Visto il tema sempre caldo della sicurezza nel karting, e la giusta considerazione che le prestazioni dei mezzi vanno valutate nel contesto dei circuiti dove tali prestazioni diventano possibili, abbiamo coinvolto nel dibattito un esperto in materia. (f.m.)
Per essere il più oggettivi possibile sul tema della sicurezza in fase di progettazione e omologa di un circuito abbiamo interpellato uno dei più noti e apprezzati tecnici in materia, Jarno Zaffelli, raggiunto ad Abu Dhabi dove si trova al lavoro per le modifiche al circuito F1 di Yas Marina. Tra i suoi più recenti lavori, il rifacimento di Zandvoort, tornata dopo decenni nel calendario F1 e la messa in sicurezza per la F1 degli autodromi del Mugello e Imola, oltre che Silverstone, Paul Ricard, Portimao. Nel suo curriculum anche il celeberrimo ‘remake’ della Pista di Parma a Mooresville, negli Stati Uniti e il nuovo Kartodromo di Cremona.
«Il processo di omologa di una pista segue le linee guida della FIA, alla quale il progetto viene presentato dalle ASN (le federazioni nazionali). In sostanza si tratta di soddisfare dei requisiti minimi, che talvolta anche il progetto di un ‘progettista occasionale’ può superare.»
Chiediamo a Zaffelli di spiegarci meglio cosa intende per ‘progettista occasionale’.
«Esistono due tipi di progetto: quelli realizzati da chi progetta piste per mestiere, ovvero un professionista, e chi invece – per qualsivoglia motivo, e anche a volte perché con un certo grado di competenza – progetta circuiti occasionalmente o addirittura ‘una tantum’. Generalmente un professionista tiene conto di molteplici fattori proprio perché ha sulle spalle l’esperienza di anni di lavoro, di casualità di cui è a conoscenza, di incidenti, e parliamo di miglia di incidenti in centinaia di possibili situazioni diverse. Insomma un bagaglio insostituibile di competenze quando vogliamo mettere al mondo un circuito che sia il più sicuro possibile.»
Come fa un circuito ad essere considerato “sicuro”: di cosa parliamo quando parliamo di “sicurezza di una pista”?
«Un circuito ben progettato, oltre che da un bel disegno, nasce con un grande lavoro di simulazione che tiene conto di tutto quanto sta alle nostre spalle: non ci si può che basare solo sull’esperienza, perché quando parliamo di Motorsport, e in genere di situazioni con un certo grado di pericolo intrinseco, lavoriamo sulle probabilità e sulle possibilità che qualcosa accada. Nel motorsport, le perdite di controllo del mezzo sono possibili e probabili. Ed è possibile contenerli efficacemente nella stragrande maggioranza dei casi...
«Il processo di omologa di una pista segue le linee guida della FIA, alla quale il progetto viene presentato dalle ASN (le federazioni nazionali). In sostanza si tratta di soddisfare dei requisiti minimi, che talvolta anche il progetto di un ‘progettista occasionale’ può superare.»
Chiediamo a Zaffelli di spiegarci meglio cosa intende per ‘progettista occasionale’.
«Esistono due tipi di progetto: quelli realizzati da chi progetta piste per mestiere, ovvero un professionista, e chi invece – per qualsivoglia motivo, e anche a volte perché con un certo grado di competenza – progetta circuiti occasionalmente o addirittura ‘una tantum’. Generalmente un professionista tiene conto di molteplici fattori proprio perché ha sulle spalle l’esperienza di anni di lavoro, di casualità di cui è a conoscenza, di incidenti, e parliamo di miglia di incidenti in centinaia di possibili situazioni diverse. Insomma un bagaglio insostituibile di competenze quando vogliamo mettere al mondo un circuito che sia il più sicuro possibile.»
Come fa un circuito ad essere considerato “sicuro”: di cosa parliamo quando parliamo di “sicurezza di una pista”?
«Un circuito ben progettato, oltre che da un bel disegno, nasce con un grande lavoro di simulazione che tiene conto di tutto quanto sta alle nostre spalle: non ci si può che basare solo sull’esperienza, perché quando parliamo di Motorsport, e in genere di situazioni con un certo grado di pericolo intrinseco, lavoriamo sulle probabilità e sulle possibilità che qualcosa accada. Nel motorsport, le perdite di controllo del mezzo sono possibili e probabili. Ed è possibile contenerli efficacemente nella stragrande maggioranza dei casi...