La potenza degli elettroni_1 parte

- Test in Pista
Ecco per i lettori di Vroom Italia il test da noi realizzato a Wackersdorf, e pubblicato in esclusiva su Vroom International di Giugno, del kart elettrico Rotax Project E20 che anima il DEKM (campionato tedesco con i kart elettrici) e che non ci fa rinunciare a nulla in quanto a prestazioni (A cura di M. Voltini - Foto di D. Paolicelli)


Con il progressivo allentamento delle misure sanitarie precauzionali conseguenti alla pandemia da coronavirus, siamo finalmente riusciti a realizzare una prova in pista alla quale tenevamo particolarmente e che troppe volte siamo stati costretti a rimandare per forza di cose. Parliamo di quella del Rotax Project E20, vale a dire la proposta a trazione elettrica del costruttore austriaco. Si tratta del kart da competizione (e non certo da noleggio) che anima il DEKM, sigla che sta per Deutsche Elektro Kart Meisterschaft, vale a dire il campionato tedesco per i kart elettrici, giunto ormai alla sua quarta edizione. 

Crediamo dovrebbe essere quasi superfluo sottolineare l'importanza di una categoria karting elettrica, in un mondo del motorsport che nelle categorie automobilistiche sta virando con sempre maggior decisione verso serie "ecologiche", "a impatto zero" dal punto di vista ambientale, come la ormai ben nota Formula E ma anche una specifica classe nel Rallycross (e altre sono in arrivo nelle varie specialità automobilistiche). 

Ma torniamo a concentrarci sul nostro test, che si è svolto sulla probante pista di Wackersdorf, il circuito Pro Kart Raceland nel sud-est della Germania che ha ospitato già diverse gare titolate Cik/Fia e non ultima la prova finale del RMCET domenica scorsa, 5 Settembre grazie a una struttura ben organizzata e ad un interessante tracciato di quasi 1,2 km. Qui ci accoglie Steven Chapman, manager BRP, che ci offre le prime spiegazioni sul kart e su come utilizzarlo. 

BRIEFING ELETTRICO 
Onestamente, pensavamo che questo briefing per capire le particolarità del kart elettrico by Rotax sarebbe stato più complesso. Dopotutto si tratta di un sistema che funziona a 350 Volt, per cui una certa precauzione (e un certo timore) pensiamo siano inevitabili. Invece non sono necessarie chissà quali attenzioni, se non quelle solite che già adottiamo con un kart normale: per esempio stare attenti a dove si mettono i piedi quando si sale e scende. Se con i kart tradizionali dobbiamo evitare di pestare i cavi dei comandi, i tubi della benzina e, nel caso, i cablaggi dell'avviamento elettrico, qui bisogna fare attenzione ai cavi arancioni che "trasportano" la corrente elettrica. 

C'è inoltre un pulsante d'emergenza per "staccare" completamente l'alimentazione elettrica, come pure uno spinotto che utilizziamo come interruttore principale, ma la vera precauzione da tenere sempre ben presente è in realtà una sola: se succedesse un malfunzionamento ("ma sarebbe la prima volta", ci viene detto) e si accendessero i led rossi sullo specifico dashboard, allora fermiamoci ai lati della pista e non facciamo nulla finché non arrivano i tecnici Rotax. Al massimo, se proprio dobbiamo/vogliamo scendere dal kart, ricordiamoci di farlo con l'ormai famoso "saltino", per evitare di fare "ponte elettrico" tra kart e terra con i piedi. 

DUE TEMPISTICHE DI RICARICA 
In questa occasione impariamo anche qualcosa sulla ricarica delle batterie, che sono agli ioni di litio. Basta collegarle al caricabatterie specifico con il suo cavo ad aggancio rapido e posizionare due coperture dotate di ventole sulle batterie stesse, in modo da raffreddarle durante la ricarica. Per quest'ultima sono disponibili due modalità: una è quella rapida, che richiede 45 minuti circa ed è adatta per le normali giornate di test, quando vogliamo entrare in pista il più frequentemente possibile. Altrimenti la modalità di ricarica normale, quella che si adotta nelle giornate di gara (tanto tra una manche e l'altra c'è abbastanza tempo) richiede circa un'ora e mezza se proprio abbiamo le batterie a zero. 

Una situazione, quest'ultima, che in realtà non dovrebbe verificarsi nelle normali condizioni operative di gara. Infatti motore, batterie e software sono stati ottimizzati in modo da non dover gestire o "risparmiare" alcunché durante una corsa. Infatti, posto che una gara sia normalmente su 15 giri circa, una ricarica completa permetterebbe al kart di percorrere 18-20 giri, quindi almeno 3 in più del necessario. Dunque si può correre pensando sempre e solo a dare il massimo. Va aggiunto come il software gestionale sia stato realizzato in modo che, qualora si raggiungesse lo zero per cento di carica (la quantità è sempre mostrata sullo strumento al volante) il kart elettrico della Rotax non si fermi sul posto bensì permetta in ogni caso di rientrare ai box a potenza limitata. 

VROOM INTERNATIONAL N.239 JUNE 2021
 

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