I limiti della velocità

- Opinioni
Non è un segreto che sulle piste più popolari i mezzi delle categorie OK e KZ tengano velocità medie intorno ai 105 kmh. Viene da chiedersi se sia davvero un fattore positivo che si possano raggiungere velocità così alte, perché se la velocità l’essenza del Motorsport, non è detto che sia il fattore più importante. Sicuramente non è il solo. (f.m)

Primariamente,  medie così alte sono date dal fatto che le velocità minime e massime, specie su circuiti come Zuera, Sarno, etc. siano notevoli.
Guardando alla telemetria di un KZ, velocità massime intorno ai 160 kmh danno da pensare: perché? Primariamente, per una questione di sicurezza: protezioni e vie di fuga potrebbero, oltre un certo limite, risultare inadeguate. Da non sottovalutare inoltre anche il peso dei mezzi, che trasforma i kart in pericolosi proiettili nel caso di uno scontro fortuito (pensate al crash tra Antonelli e Weug a Portimao all’ultimo Mondiale OK).

C’è però anche un secondo aspetto, tecnico e sportivo che è quello di mettere in primo piano l’importanza dei motori: così “veloci”, così delicati, e quindi fonte di costi notevoli a causa delle frequenti revisioni.  In aggiunta, il fatto che spesso si usino rapporti estremi – scelta praticamente obbligata su certe piste –  va ad accentuare ulteriormente il problema di affaticamento del motore, specie nella categorie senza il cambio.

Si potrebbe obiettare che “certe” velocità non si raggiungono in tutte le piste ma è pur sempre vero che le piste più recenti e  “quotate” dagli organizzatori sono primariamente quelle dove queste velocità si raggiungono e ad essere completamente onesti è vero, non è tanto l’evoluzione dei kart in sé ad aver spinto così in alto la prestazione velocistica quanto la conformazione dei tracciati, che somigliano sempre più a dei mini-autodromi  (dove in realtà moto e auto girano regolarmente, anche per ragioni di bilancio degli impianti).

La questione non lascia esente ovviamente la classe Mini, che aldilà di alcuni incidenti terrificanti che spesso lasciano con il fiato sospeso, fa registrare un calo tecnico del suo valore propedeutico. Se conta solo il motore infatti,  si perde l’opportunità di imparare, come fece notare qualche tempo fa Jarno Trulli esprimendosi a proposito di quei circuiti dove nella Mini si tiene l’acceleratore a tavoletta per quasi tutto il giro: «cosa impari quando nell’arco di un giro, a stento usi i due pedali?»

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