Jos Verstappen è considerato uno dei migliori piloti Olandesi di sempre in F1, prima di ritirarsi per divenire il mentore del figlio Max. Nella sua carriera spiccano due vittorie a Le Mans, vittorie in A1 GP, al Marlboro Master di F3 e in F3 Tedesca prima, per non contare le vittorie nel Karting: due campionati Europei e un titolo Junior nel suo paese. Ecco cosa ci ha raccontato dei bei tempi con Paul Lemmens.
«Ancora ricordo il giorno in cui cominciarono i lavori per la costruzione della pista di Genk. Avevo 9/10 anni: c’era solo la traccia del circuito e un sacco di sabbia intorno. Paul era in cantina a lavorare. Io e lui ci conosciamo da una vita, saranno 40 anni ormai. Ho corso per Paul quando avevo 13/14 anni, lui era un preparatore molto conosciuto e il suo team. Aveva in gestione moltissimi motori, anche quelli che noleggiava per le gare: la cosa buffa è che dovevo testarli tutti io. Da un lato però era buono per me, dato che almeno potevo scegliere quale usare in gara!
A 17 anni iniziai a lavorare per Paul nella sua officina, lo aiutavo nella revisione dei motori oltre ad aiutare il Team in pista. Abbiamo passato davvero molto tempo insieme.
C’erano molti ottimi piloti all’epoca: Guy De Nies, Jan Heylen, Sophie Kumpen, ci siamo divertiti un sacco insieme. Ricordo che una sera in cui pioveva, dato che davamo una mano nella gestione dei kart da noleggio, salimmo sui kart e iniziammo a speronarci in pista: Paul andò su tutte le furie nel vederci e si mise ad urlare sbattendo con il martello sul tavolo, fu molto divertente.
Con lui ci capivamo benissimo e c’era il massimo rispetto: ho ancora i brividi a pensarci ora. In quel periodo lavorai anche con Fred, un meccanico che tuttora lavora con GKS. Lui parlava solo francese e senza capirci a parole, avevamo una grande intesa. Anche con lui sono ancora in contatto: negli anni siamo stati poi anche avversari, quando io avevo il mio team e facevo correre Max contro i suoi piloti.
Paul è un tipo passionale, molto motivato, in tante cose mi rivedo in lui. Ho imparato da lui a lavorare duro per vincere e non solo: ho imparato molto sulla preparazione dei motori nelle lunghe giornate di lavoro al banco motori. A volte facevamo le ore piccole.
Il rapporto tra noi è rimasto ottimo, non solo tecnicamente questo rapporto mi ha lasciato molto: ho bei ricordi di quando Max era piccolo. E’ stato un modo di imparare un sacco di cose divertendosi e stando insieme ad una persona davvero piacevole. »
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A 17 anni iniziai a lavorare per Paul nella sua officina, lo aiutavo nella revisione dei motori oltre ad aiutare il Team in pista. Abbiamo passato davvero molto tempo insieme.
C’erano molti ottimi piloti all’epoca: Guy De Nies, Jan Heylen, Sophie Kumpen, ci siamo divertiti un sacco insieme. Ricordo che una sera in cui pioveva, dato che davamo una mano nella gestione dei kart da noleggio, salimmo sui kart e iniziammo a speronarci in pista: Paul andò su tutte le furie nel vederci e si mise ad urlare sbattendo con il martello sul tavolo, fu molto divertente.
Con lui ci capivamo benissimo e c’era il massimo rispetto: ho ancora i brividi a pensarci ora. In quel periodo lavorai anche con Fred, un meccanico che tuttora lavora con GKS. Lui parlava solo francese e senza capirci a parole, avevamo una grande intesa. Anche con lui sono ancora in contatto: negli anni siamo stati poi anche avversari, quando io avevo il mio team e facevo correre Max contro i suoi piloti.
Paul è un tipo passionale, molto motivato, in tante cose mi rivedo in lui. Ho imparato da lui a lavorare duro per vincere e non solo: ho imparato molto sulla preparazione dei motori nelle lunghe giornate di lavoro al banco motori. A volte facevamo le ore piccole.
Il rapporto tra noi è rimasto ottimo, non solo tecnicamente questo rapporto mi ha lasciato molto: ho bei ricordi di quando Max era piccolo. E’ stato un modo di imparare un sacco di cose divertendosi e stando insieme ad una persona davvero piacevole. »
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