Autodromo di Adria all’asta entro fine marzo

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L’atto finale dell’Adria international Raceway è datato entro la fine del mese di marzo, quando andrà in scena l’asta dei beni mobiliari in “modalità spezzatino”.

Come ricorderete le vicende giudiziarie che hanno coinvolto direttamente l’intero avveniristico impianto dell’Adria International con la conseguente chiusura, già a fine gennaio, hanno finito per rivoluzionare anche i calendari delle competizioni in programma nel 2022, incluse quelle della stagione internazionale karting.

La situazione fin da subito si è presentata particolarmente complessa. A tal proposito abbiamo interpellato l’ex sindaco di Adria ed ex pilota Rally Massimo Barbujani, che ricorda le vicende che hanno portato a questo colpo basso per tutto l’indotto del territorio circostante.

M.B: «Bisogna dire che le cose sono avvenute tutte molto velocemente. Il curatore fallimentare e il giudice stanno procedendo in modo molto rapido, tutto ciò che è contenuto all’interno verrà battuto all’asta nella “modalità spezzatino” come si usa in gergo. Resterà una scatola vuota in attesa che qualcuno, oltre ai “contenuti”, compri anche tutta la parte edilizia.
Insieme a colleghi all’interno del comune ci stiamo attivando per poter organizzare una manifestazione in modo tale da tenere alto il livello di pressione e far intendere il danno che un territorio come il nostro, già colpito come tutto il Paese nell’ultimo periodo, possa veramente soffrirne molto in termini economici e non solo. L’autodromo era tra gli unici elementi di appeal del nostro territorio, specie per il settore terziario. I segnali e la determinazione che stanno arrivando da chi si sta occupando di tutto ciò sta penalizzato veramente molto tante realtà. Ovviamente non entro nel merito dei torti e delle ragioni ma la situazione per gli operatori non è assolutamente rosea, specie togliendo eventi importanti che avrebbero portato quattro o cinquemila presenze. È un qualcosa che si estendeva a macchia d’olio non solo ad Adria ma anche nei territori circostanti, Chioggia, Rovigo etc. Spolpando così tutto l’impianto si andrà incontro davvero a un triste epilogo».


Quali sono gli scenari possibili o le speranze?
«Dovrebbe arrivare qualcuno con la famosa valigetta e comprare tutto» – continua Barbujani. «Si tratterebbe di un grosso investimento da parte di qualcuno che voglia comprare tutto il pacchetto. Ero sindaco quando sono iniziati i lavori di un certo spessore, specie per la parte karting che ha reso l’impianto tra i migliori in circolazione e di alta qualità funzionale e non solo. Tutto il territorio con il kartodromo ha fatto un salto di qualità, oltre che all’Autodromo che più volte ha ospitato grandissimi eventi internazionali e di organizzazione propria (come la 24h). Dopo il periodo di crisi economica con il kartodromo le sorti si sono risollevate. Bisogna pensare Adria come una struttura polivalente, non solo motoristica ma anche per tante altri eventi. Nella struttura si teneva anche il Campionato Italiano di Scherma, per dirne una, oltre che fiere ed eventi».

Speranza, ultima a morire
«Ovviamente spero che cambi qualcosa. So che qualcuno voleva parlare con la proprietà per capire l’entità economica. Ci vuole ovviamente gente che sappia gestire tutto questo. Entro il 31 marzo, salvo cambiamenti o arrivi di grossi investitori si andrà verso l’asta. Ciò che non capisco è stata la quasi spettacolarità di affrettarsi a chiudere la pista, non sarebbe di certo scappata agendo in modo meno rapido, non sarebbe cambiato nulla. Gli scenari potrebbero essere molteplici, dipenderà da come potrebbero evolversi con il giudice e il curatore fallimentare, sarà un gioco a scatole cinesi tra le società presenti. Il territorio, comunque, si sta muovendo e spera in qualche risoluzione. Stiamo organizzando una manifestazione, come dicevo, proprio per far capire il danno a livello territoriale. Stiamo lavorando a tutto questo insieme a ristoratori, forze politiche, albergatori etc. in senso vasto, non solo ad Adria. Il sindaco attuale ha un tavolo aperto in prefettura, vedremo come andrà avanti la situazione sperando ancora».

Si attendono dunque risvolti eventuali per una situazione che, più volte, è stata definitiva come molto particolare, vista anche la determinazione di chi se ne occupa.



 

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