Mentre dal vertice del Motorsport si lanciano messaggi concilianti (Black Lives Matter col pugno alzato, o le magliette di Vettel sul podio in Ungheria lo scorso anno) la base della piramide rischia di diventare poco edificante.
Il fatto è noto: Artem Severiukhin, poco dopo aver vinto la sua prima gara internazionale Fia Karting in occasione del Campionato Europeo OK disputatasi in Portogallo, si è reso protagonista come tutti nostro malgrado abbiamo visto fin troppe volte, di un episodio che rischia di compromettere la sua carriera. È stato un attimo, ma dopo essersi battuto per due volte il petto con il pugno, ha chiuso la goliardata con il saluto romano ridendoci sopra. È sicuro che il ragazzo non immaginasse certo di provocare un tale polverone, perché probabilmente inconsapevole della gravità del gesto, sia in sé, sia nel contesto sportivo-professionistico, perché sebbene 15enni, di professionisti si tratta.
Da qui in avanti si potranno avanzare le più disparate motivazioni che sicuramente nulla hanno a che vedere con l’apologia al fascismo, ma sicuramente non è stata un’idea felice soprattutto quando il vincitore della prima prova del Campionato Europeo Fia Karting in quel momento rappresentava bandiera e l’inno nazionale dell’Italia.
La ciliegina su questa questa bravata (‘stronzata' : a Roma e d’intorni) l’hanno messa i social dove come di consueto video come questi fanno il “giro del mondo” in poche ore, un po’ come accaduto in occasione del mondiale KZ a Lonato nel 2019 quando Corberi lanciò un musetto da bordo pista all’indirizzo di un avversario in quel momento ancora in gara. Ciò a riprova del fatto che oggi certi comportamenti non possono essere offuscati o ‘male interpretati’, perché una volta finiti nel circuito social la frittata è fatta. In attesa di conoscere la posizione della FIA -che si lascia presagire non certo leggera - e anche quella dell’ASN italiana riguardo a questa poco congeniale trovata di Severiukhin, insieme a chi lo ha indirizzato a esternare tale comportamento, egualmente ma anzi, maggiormente responsabile, vorremmo entrare in merito al regolamento che permette ad un pilota russo in forza ad un team svedese la possibilità di correre in kart con la licenza italiana, a prescindere dalla situazione della guerra in corso tra Russia e Ucraina che come tutti sappiamo ha innescato diversi provvedimenti restrittivi incluso quello di limitare la partecipazione degli atleti russi dalle competizioni delle discipline sportive riconosciute dal CIO e non solo.
Per lo sport del karting, da tempo, è stata infatti trovata la “soluzione” di far correre piloti stranieri (non solo russi) con la licenza italiana ed è chiaro che quando è nata, non contemplava certo previsioni belliche. Un tema su cui tornare, perché da quel video nascono un sacco di spunti che aiutano a capire il karting di oggi.
Da qui in avanti si potranno avanzare le più disparate motivazioni che sicuramente nulla hanno a che vedere con l’apologia al fascismo, ma sicuramente non è stata un’idea felice soprattutto quando il vincitore della prima prova del Campionato Europeo Fia Karting in quel momento rappresentava bandiera e l’inno nazionale dell’Italia.
La ciliegina su questa questa bravata (‘stronzata' : a Roma e d’intorni) l’hanno messa i social dove come di consueto video come questi fanno il “giro del mondo” in poche ore, un po’ come accaduto in occasione del mondiale KZ a Lonato nel 2019 quando Corberi lanciò un musetto da bordo pista all’indirizzo di un avversario in quel momento ancora in gara. Ciò a riprova del fatto che oggi certi comportamenti non possono essere offuscati o ‘male interpretati’, perché una volta finiti nel circuito social la frittata è fatta. In attesa di conoscere la posizione della FIA -che si lascia presagire non certo leggera - e anche quella dell’ASN italiana riguardo a questa poco congeniale trovata di Severiukhin, insieme a chi lo ha indirizzato a esternare tale comportamento, egualmente ma anzi, maggiormente responsabile, vorremmo entrare in merito al regolamento che permette ad un pilota russo in forza ad un team svedese la possibilità di correre in kart con la licenza italiana, a prescindere dalla situazione della guerra in corso tra Russia e Ucraina che come tutti sappiamo ha innescato diversi provvedimenti restrittivi incluso quello di limitare la partecipazione degli atleti russi dalle competizioni delle discipline sportive riconosciute dal CIO e non solo.
Per lo sport del karting, da tempo, è stata infatti trovata la “soluzione” di far correre piloti stranieri (non solo russi) con la licenza italiana ed è chiaro che quando è nata, non contemplava certo previsioni belliche. Un tema su cui tornare, perché da quel video nascono un sacco di spunti che aiutano a capire il karting di oggi.