preparatore” gli monti getto, polverizzatore e spillo giusti senza di cui si è fuori dai giochi. Unendo queste cose alla moda, o alla carenza di una migliore offerta che dir si voglia, la X30 rappresenta oggi nelle sue due declinazioni (Junior e Senior) l’unica reale alternativa alle categorie con cambio di velocità o alla costosissima avventura nelle gare internazionali riservate alla OK.
Chiarezza prima di tutto
Il segreto del successo
Quali sono state le ragioni del successo della X30? Facile a dirsi. La prima cosa che viene in mente è il motore. Piuttosto brillante in accelerazione, sufficientemente affidabile, privo di veri punti deboli o di sofisticazioni come la valvola parzializzatrice dello scarico. La scelta di adottare un carburatore a membrana permette poi ai piloti di potersi mettere a posto senza dover aspettare la manna dal cielo, ovvero che “il preparatore” gli monti getto, polverizzatore e spillo giusti senza di cui si è fuori dai giochi. Unendo queste cose alla moda, o alla carenza di una migliore offerta che dir si voglia, la X30 rappresenta oggi nelle sue due declinazioni (Junior e Senior) l’unica reale alternativa alle categorie con cambio di velocità o alla costosissima avventura nelle gare internazionali riservate alla OK.
Chiarezza prima di tutto