Il motore LO206 è al centro di una concezione del karting vicina alle origini dello sport, che sta avvicinando molti nuovi e riportando in pista chi aveva smesso, grazie ai bassi costi di esercizio e a fronte di gare combattute e divertenti.
I primi go-kart motorizzati erano costituiti da motori per tagliaerba montati su un telaio fatto di tubi saldati fra loro con la forma di una piccola auto da corsa. Particolare che molti kartisti di oggi ignorano, il ‘divertimento’ nel karting non è strettamente correlato alle prestazioni di velocità o alla potenza dei motori. Riguarda la guida, il più delle volte, la sfida in pista ruota a ruota con 30 avversari, quello per cui il il kart venne concepito: gare economiche. Corse per tutti. Poi negli anni lo sport è diventato (anche) qualcosa di diverso: il sogno della formula 1, i baby-piloti, l'enorme business e i soldi, tantissimi soldi da poter spendere. Questo è il karting PRO e non c'è niente di male sia chiaro (sebbene qualcosa sui costi, forse, si possa ancora fare, ma questa è un’altra storia). Se parliamo di corse pure e di base, come dimenticare la formula che da tempo riscuote un enorme successo in tutto il mondo: le corse a 4 tempi. Kart da corsa - non rental – costituito da un telaio RACING - e motori industriali "convertiti" (e comunque progettati su misura per le corse) in gara. Il risultato è un modo di correre accessibile per appassionati che hanno bisogno di gestire un budget o che vogliono partecipare a più eventi all'anno, è un modo semplice per allenarsi e competere spesso. Il prezzo di acquisto per questi motori e il pacchetto telaio completo sono abbastanza in linea ovunque e non va dimenticato che questo tipo di classi può ridurre al minimo l'effetto della frustrante situazione di (molti) piloti che lasciano il karting dopo pochi anni per l’impossibilità di far quadrare i conti in un’epoca sempre più ricca di spese a tutti i livelli, per tutti. Ci avete mai corso? Abbiamo chiesto al Direttore di Briggs & Stratton Racing di riassumere il programma 206: «Il motore da corsa 206 è un pulsante di "reset". Il nostro scopo, lo scopo del nostro lavoro, è rendere questo sport più accessibile. Mentre gran parte dell'attenzione sul karting è in cima alla piramide, dobbiamo lavorare il più possibile per costruire la base dello sport perché è lei che alimenta tutti i livelli del kart: dalle piste, all’accessoristica, al karting stesso di più alto livello (per chi potrà permetterselo). Questo è ciò che porta a club, serie, concessionari e produttori sani. Dobbiamo coinvolgere più persone nello sport e far correre le persone più a lungo. Per farlo, i costi devono essere controllati, la complessità ridotta e, come ‘controllori’, dobbiamo capire che le persone vivono di altro durante la settimana e le competenze meccaniche stanno diventando sempre più rare. Grazie al nostro progetto le persone si divertono ed è di questo che a noi importa veramente.»
In Italia: l’ascesa del Campionato Briggs e Stratton by CRG
In Italia il progetto ha preso il via nel 2019 grazie a CRG e alla grande esperienza nel karting ‘popolare’ di Marco Angeletti: «Il mercato potenziale del Karting è molto ampio, come quello di tanti altri sport. Non possiamo pensare che le motivazioni che spingono la famiglia di un ragazzino di 13 anni a fare Karting negli eventi FIA sognando la F1, siano le stesse che spingono un manager o un impiegato di 50 anni in pista per divertirsi. Oppure che la disponibilità di tempo e denaro di un praticante disposto a fare una gara che dura 4-5 giorni, siano la disponibilità di tutti i nostri potenziali utenti. Al contrario, sono disponibilità di una minoranza. La maggior parte degli appassionati non pensa alla F1, perché non ha più l’età per sperarci, non ha il denaro per provarci e il tempo da dedicarci. La maggioranza degli appassionati desidera solo guidare un kart in pista e sta a noi (operatori di settore e Federazioni) non renderglielo impossibile; ma piuttosto facilitare questo processo».
I fatti sembrano dare ragione a CRG che ha creduto in questo progetto che nonostante i due anni di pandemia è cresciuto, attirando piloti di un po’ tutte le estrazioni, da chi non aveva mai corso prima a chi per anni si è cimentato in altre categorie, a chi è tornato al volante dopo molti anni di stop.