La figura del Manager nel karting

- Intervista
Visto che il mondo del karting diventa sempre più “professionale” oltre che “professionistico”, abbiamo voluto parlare con Alberto Tonti, della Fly Racing Consulting, per capire meglio il ruolo del manager nel karting.

Alberto, come è la vita del manager nel mondo del kart?
Domanda scomoda! È articolata e molto variegata…non è una vita semplicissima! Questo perché il mondo del karting è un mondo dove girano molti soldi da parte delle famiglie dei ragazzi. Quindi bisogna essere realisti e saper consigliare bene. Quello che un manager oggi deve essere in grado di fare è di consigliare la strada giusta al momento giusto in base a quello che prima di tutto sono le risorse delle famiglie e dei partner che stanno dietro ai piloti.
Sappiamo benissimo che nel karting il 95% delle risorse vengono dalla famiglia più che da un mondo di sponsorizzazioni. Il manager deve muoversi in questo mondo con la “credibilità”, senza creare false aspettative e sogni fantasmagorici. Sappiamo tutti che i ragazzini piccolini iniziano dagli 8 anni e corrono fino all’età di 16, passando 8 anni dentro questo mondo. In pratica metà della loro vita da pilota la passano nel karting. Succede che queste famiglie e i ragazzini spesso si creano l’illusione di arrivare in Formula 1 o nel top del mondo GT. Ripeto, il manager deve essere corretto, realista e sincero in questi casi.

Il kart è ancora una palestra?
Assolutamente! È la scuola primaria e secondaria (non è l’università, quella è dalla Formula 4 in su). Qua ci si fa le ossa e si impara, si respira l’aria della competizione e del teamworking, lavorando con il proprio meccanico, i telemetristi e il team manager. Qua si impara di tutto, ma vincere mille trofei non è comunque la garanzia di tutto questo. Prima di tutto però questi ragazzini devono divertirsi…
Poi esiste anche il kart professionistico, con piloti che hanno l’obiettivo di rimanere nel karting. In questo caso difficilmente sono supportati da manager, di solito questi piloti sono i manager di sé stessi. Noi manager ci muoviamo nel karting per portare i piloti nelle formule o nel mondo delle ruote coperte, supportando le famiglie a far le scelte giuste nei passi successivi.

È proprio necessario che un ragazzo passi in auto a 14-15 anni senza aver fatto la giusta esperienza in kart? Prendiamo l'esempio massimo nel motorpsort, ovvero Verstappen, che ha vinto il mondiale KZ a 16 anni... Non si arriva troppo presto sulle monoposto?
Dipende sempre da quale è il programma che si vuole sviluppare verso le formule e ruote coperte, certo una stagione almeno in KZ, specialmente per i ragazzi che hanno obiettivo di andare verso il GT è utile, visto anche che prima dei 16 anni non possono gareggiare, ma anche per quelli che vanno verso le Formule, dove invece possono gareggiare a 15, oggi c'è una nuova tendenza ad aspettare una stagione in più e salirci dopo una stagione in KZ possibilmente.

Ci dica qualcosa sulle altre categorie
Come le ho detto il karting è una scuola, ma l’obiettivo principale dopo il kart è di approdare in Formula 4. Sia che si abbia l’obiettivo di arrivare in Formula 1, sia che si voglia arrivare al mondo GT è propedeutica alla crescita dei ragazzi perché ti permette di correre con un livello di performance molto alto. Se guardi la Formula 4 italiana, spagnola o tedesca i livelli sono molto alti! Se un domani sali su una Porsche, una Lamborghini o una Ferrari hai avuto un apprendistato di uno o due anni che solitamente corre su piste internazionali che ritroverai successivamente. Lo scatto successivo al karting internazionale, dopo i 14-15 anni rimane dunque la Formula 4. Noi manager aiutiamo a fare questo tipo di scelte in base al budget, ovvero la decisione del Team e il campionato migliore dove poter iniziare l’approccio del mondo automobilistico.

Il sogno della Formula 1 è sempre presente?
Naturalmente rimane il più acclamato e ambìto, ma bisognerebbe insegnare e spiegare alle famiglie che non esiste solo la Formula 1. Forse sbaglia anche il mondo dei media e dei comunicatori del paddock del kart a parlare solo di Formula 1. Bisogna spiegare che esistono anche altre strade: il Porsche Carrera Cup, Il Lamborghini super trofeo, il Ferrari challenge, la GT4, il GT World Challenge. Prima di dilapidare capitali per arrivare in Formula 2 bisogna pensarci attentamente. Arrivare in Formula 1 solo in parte dipende dal talento… I piloti che arrivano in Formula 1 vanno sotto i riflettori in Formula 2 e Formula 3 e il dispendio economico è davvero alto in quelle categorie. Oggi un manager nel motorsport deve essere abile a sviluppare un progetto che parte dal karting a medio lungo termine. Non solo promettere di arrivare in Ferrari o in Audi, ma conciliare e suggerire bene come un sarto di alta moda. Costruire un abito su misura su quello che il pilota può dimostrare nel corso degli anni

 

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