Una sempreverde diatriba ‘tecnica’, quella tra 2T e 4T, torna alla ribalta quando si parla di promozione e rilancio.
Il palcoscenico delle competizioni motoristiche, non ultimo il Karting è stato da sempre volano di idee e sviluppi tecnologici e la distinzione tecnica tra i motori a combustione interna 4T e i 2T, nel corso degli anni ha dato spunti di riflessione che rilanciano l’importanza di non lasciar indietro nessuno e proseguire uno sviluppo di entrambi le filosofie costruttive al fine di una miglioria generale.
La storia
Da quando esiste il motore a combustione interna sia come Macchina termica finalizzata alla locomozione e non solo, è stato un susseguirsi di evoluzioni che hanno portato quest’ultimo ad essere uno dei principali attori dell’evoluzione moderna. Dall’idea iniziale che fu dei pionieri italiani, padre Barsanti e dell’Ingegner Matteucci si è passato dapprima al perfezionamento del ciclo a 4 tempi da parte di Nikolaus Otto e poi pochi anni dopo allo sviluppo di quello che è il motore a 2 Tempi da parte dell’Ingegner Dugald Clerk.
Sebbene gli aspetti teorici alla base dei 2T e dei 4T siano differenti, nel corso degli ultimi anni entrambi le tipologie costruttive sono state implementate al fine di raggiungere un equilibrio “tecnico-politico” derivante dall’esigenza di ridurre gli sprechi e al contempo rinvigorire un movimento che per via della crisi economica e in ultimo pandemica soffre in maniera cronica di un impoverimento di nuovi sviluppi. Dalla letteratura e dall’esperienza tecnica, sappiamo che il motore 2T risulta essere meno “complesso” del motore 4T principalmente per via dell’assenza di molti componenti quali valvole, alberi e le catene legate alla distribuzione. Un motore due tempi completa il ciclo in due corse del pistone e ciò significa che con una sola rotazione dell’albero motore viene completato un ciclo; quindi la fase di compressione e quella di espansione avviene nelle due corse, mentre la sostituzione della carica (anche detta lavaggio) avviene con il pistone in prossimità del punto morto inferiore, grazie alla pompa di lavaggio. In linea teorica il motore a 2T, oltre ad avere una maggiore potenza a parità di cilindrata rispetto al 4T, potrebbe anche essere più economico dal punto di vista dei consumi se non ci fossero perdite allo scarico.
Queste e altri limiti tecnologici sono responsabili di buona parte del fardello inquinante che rendono i motori 2T tradizionali largamente problematici rispetto ai limiti imposti dalle ultime normative sul tema. Nel nome di questa “convergenza” tra esigenze economiche, ambientali e tecniche, possiamo fare un passo avanti dal punto di vista della comunicazione e senz’altro sdoganare i concetti di “complesso Vs semplice” quando parliamo di 2T Vs 4T e arrivare ad una visione quanto più relativa della questione, che porti ad apprezzare i benefici di entrambi senza soffermarci troppo sulla bontà dell’una o dell’altra scelta. Ovviamente questo avvicendamento trasversale tra le due architetture porta ad un aumento dei costi dovuti allo sviluppo degli stessi, ad esempio, nell’uso sempre più massiccio di materiali con caratteristiche tali da consentire una riduzione di peso per i 4T o di materiali capaci di aumentare la longevità del 2T senza troppo inficiare il DNA dello stesso.
È sbalorditivo appurare come la stragrande maggioranza delle persone che si avvicinano al karting provando un kart con qualsiasi motorizzazione ne rimanga entusiasta; sembrano ormai lontani i tempi della nostra intervista ai due grandi tecnici delle due architetture, Thiel per i 2T e Forghieri 4T uscita sul numero 270 di Vroom con tutte le diatribe annesse tra i ‘puristi’ del 2T e chi vedeva nel 4T occasione di business e poco più.La consapevolezza del momento porta l’intero ambiente in una nuova visione, spazzando le nubi dei preconcetti e del pessimismo a tutti i costi e anzi è auspicabile promuovere quanto più possibile il Kart a 360° in ogni sua architettura, dai più tradizionali 2T al 4T, fino al full electric, per avvicinare quanto più pubblico possibile: bambini, o adulti che siano alla scoperta dell’essenza del nostro amato sport senza spendere un patrimonio, perché ricordiamo prima di ogni cosa il Kart è divertimento e passione .
La storia
Da quando esiste il motore a combustione interna sia come Macchina termica finalizzata alla locomozione e non solo, è stato un susseguirsi di evoluzioni che hanno portato quest’ultimo ad essere uno dei principali attori dell’evoluzione moderna. Dall’idea iniziale che fu dei pionieri italiani, padre Barsanti e dell’Ingegner Matteucci si è passato dapprima al perfezionamento del ciclo a 4 tempi da parte di Nikolaus Otto e poi pochi anni dopo allo sviluppo di quello che è il motore a 2 Tempi da parte dell’Ingegner Dugald Clerk.
Sebbene gli aspetti teorici alla base dei 2T e dei 4T siano differenti, nel corso degli ultimi anni entrambi le tipologie costruttive sono state implementate al fine di raggiungere un equilibrio “tecnico-politico” derivante dall’esigenza di ridurre gli sprechi e al contempo rinvigorire un movimento che per via della crisi economica e in ultimo pandemica soffre in maniera cronica di un impoverimento di nuovi sviluppi. Dalla letteratura e dall’esperienza tecnica, sappiamo che il motore 2T risulta essere meno “complesso” del motore 4T principalmente per via dell’assenza di molti componenti quali valvole, alberi e le catene legate alla distribuzione. Un motore due tempi completa il ciclo in due corse del pistone e ciò significa che con una sola rotazione dell’albero motore viene completato un ciclo; quindi la fase di compressione e quella di espansione avviene nelle due corse, mentre la sostituzione della carica (anche detta lavaggio) avviene con il pistone in prossimità del punto morto inferiore, grazie alla pompa di lavaggio. In linea teorica il motore a 2T, oltre ad avere una maggiore potenza a parità di cilindrata rispetto al 4T, potrebbe anche essere più economico dal punto di vista dei consumi se non ci fossero perdite allo scarico.
Queste e altri limiti tecnologici sono responsabili di buona parte del fardello inquinante che rendono i motori 2T tradizionali largamente problematici rispetto ai limiti imposti dalle ultime normative sul tema. Nel nome di questa “convergenza” tra esigenze economiche, ambientali e tecniche, possiamo fare un passo avanti dal punto di vista della comunicazione e senz’altro sdoganare i concetti di “complesso Vs semplice” quando parliamo di 2T Vs 4T e arrivare ad una visione quanto più relativa della questione, che porti ad apprezzare i benefici di entrambi senza soffermarci troppo sulla bontà dell’una o dell’altra scelta. Ovviamente questo avvicendamento trasversale tra le due architetture porta ad un aumento dei costi dovuti allo sviluppo degli stessi, ad esempio, nell’uso sempre più massiccio di materiali con caratteristiche tali da consentire una riduzione di peso per i 4T o di materiali capaci di aumentare la longevità del 2T senza troppo inficiare il DNA dello stesso.
È sbalorditivo appurare come la stragrande maggioranza delle persone che si avvicinano al karting provando un kart con qualsiasi motorizzazione ne rimanga entusiasta; sembrano ormai lontani i tempi della nostra intervista ai due grandi tecnici delle due architetture, Thiel per i 2T e Forghieri 4T uscita sul numero 270 di Vroom con tutte le diatribe annesse tra i ‘puristi’ del 2T e chi vedeva nel 4T occasione di business e poco più.La consapevolezza del momento porta l’intero ambiente in una nuova visione, spazzando le nubi dei preconcetti e del pessimismo a tutti i costi e anzi è auspicabile promuovere quanto più possibile il Kart a 360° in ogni sua architettura, dai più tradizionali 2T al 4T, fino al full electric, per avvicinare quanto più pubblico possibile: bambini, o adulti che siano alla scoperta dell’essenza del nostro amato sport senza spendere un patrimonio, perché ricordiamo prima di ogni cosa il Kart è divertimento e passione .