Un dilemma che tocca chi si avvicina al karting ma anche chi ha già qualche esperienza e vuole provare qualcosa di diverso. (M.B.)
Altro dilemma del kartista oltre a quello tra gomme dure e gomme morbide è quello della scelta tra kart con marce e kart senza marce. Per dipanare questa discussione un poco “da bar” siamo andati in pista in una giornata di prove libere per parlare direttamente con piloti – domenicali e agonisti - che questo quesito se lo sono già posto.
Quello che è emerso è che chi corre con un KZ (kart a marce) a livello amatoriale, spesso (ma non sempre) ha iniziato a correre in kart in età più avanzata o comunque con una breve esperienza con il monomarcia (alcuni addirittura hanno iniziato subito con il KZ).
Il kart a marce, si sa, è molto più dispendioso e impegnativo fisicamente, si guida infatti con una mano per metà del tempo sul giro (impensabile “tenerlo” senza allenamento) e di conseguenza anche lo stile di guida differisce molto dal monomarcia, rendendolo più simile ad una macchina (ricordiamo che i kart a marce hanno anche i freni anteriori).
Uno dei lati positivi del kart con marce è che se sbagli una curva puoi sempre scalare una marcia… Con un kart monomarcia c’è meno possibilità di rimediare ad un errore, per esempio. La maggior parte dei piloti che abbiamo intervistato, a onor del vero, consiglia sempre di iniziare con un monomarcia, vera scuola di guida per la guida “pulita”, soprattutto per imparare i rudimenti della guida del kart, come le traiettorie e l’inserimento in curva. Il kart con marce essendo più veloce e potente ha forse più un carattere di sfida per il pilota “new entry” attratto da emozioni adrenaliniche e sensazioni forti, ma è giusto ricordare anche che la velocità in curva di un OK (categoria top del monomarcia) è difficilmente eguagliabile da un KZ (e anche sul dritto non è che vadano piano…).
Dal punto di vista dell’usato è facile trovare un kart a marce (magari datato e non molto performante) a prezzi davvero vantaggiosi, soprattutto per un amatore, anche perché c’è più offerta rispetto ai monomarcia essendo la KZ più diffusa. Per contro, però, la gestione e la manutenzione di un kart a marce è più dispendiosa a causa delle manutenzioni del motore più ravvicinate anche se, ovviamente, dipende sempre dall’uso che se ne fa…
Chiaramente una stagione internazionale di un monomarcia sarà più alta di quella di un kartista amatoriale con marce, ma a parità di motore la categoria con il cambio è sicuramente più onerosa (sebbene come detto si possano trovare degli usati molto vantaggiosi rispetto al monomarcia).
Se nel monomarcia, soprattutto nei campionati regionali (anche non ACI) si può scegliere di optare per le categorie “senior” per abbattere i costi (soprattutto nei diversi monomarca proposti), nelle categorie con marce il corrispettivo è la KZN. È da considerare inoltre che anche le sollecitazioni del telaio e l’usura delle gomme sono maggiori per un KZ.
C’è poi un altro fattore da considerare, come abbiamo detto anche in altri articoli, ovvero che ormai la categoria con il cambio è considerata la classe-regina, quella dei piloti professionisti (10-15 anni fa invece era il contrario) ed è per questo che molti sono attratti dal KZ: una sorta di naturale compimento della carriera kartistica con l’avanzare dell’età/esperienza (l’età di cui facciamo riferimento è 16/18 anni).
Il monomarcia, in altre parole, è considerato meno da “adulti”, seppure con qualche nostra perplessità.
Ultima osservazione, non da poco, è legata alla stazza fisica del pilota: chi ha un certo peso/altezza sicuramente troverà meno handicap sul cronometro su un kart a marce. Un pilota superiore già ai 70-75 kg, per fare un esempio, troverebbe difficoltà in categorie regine come l’OK. Per questa ragione molto spesso nei monomarca si è infatti optato per categorie monomarcia più “pesanti” da regolamento.
Siete ancora indecisi? L’unica è provarli tutti e due, possibilmente nell’ordine che vi abbiamo consigliato e tenendo a mente le riflessioni proposte! Ricordatevi però che se siete dei “self made man” con un KZ avrete sempre bisogno di qualcuno che vi dia una spinta… niente avviamento elettrico!
Quello che è emerso è che chi corre con un KZ (kart a marce) a livello amatoriale, spesso (ma non sempre) ha iniziato a correre in kart in età più avanzata o comunque con una breve esperienza con il monomarcia (alcuni addirittura hanno iniziato subito con il KZ).
Il kart a marce, si sa, è molto più dispendioso e impegnativo fisicamente, si guida infatti con una mano per metà del tempo sul giro (impensabile “tenerlo” senza allenamento) e di conseguenza anche lo stile di guida differisce molto dal monomarcia, rendendolo più simile ad una macchina (ricordiamo che i kart a marce hanno anche i freni anteriori).
Uno dei lati positivi del kart con marce è che se sbagli una curva puoi sempre scalare una marcia… Con un kart monomarcia c’è meno possibilità di rimediare ad un errore, per esempio. La maggior parte dei piloti che abbiamo intervistato, a onor del vero, consiglia sempre di iniziare con un monomarcia, vera scuola di guida per la guida “pulita”, soprattutto per imparare i rudimenti della guida del kart, come le traiettorie e l’inserimento in curva. Il kart con marce essendo più veloce e potente ha forse più un carattere di sfida per il pilota “new entry” attratto da emozioni adrenaliniche e sensazioni forti, ma è giusto ricordare anche che la velocità in curva di un OK (categoria top del monomarcia) è difficilmente eguagliabile da un KZ (e anche sul dritto non è che vadano piano…).
Dal punto di vista dell’usato è facile trovare un kart a marce (magari datato e non molto performante) a prezzi davvero vantaggiosi, soprattutto per un amatore, anche perché c’è più offerta rispetto ai monomarcia essendo la KZ più diffusa. Per contro, però, la gestione e la manutenzione di un kart a marce è più dispendiosa a causa delle manutenzioni del motore più ravvicinate anche se, ovviamente, dipende sempre dall’uso che se ne fa…
Chiaramente una stagione internazionale di un monomarcia sarà più alta di quella di un kartista amatoriale con marce, ma a parità di motore la categoria con il cambio è sicuramente più onerosa (sebbene come detto si possano trovare degli usati molto vantaggiosi rispetto al monomarcia).
Se nel monomarcia, soprattutto nei campionati regionali (anche non ACI) si può scegliere di optare per le categorie “senior” per abbattere i costi (soprattutto nei diversi monomarca proposti), nelle categorie con marce il corrispettivo è la KZN. È da considerare inoltre che anche le sollecitazioni del telaio e l’usura delle gomme sono maggiori per un KZ.
C’è poi un altro fattore da considerare, come abbiamo detto anche in altri articoli, ovvero che ormai la categoria con il cambio è considerata la classe-regina, quella dei piloti professionisti (10-15 anni fa invece era il contrario) ed è per questo che molti sono attratti dal KZ: una sorta di naturale compimento della carriera kartistica con l’avanzare dell’età/esperienza (l’età di cui facciamo riferimento è 16/18 anni).
Il monomarcia, in altre parole, è considerato meno da “adulti”, seppure con qualche nostra perplessità.
Ultima osservazione, non da poco, è legata alla stazza fisica del pilota: chi ha un certo peso/altezza sicuramente troverà meno handicap sul cronometro su un kart a marce. Un pilota superiore già ai 70-75 kg, per fare un esempio, troverebbe difficoltà in categorie regine come l’OK. Per questa ragione molto spesso nei monomarca si è infatti optato per categorie monomarcia più “pesanti” da regolamento.
Siete ancora indecisi? L’unica è provarli tutti e due, possibilmente nell’ordine che vi abbiamo consigliato e tenendo a mente le riflessioni proposte! Ricordatevi però che se siete dei “self made man” con un KZ avrete sempre bisogno di qualcuno che vi dia una spinta… niente avviamento elettrico!