Sliding Doors: Giedo van der Garde

- Primo Piano
Se pensiamo ad un pilota Olandese che ha rivaleggiato con Hamilton, al 100% di voi non verrebbe in mente Giedo Van Der Garde, vincitore di un Mondiale Formula Super A in kart nel 2002. La sua carriera verso la Formula 1 si è interrotta – per sempre - in una maniera brusca e senza precedenti. (F.M.)

E pensare che la carriera kartistica di Van Der Garde si era conclusa sotto i migliori auspici: un Mondiale vinto in Italia, per i colori CRG nella classe regina dove aveva avuto la meglio su piloti del calibro di Ardigò, Manetti, Beggio e Quintarelli. In macchina il suo talento si è manifestato a tratti e forse non in maniera costante come ci si sarebbe aspettati. Dopo un buon debutto in Formula Renault (miglior rookie in Olanda) i primi anni in F3 Euroseries non hanno dato i risultati sperati, facendo perdere alla giovane stella un po’ di smalto. La prima opportunità di rilievo arriva nel 2006 quando può guidare per il Team che l’anno prima aveva dominato la serie con Lewis Hamilton ma anche in questo caso le aspettative rimangono leggermente deluse da un risultato finale diverso da quello che si poteva sperare. Sono gli anni dei Team “meteora” che in formula Uno hanno fatto più danni che risultati tra cui Super Aguri, con cui Van Der Garde – che era tra gli interessi di qualche team già da qualche anno, essendo membro dal 2006 del Mclaren Junior Drive Programme – firma un accordo come collaudatore. Ruolo che non ricoprirà perché di lì a breve, ad inizio 2007 un’altra firma lo legherà al Team Spyker, altra squadra “materasso” nata sulle ceneri dell’ex scuderia di Eddie Jordan, che non potrà comunque schierarlo in gara per problemi di Super Licenza. Giedo ripiega quindi sulla GP2 per il quadriennio 2009-2012. Il tempo passa e il debutto in Formula 1 si fa sempre più una chimera: l’anno buono sarà il 2013, quando Caterham, per cui già corre in GP2 e per cui ha un contratto da collaudatore, lo schiera in gara la fianco di Charles Pic. La scarsa competitività della vettura non gli darà praticamente nessuna opportunità di mettersi in luce se non nelle qualifiche di Montecarlo, dove otterrà il miglior risultato di sempre in prova per il Team Anglo-Malese. L’anno decisivo per Giedo sembra essere il 2014, in cui un contratto come collaudatore con Sauber sembra poterlo proiettare nella porzione di griglia a cui ha sempre aspirato. C’è anche il contributo di uno sponsor che sembra poter garantire un posto in squadra da titolare per il 2015, ma le cose vanno diversamente: Sauber annuncia i due piloti, Ericsson e Nasr, dando il benservito a Van der Garde che si appella mediante un arbitrato internazionale al mancato rispetto dei termini contrattuali. La vicenda, che in quel periodo ebbe una grande eco sui media, si concluse con un accordo di buonuscita – nell’ordine dei milioni di dollari - tra il Team Svizzero e il pilota, senza che però venisse messa del tutto la parola fine. Mediante i suoi social media il pilota rilasciò delle dichiarazioni amareggiate su tutta la sua carriera, lasciando un segno in tutti coloro che amano il motorsport ma che nello stesso tempo si rendono conto di quanto questo sport e l’enorme business su cui si regge prevedano che si debba, tuttora, “pagare per correre”: «Abbiamo raggiunto un accordo con Sauber e il mio contratto da pilota è terminato di comune accordo. Sono triste e veramente dispiaciuto. Ho lavorato tanto in tutta la mia carriera per vivere il mio sogno di diventare un pilota di F.1 di successo. Ho sperato fino all’ultimo di mostrare ciò di cui sono capace, guidando una vettura di un team di metà classifica nel 2015. Il mio sogno mi è stato portato via e so che il mio futuro in Formula 1 è probabilmente finito. Avevo un contratto valido per guidare nella stagione 2015, e tutti i diritti per farlo valere. Ho fatto di tutto fino a sabato scorso affinché il mio diritto fosse tutelato. Questo processo legale è iniziato nel 2014, ma è diventato di dominio pubblico soltanto nelle ultime settimane, quando abbiamo cercato di costringere la scuderia a rispettare le sentenze emanate da diversi giudici. Io sono un pilota e tutto ciò che voglio fare è correre. Nonostante ciò, il team principal è stato irremovibile, impedendomi di farlo nonostante una serie di sentenze dimostrassero che avevo ragione. Non potrò mai capire il perchè. Avrei potuto insistere, ma probabilmente questo avrebbe impedito al team di correre, avrei potuto rovinare la carriera di due giovani piloti come Ericsson e Nasr ed i responsabili forse sarebbero finiti in carcere. Ho deciso che non volevo vivere con questo peso, anche se la responsabilità di tutto ciò andava addossata solo a chi gestisce il team. Sono molto grato ai miei fans ed a tutti i piloti ed agli addetti ai lavori che la scorsa settimana mi hanno espresso la propria solidarietà. Ma la mia carriera nel motorsport non è assolutamente finita: guardo con interesse al WEC e al DTM. Vorrei infine rivolgere un messaggio ai piloti, a chi li gestisce, ai team principal ed agli organi che governano la Formula 1, affinchè presto possano essere stabilite nuove norme a tutela dei diritti dei driver. Mi piacerebbe che i valori e l’etica di business applicabili in qualsiasi altro settore possano essere presenti anche in Formula 1. Mi auguro che il mio caso possa servire da esempio affinchè non si ripeta mai più una soluzione simile». Oggi Giedo corre ancora ‘per passione’ nella gare di durata e nella IMSA, oltre ad essere ormai un volto noto della TV Olandese per le cronache della Formula 1 – sport divenuto popolarissimo in Olanda grazie al primo Campione del Mondo di Formula 1 Olandese che con Giedo ha condiviso il coach in pista ai tempi del kart, un certo Jos.

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