Ragazze in pista: in attesa di un confronto “alla pari”

- Dal Kart alla F1
Negli ultimi 40 anni lo scenario del Motorsport ‘al femminile’ è cambiato molto. Nello stesso tempo, rimane difficile per una ragazza salire fino all’apice delle corse, il Mondiale di Formula 1. (F.M.)

Nel corso degli anni, la donna che ha deciso di scendere in pista ha coperto vari ruoli. Dalle rare ragazze  “maschiaccio”, spinte unicamente dalla passione e che spesso si rivelavano solo una volta tolto il casco, alle ragazze “copertina”, che hanno mostrato come si possono far coesistere la grazia tipica del genere femminile con la brutalità delle corse in macchina. Nel mezzo un ambiente che non sempre si è rivelato favorevole, ancora discriminatorio, sebbene il ‘politically correct’ abbia portato ad un sano compromesso d’immagine. La realtà è però che, salvo rari casi (e perlopiù oltre Oceano, negli USA) siamo nel 2022 e nessuna donna si è mai affacciata all’apice dell’automobilismo con serie velleità di vittoria. La nota di “colore” o l’interesse morboso di stampo quasi scandalistico ha sempre accompagnato il racconto della “donna pilota in Formula 1”, figuriamoci della donna potenzialmente vincente in F1. Perché ammettiamolo: il pregiudizio di genere rimane, e pur astenendoci dal citare nomi illustri dell’automobilismo di vertice nelle loro infelici uscite sul tema, possiamo dire che lo spazio di manovra per le ragazze nel nostro sport è ancora minimo. O che perlomeno nessun grande attore del circus (Team e case automobilistiche, grandi sponsor, Federazioni, personaggi in vista, Manager etc..) si è mai veramente sbilanciato per seguire il percorso di una di queste velocissime ragazze. Non è un dibattito su chi va forte o meno, e sebbene ci siano delle ragazze che si sono distinte per vari motivi, in varie categorie ed epoche, al momento le possibilità di vedere una ragazza al volante di una Formula 1 rimangono pochissime. Se vogliamo fare un discorso serio, quelle di vedere una donna campione del Mondo di F1, pari a zero.
La W Series, che spesso sulla nostra piattaforma abbiamo raccontato, è un primo passo e non può che fare bene al movimento, perché ha portato e sta portando in pista ragazze che senza questa opportunità avrebbero magari già smesso. E’ un bene che esista e che continui a fare promozione, anche solo per rendere noto al mondo che essere una donna e fare il pilota è possibile, ma non può essere e non deve essere l’unico sbocco. Deve esserci, e per fortuna qualcosa si sta muovendo pian piano,  un programma mirato a seguire delle ragazze in un percorso identico a quello che viene preparato su misura per i loro coetanei maschi. Perché ci piacerebbe che il toto-piloti F1, tra qualche anno, prevedesse qualcuna delle ragazze che già da ora stanno mostrando di meritarsi una possibilità.
 

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