Il Campionato Europeo OK e OKJ fa ritorno a Kristianstad dopo tre anni dall’ultima volta. Una pista tecnica e veloce che negli anni ha fatto di Lorenzo Travisanutto il proprio padrone di casa.
Pensare a Kristianstad vuol dire pensare e ripercorrere le tappe più importanti della carriera di Lorenzo Travisanutto. E’ un dato di fatto, a confermarlo non sono le emozioni o l’ammirazione per uno dei kartisti italiani migliori di tutti i tempi, sono i numeri.
Travisanutto è stato in grado di vincere quando era importante farlo, per esempio quando la gara in Svezia assegnava il Titolo Mondiale o (praticamente) quello Europeo, è stato in grado di mettersi in luce per la prima volta e portare a casa punti pesanti. Risultati di spessore che dal 2014 al 2021 hanno fatto del pilota italiano il “sindaco dell’Asum Ring”, il miglior interprete in assoluto.
Andando a ritroso nel tempo, e fermandosi proprio al 2014, come sempre è bene constatare quanto il karting fosse diverso, spesso basato su valori diversi ma per tanti altri aspetti uguale a ciò che è oggi. La prima grande differenza erano le denominazioni delle categorie, non OKJ ma bensì KF Junior dove ai tempi si affacciava proprio un giovane Travisanutto con i colori della storica PCR. Quel fine settimana fu probabilmente la prima pietra miliare della carriera dell’italiano, partito non alla grande in qualifica con un 16esimo tempo assoluto e mano mano risalito in grande stile. Nono posto dopo le manche, capitanate ai tempi da Juan Manuel Correa, e poi l’exploit della domenica partendo dalla prefinale. In quell’occasione, Travisanutto probabilmente fece quel salto di qualità tale per cui partendo quinto arrivò al secondo posto ipotecando almeno il podio in vista della finale. Ventuno giri di passione con due scambi di posizione tra Travisanutto, leader iniziale e l’attuale pilota Indycar Christian Lundgaard sino all’ultimo giro. All’ultimo tornante del primo settore, Travisanutto riuscì a sfruttare una migliore uscita di curva per infilare il danese costretto a tagliare sull’erba alla chicane successiva. Mossa stratosferica e vincente che poco dopo consegnò il primo grande successo a Lorenzo Travisanutto, proprio a Kristianstad. Dopo la penalità per Lundgaard, podio completato da Bard Verkroost e Mick Schumacher con venti posizioni rimontate.

Lanciato da quell’impresa, il 2015 fu l’anno del passaggio in KF (Senior) per Travisanutto, stranamente undicesimo a Kristianstad ma comunque con ben tredici posizioni recuperate. Passato sotto l’ala di Dino Chiesa, la stagione 2017 rappresentò forse il vero preludio dell’accoppiata vincente di lì a poco. Anche in quell’occasione, Travisanutto lasciò un segno a Kristianstad giungendo per l’ultima volta terzo al traguardo della finale dietro a Karol Basz secondo e Jack Kenneally primo.
L’ultimo passaggio obbligatorio prima di scalare l’Olimpo de karting legandosi per sempre alla pista svedese. Nel 2018, con l’ingresso di Dino Chiesa come costruttore dell’attuale Kart Republic, si verificò infatti anche lo sbarco o meglio il ritorno di Nico Rosberg nel paddock con la sua Rosberg Racing che per il primo anno scelse di puntare su Travisanutto. Dopo le controversie dell’Europeo assegnato ad Hannes Janker, in calendario si arrivò alla tappa di Kristianstad valida come Campionato del Mondo OK Senior. Occasione perfetta e più che mai d’oro per fare dell’Asum Ring la cornice autentica di un capolavoro. Travisanutto si dimostrò indomabile sin dalle qualifiche con quel 50.716 sul cronometro ancora ben impresso. Cavalcata proseguita poi con quattro vittorie di manche su sei sino alla ciliegina sulla torta, ovvero la finalissima e soprattutto il remake dello scontro Europeo: Travisanutto vs Janker. L’italiano riuscì a partire alla grande anche in quell’occasione, tenendo dietro tutti ma non il ritmo di Janker arrivato al colpaccio nel corso del decimo giro con un sorpasso che, forse, avrebbe potuto demoralizzare Lorenzo. Senza perdere la calma, però, a due giri dalla fine la risposta e il controsorpasso di misura sotto gli occhi di Rosberg che poco dopo, con quattro decimi di distacco, valse il primo titolo di Campione del Mondo per Lorenzo Travisanutto al termine di una delle edizioni più emozionanti del trofeo iridato. Un titolo liberatorio senza dubbio, viste soprattutto le lacrime di gioia e la felicità dello stesso Rosberg al parco chiuso, il coronamento di un sogno iniziato sempre nello stesso posto qualche anno prima.

Con quella vittoria (e quella stagione più che altro), Travisanutto tornò nel paddock con una luce e un carica diversa, la stessa utile per tornare nel 2019 e vincere ancora a Kristianstad assicurandosi una grossa fetta del Campionato Europeo, poi vinto ufficialmente a Le Mans.
Proprio quando Kristianstad sembrava aver dato tutto al pluricampione, la perla più recente ovvero quella del 2021, ancora e sempre qui ma questa volta in veste di pilota KZ2. Anche nell’occasione dell’International Super Cup KZ2 dello scorso anno, l’ennesimo weekend da predestinato, perfetto in ogni sua forma con la pole position di gruppo, la leadership dopo le manche e poi la vittoria in finale con due secondi e mezzo sulla concorrenza e l’ennesimo titolo mondiale in bacheca. Ancora a Kristianstad dalla KF Junior alla KZ2.

Qualcuno le chiama semplici coincidenze, a noi, gente di motorsport piace chiamarlo destino sportivo.
Lorenzo Travisanutto: «Kristianstad è una pista tanto larga soprattutto in frenata e ingresso curva quindi permette tante interpretazioni diverse, anche in base allo stile di guida e set up, basti guardare la finale del mondiale 2018 per vedere come io e Hannes facessimo praticamente due piste diverse eppure entrambi in modo veloce. Set up sicuramente fondamentale per via di una pista che proprio non diventa “gommata”, trovare il grip ideale diventa essenziale. Come miglior vittoria scelgo quella dell’Europeo 2014 su PCR oppure quella dello scorso anno in KZ2, sicuramente entrambe inaspettate considerando le circostanze. Nel 2018/2019 sarei stato deluso da qualsiasi risultato che non fosse la vittoria. Affrontare Kristianstad anni dopo con il KZ è stato "particolare" ma devo dire che ho dovuto cambiare veramente pochissime cose, anzi credo che la guida OK mi abbia aiutato a vincere portandomi a fare velocità superiori in centro curva rispetto ai miei avversari, nel primo e terzo settore questo ha fatto tanta differenza».
S.Corradengo
Foto: FIA Karting Media/Vroom Archive
Travisanutto è stato in grado di vincere quando era importante farlo, per esempio quando la gara in Svezia assegnava il Titolo Mondiale o (praticamente) quello Europeo, è stato in grado di mettersi in luce per la prima volta e portare a casa punti pesanti. Risultati di spessore che dal 2014 al 2021 hanno fatto del pilota italiano il “sindaco dell’Asum Ring”, il miglior interprete in assoluto.
Andando a ritroso nel tempo, e fermandosi proprio al 2014, come sempre è bene constatare quanto il karting fosse diverso, spesso basato su valori diversi ma per tanti altri aspetti uguale a ciò che è oggi. La prima grande differenza erano le denominazioni delle categorie, non OKJ ma bensì KF Junior dove ai tempi si affacciava proprio un giovane Travisanutto con i colori della storica PCR. Quel fine settimana fu probabilmente la prima pietra miliare della carriera dell’italiano, partito non alla grande in qualifica con un 16esimo tempo assoluto e mano mano risalito in grande stile. Nono posto dopo le manche, capitanate ai tempi da Juan Manuel Correa, e poi l’exploit della domenica partendo dalla prefinale. In quell’occasione, Travisanutto probabilmente fece quel salto di qualità tale per cui partendo quinto arrivò al secondo posto ipotecando almeno il podio in vista della finale. Ventuno giri di passione con due scambi di posizione tra Travisanutto, leader iniziale e l’attuale pilota Indycar Christian Lundgaard sino all’ultimo giro. All’ultimo tornante del primo settore, Travisanutto riuscì a sfruttare una migliore uscita di curva per infilare il danese costretto a tagliare sull’erba alla chicane successiva. Mossa stratosferica e vincente che poco dopo consegnò il primo grande successo a Lorenzo Travisanutto, proprio a Kristianstad. Dopo la penalità per Lundgaard, podio completato da Bard Verkroost e Mick Schumacher con venti posizioni rimontate.

Lanciato da quell’impresa, il 2015 fu l’anno del passaggio in KF (Senior) per Travisanutto, stranamente undicesimo a Kristianstad ma comunque con ben tredici posizioni recuperate. Passato sotto l’ala di Dino Chiesa, la stagione 2017 rappresentò forse il vero preludio dell’accoppiata vincente di lì a poco. Anche in quell’occasione, Travisanutto lasciò un segno a Kristianstad giungendo per l’ultima volta terzo al traguardo della finale dietro a Karol Basz secondo e Jack Kenneally primo.
L’ultimo passaggio obbligatorio prima di scalare l’Olimpo de karting legandosi per sempre alla pista svedese. Nel 2018, con l’ingresso di Dino Chiesa come costruttore dell’attuale Kart Republic, si verificò infatti anche lo sbarco o meglio il ritorno di Nico Rosberg nel paddock con la sua Rosberg Racing che per il primo anno scelse di puntare su Travisanutto. Dopo le controversie dell’Europeo assegnato ad Hannes Janker, in calendario si arrivò alla tappa di Kristianstad valida come Campionato del Mondo OK Senior. Occasione perfetta e più che mai d’oro per fare dell’Asum Ring la cornice autentica di un capolavoro. Travisanutto si dimostrò indomabile sin dalle qualifiche con quel 50.716 sul cronometro ancora ben impresso. Cavalcata proseguita poi con quattro vittorie di manche su sei sino alla ciliegina sulla torta, ovvero la finalissima e soprattutto il remake dello scontro Europeo: Travisanutto vs Janker. L’italiano riuscì a partire alla grande anche in quell’occasione, tenendo dietro tutti ma non il ritmo di Janker arrivato al colpaccio nel corso del decimo giro con un sorpasso che, forse, avrebbe potuto demoralizzare Lorenzo. Senza perdere la calma, però, a due giri dalla fine la risposta e il controsorpasso di misura sotto gli occhi di Rosberg che poco dopo, con quattro decimi di distacco, valse il primo titolo di Campione del Mondo per Lorenzo Travisanutto al termine di una delle edizioni più emozionanti del trofeo iridato. Un titolo liberatorio senza dubbio, viste soprattutto le lacrime di gioia e la felicità dello stesso Rosberg al parco chiuso, il coronamento di un sogno iniziato sempre nello stesso posto qualche anno prima.

Con quella vittoria (e quella stagione più che altro), Travisanutto tornò nel paddock con una luce e un carica diversa, la stessa utile per tornare nel 2019 e vincere ancora a Kristianstad assicurandosi una grossa fetta del Campionato Europeo, poi vinto ufficialmente a Le Mans.
Proprio quando Kristianstad sembrava aver dato tutto al pluricampione, la perla più recente ovvero quella del 2021, ancora e sempre qui ma questa volta in veste di pilota KZ2. Anche nell’occasione dell’International Super Cup KZ2 dello scorso anno, l’ennesimo weekend da predestinato, perfetto in ogni sua forma con la pole position di gruppo, la leadership dopo le manche e poi la vittoria in finale con due secondi e mezzo sulla concorrenza e l’ennesimo titolo mondiale in bacheca. Ancora a Kristianstad dalla KF Junior alla KZ2.

Qualcuno le chiama semplici coincidenze, a noi, gente di motorsport piace chiamarlo destino sportivo.
Lorenzo Travisanutto: «Kristianstad è una pista tanto larga soprattutto in frenata e ingresso curva quindi permette tante interpretazioni diverse, anche in base allo stile di guida e set up, basti guardare la finale del mondiale 2018 per vedere come io e Hannes facessimo praticamente due piste diverse eppure entrambi in modo veloce. Set up sicuramente fondamentale per via di una pista che proprio non diventa “gommata”, trovare il grip ideale diventa essenziale. Come miglior vittoria scelgo quella dell’Europeo 2014 su PCR oppure quella dello scorso anno in KZ2, sicuramente entrambe inaspettate considerando le circostanze. Nel 2018/2019 sarei stato deluso da qualsiasi risultato che non fosse la vittoria. Affrontare Kristianstad anni dopo con il KZ è stato "particolare" ma devo dire che ho dovuto cambiare veramente pochissime cose, anzi credo che la guida OK mi abbia aiutato a vincere portandomi a fare velocità superiori in centro curva rispetto ai miei avversari, nel primo e terzo settore questo ha fatto tanta differenza».
S.Corradengo
Foto: FIA Karting Media/Vroom Archive