La competizione più importante della stagione karting, il Campionato del Mondo, è oggetto di uno scontro tra la FIA e i Costruttori. E non è la prima volta che accade (di g.c.g.)
La Fia e i Costruttori karting del made in Italy si ritrovano in disaccordo per la location del Mondiale karting in Brasile, in programma il 5 dicembre 2021, appuntamento già rimandato di un anno e qualche mese causa pandemia.
È bene ricordare che questa importante tappa di fine stagione è stata voluta da Felipe Massa appena insediatosi alla presidenza della Cik. Un desiderio che anche il precedente presidente Abdulla Bin Isa Al Khalifa è riuscito a soddisfare portando nel 2016 il Mondiale in Bahrain.
Questo del Brasile però sembra essere nato sotto una cattiva stella (dicasi pandemia da Covid-19) e un po’ tutti i team che tengono in piedi il palcoscenico del karting internazionale non hanno mai espresso in questo anno e mezzo la minima intenzione di andarci. Anche se in occasione della terza prova dell’Europeo a Sarno i presupposti per ribaltare la situazione in favore dell’adesione al mondiale da parte dei team sembravano esserci tutti.
L’organizzatore dell’evento Ricardo Gracia in quell’occasione comunicò alla stampa di aver invogliato un po’ tutti i partecipanti a prendere parte a questa competizione esponendosi economicamente come portavoce degli investitori brasiliani, sforzo importante che comprende la logistica e il comparto “Hospitality” dove gli organizzatori avrebbero garantito a loro spese, gli spostamenti, il pernottamento dei piloti e team, così come già anticipato sulla nostra piattaforma una ventina di giorni fa.
Ma in realtà l’Organizzatore aveva frainteso la volontà dei costruttori e team di stare alla finestra per monitorare la situazione sanitaria e l’effetto della campagna vaccini che, purtroppo, non hanno sortito il miglioramento della situazione nei successivi due mesi. Va detto, infatti, che la maggioranza dei team ha espresso la volontà di non prendere parte all’evento iridato fin da inizio stagione.
Nella successiva tappa di Zuera, infatti, i team più rappresentativi della kermesse internazionale hanno controfirmato un documento che ufficializza la non disponibilità a partecipare al Mondiale in Brasile. La difficile situazione sanitaria che si registra in Brasile in relazione alla pandemia da Covid-19 è sicuramente un motivo valido per dissuadere il Circus. Una preoccupazione giustificata se vogliamo così come lo è stata quella che ha finito per rimandare la manifestazione dal 2020 al 2021 sempre causa pandemia da Covid-19.
I timori per la situazione sanitaria sono condivisi non solo dai singoli team manager, ma anche dal personale delle squadre (in tanti non hanno dato la disponibilità a viaggiare in Brasile) e dalle famiglie dei piloti.
Il cartello dei firmatari avrebbe voluto che il Mondiale si fosse disputato nel nord Italia, ovviamente. Su questo punto i team avevano anche l’appoggio del promoter (RGMMC) che a Zuera aveva presentato alle squadre un possibile piano “B” spostando l’evento proprio in Italia, questo in considerazione del fatto che il 70% del personale delle squadre è appunto italiano.
Ma la FIA non ha voluto sottostare a tale imposizione e, a prescindere da quello che vorranno fare i team firmatari di questa petizione, ha già diffuso un comunicato in cui ribadisce la disputa del Mondiale Karting presso lo Speed Park di Biringui.
Uno scontro che potrebbe degenerare in una presa di posizione ancora più pericolosa per il karting professionistico sotto l’egida della FIA.
Chi la spunterà? Sicuramente non sarà un bene per l’immagine del karting che in queste situazioni di conflitto si ritrova a pagare il prezzo più alto. L’aspetto poco rassicurante di questa vicenda è che la Federazione non ha voluto considerare una richiesta dei Costruttori fatta all’unanimità che si basa pure su difficoltà oggettive.
Il Mondiale in Brasile si farà assicura la Fia, con o senza i costruttori. Staremo a vedere.
È bene ricordare che questa importante tappa di fine stagione è stata voluta da Felipe Massa appena insediatosi alla presidenza della Cik. Un desiderio che anche il precedente presidente Abdulla Bin Isa Al Khalifa è riuscito a soddisfare portando nel 2016 il Mondiale in Bahrain.
Questo del Brasile però sembra essere nato sotto una cattiva stella (dicasi pandemia da Covid-19) e un po’ tutti i team che tengono in piedi il palcoscenico del karting internazionale non hanno mai espresso in questo anno e mezzo la minima intenzione di andarci. Anche se in occasione della terza prova dell’Europeo a Sarno i presupposti per ribaltare la situazione in favore dell’adesione al mondiale da parte dei team sembravano esserci tutti.
L’organizzatore dell’evento Ricardo Gracia in quell’occasione comunicò alla stampa di aver invogliato un po’ tutti i partecipanti a prendere parte a questa competizione esponendosi economicamente come portavoce degli investitori brasiliani, sforzo importante che comprende la logistica e il comparto “Hospitality” dove gli organizzatori avrebbero garantito a loro spese, gli spostamenti, il pernottamento dei piloti e team, così come già anticipato sulla nostra piattaforma una ventina di giorni fa.
Ma in realtà l’Organizzatore aveva frainteso la volontà dei costruttori e team di stare alla finestra per monitorare la situazione sanitaria e l’effetto della campagna vaccini che, purtroppo, non hanno sortito il miglioramento della situazione nei successivi due mesi. Va detto, infatti, che la maggioranza dei team ha espresso la volontà di non prendere parte all’evento iridato fin da inizio stagione.
Nella successiva tappa di Zuera, infatti, i team più rappresentativi della kermesse internazionale hanno controfirmato un documento che ufficializza la non disponibilità a partecipare al Mondiale in Brasile. La difficile situazione sanitaria che si registra in Brasile in relazione alla pandemia da Covid-19 è sicuramente un motivo valido per dissuadere il Circus. Una preoccupazione giustificata se vogliamo così come lo è stata quella che ha finito per rimandare la manifestazione dal 2020 al 2021 sempre causa pandemia da Covid-19.
I timori per la situazione sanitaria sono condivisi non solo dai singoli team manager, ma anche dal personale delle squadre (in tanti non hanno dato la disponibilità a viaggiare in Brasile) e dalle famiglie dei piloti.
Il cartello dei firmatari avrebbe voluto che il Mondiale si fosse disputato nel nord Italia, ovviamente. Su questo punto i team avevano anche l’appoggio del promoter (RGMMC) che a Zuera aveva presentato alle squadre un possibile piano “B” spostando l’evento proprio in Italia, questo in considerazione del fatto che il 70% del personale delle squadre è appunto italiano.
Ma la FIA non ha voluto sottostare a tale imposizione e, a prescindere da quello che vorranno fare i team firmatari di questa petizione, ha già diffuso un comunicato in cui ribadisce la disputa del Mondiale Karting presso lo Speed Park di Biringui.
Uno scontro che potrebbe degenerare in una presa di posizione ancora più pericolosa per il karting professionistico sotto l’egida della FIA.
Chi la spunterà? Sicuramente non sarà un bene per l’immagine del karting che in queste situazioni di conflitto si ritrova a pagare il prezzo più alto. L’aspetto poco rassicurante di questa vicenda è che la Federazione non ha voluto considerare una richiesta dei Costruttori fatta all’unanimità che si basa pure su difficoltà oggettive.
Il Mondiale in Brasile si farà assicura la Fia, con o senza i costruttori. Staremo a vedere.