La conquista del titolo Europeo rilancia la carriera di Paolo Ippolito, che più volte si era messo in evidenza in KZ ma che fino ad ora non aveva raccolto quanto era convinto di meritare. Una vittoria da “calcolatore” arrivata all’indomani del passaggio in KR, che ha creduto in lui per iniziare a vincere anche nelle classi col cambio. E ora per Paolo, che rimane con i piedi per terra pur vedendo il Mondiale di Le Mans come il prossimo obiettivo della stagione, c’è anche una “pazza idea” di tornare a correre un Mondiale OK….(M. Boscariol)
Ecco la nostra intervista al 26enne toscano neocampione europeo KZ con KR-Iame
Paolo, parlaci del weekend di Cremona che ti ha visto arrivare secondo in finale e ti ha coronato campione europeo!
Il weekend di gara è andato sicuramente molto bene visto che sono arrivato sul podio! Partendo dagli inizi, le prove libere ci hanno sempre visti protagonisti (secondo/terzo), in linea con i più veloci. Sin dall’inizio abbiamo notato che comunque sia gli avversari diretti, Viganò e Denner, erano un filo più lenti con queste condizioni, quindi eravamo abbastanza tranquilli. Purtroppo nelle qualifiche nel mio giro veloce ho trovato un altro pilota e ho fatto il settimo tempo. Risultato non male per la qualifica, ma considerando la posizione in cui ci trovavamo (secondi in campionato a sei punti), con Denner che mi partiva dietro a ogni manche e Viganò un filo più attardato, non era il massimo. Potevamo fare secondi e infatti se vai a guardare il giro teorico con i miei migliori settori (che trovi sul sito FIA) sarei stato appunto secondo e non settimo. La pista era difficile per le condizioni e per i sorpassi, essendo abbastanza stretta. I punti di sorpasso erano veramente limitati ed era molto rischioso compierne. Trovarsi in settima posizione quando ti giochi un Europeo diciamo che parti con il piede sbagliato. Le manche infatti sono state in salita. La prima manche ho fatto ottavo cercando sempre di stare attento a non sbagliare niente. La seconda ho fatto sesto, mentre l’ultima, in cui Viganò era quinto, ho dovuto rischiare qualcosa di più e sono arrivato quarto, con Matteo che ha perso qualche posizione. In questa maniera mi sono ritrovato quarto per la finale, quindi nel complesso un buon risultato, guadagnando qualche posizione in classifica per la griglia della finale. Sapevamo infatti di avere la velocità.
Poi è arrivata la notizia che le super heats venivano eliminate per i problemi di gomme e questo per noi significava “meno frecce da sparare” per recuperare qualche posizione. Io ero sicuro di fare bene anche se partivo quarto, ma in ottica campionato c’era Pedro Hiltbrand che partiva primo e se Pedro avesse vinto la gara io come minimo dovevo arrivare a podio per non farmi superare con i punti. C’era Matteo che partiva quinto e se lui arrivava secondo io dovevo arrivare terzo, se lui arrivava primo io dovevo arrivare secondo. Questo per farti capire che non era così scontata la gara. Però fortunatamente è andata bene, con una buona partenza: primo Senna Van Walstijn e secondo io. Avevo un bel passo, anche migliore in confronto a lui. Poi da quello che mi dicevano da fuori avevo un gran gap dietro e dovevo stare calmo per non stressare le gomme e il materiale per arrivare in fondo, quindi l’ottica di andare a vincere la gara l’abbiamo abbandonata. Mi sono poi girato dietro e ho visto che c’era Puhakka, ma poi non l’ho visto più. Ho visto poi che gli altri erano molto lontani e allora all’undicesimo/dodicesimo giro ho decisamente mollato e ho amministrato il vantaggio, lasciando perdere l’idea di spingere il più possibile per lottare per la vittoria della gara. Non era questo quello che ci interessava, ma la vittoria del campionato. Per questo non abbiamo spinto più del dovuto, anche se la velocità c’era per poterlo fare.
E con le gomme come ti sei trovato?
Eravamo venuti anche a provare due volte proprio per il discorso gomme e non abbiamo avuto problemi. Abbiamo fatto anche delle prove con long-run proprio per vedere cosa succedeva. Quindi abbiamo lavorato in ottica gara proprio per evitare qualsiasi problema con le gomme nuove. Lo stress maggiore era infatti causato dal partire con gomma nuova e affrontare 25 giri consecutivi. Solitamente con la gomma nuova si fanno i tempi e fai 4-5 giri, poi la gomma si raffredda e riparti di nuovo. Quando fai 25 giri di fila con gomma nuova li fai stressandole molto, con connessi problemi di rottura delle gomme come è successo o il problema delle gomme davanti, che poi non era dovuto a stress ma a un difetto di produzione.
Sei un pilota di lunga esperienza, facendo tutta la trafila dalla Mini alla KZ, vincendo un campionato italiano in KF3. Questo campionato lo hai vinto però quasi da outsider. Come ti sei visto? Guardandoti con occhio critico, ti aspettavi di essere campione al primo anno con KR-Iame?
Proprio outsider no, perché comunque c’ero andato molto vicino un paio di anni con il Campionato Europeo. Il primo con Lenzokart in KZ2 avendo vinto la prima prova a Le Mans (era su tre gare) ed ero andato anche a punti a Genk. Mi è sfuggito il titolo a Kristianstad per appena cinque punti. L’anno scorso con CRG avevo vinto la prova di Adria, ma a Wackersdorf ho avuto problemi con le gomme, arrivando infine terzo. Quest’anno ci siamo finalmente riusciti, al primo anno con KR! Penso che anche per KR sia il primo campionato europeo in KZ, una bella soddisfazione per la squadra e per tutti! Onestamente però sapevo di potercela fare, perché sono sempre stato competitivo sia questo anno con KR che negli anni passati con le altre squadre. Non era proprio un risultato inaspettato… Sapevo che dovevo lavorare duro! Di certo non è venuto per caso.
Di fatto sei un professionista nel mondo del karting: ti vedi di più alla Forè o alla Piccini (tuo scopritore) nel lungo periodo?
Non lo so. So di Piccini e di Forè per le cose che sono state raccontate. Io non ho potuto tastare con mano e vedere con i miei occhi vedere cosa accadeva quando realmente correvano loro ai miei livelli e alla mia età. Sicuramente però avendo avuto come maestro Alessandro Piccini mi rivedo un po’ di più in Alessandro. Lui mi ha insegnato tanto, specialmente agli inizi e molto di quello che ho ottenuto nella carriera kartistica è merito anche ai suoi insegnamenti, sia nelle categorie più piccole che in quelle più grandi. Lui è stato quello che mi ha dato la possibilità e l’aiuto inizialmente anche economico e di visione per arrivare alle gare internazionali. Senza l’appoggio di Alessandro e della famiglia Piccini non sarei arrivato a correre per le case costruttrici. Dunque ti direi che mi vedo di più in Piccini, perché semplicemente lo conosco di più.
Programmi per il futuro?
Il Campionato del Mondo KZ! Mi piacerebbe fare anche qualcosa con il monomarcia, se c’è la velocità per fare una bella gara in OK. Perché comunque sia, la mia prima vittoria del campionato italiano è stato con il monomarcia. Mi è sempre piaciuto e andavo molto bene anche in KF2 quando ero ufficiale Kosmic. Quindi mi piacerebbe fare il mondiale OK. Sarebbe una gara più per divertimento e per aiuto alla squadra per cercare di fare un po’ di sviluppo, vista la giovane età dei piloti della nostra squadra in OK e OKJ. Però insomma l’obiettivo principale rimane la KZ e il campionato del mondo
Oltre a lavorare per KR fai qualcos’altro?
Faccio il coach per qualche pilota nel karting, ma lavoro per il Centro Internazionale di Guida Sicura di Andrea de Adamich come istruttore! Come vedi sono sempre legato al mondo dei motori! Fortunatamente abbino passione e lavoro!
Paolo, parlaci del weekend di Cremona che ti ha visto arrivare secondo in finale e ti ha coronato campione europeo!
Il weekend di gara è andato sicuramente molto bene visto che sono arrivato sul podio! Partendo dagli inizi, le prove libere ci hanno sempre visti protagonisti (secondo/terzo), in linea con i più veloci. Sin dall’inizio abbiamo notato che comunque sia gli avversari diretti, Viganò e Denner, erano un filo più lenti con queste condizioni, quindi eravamo abbastanza tranquilli. Purtroppo nelle qualifiche nel mio giro veloce ho trovato un altro pilota e ho fatto il settimo tempo. Risultato non male per la qualifica, ma considerando la posizione in cui ci trovavamo (secondi in campionato a sei punti), con Denner che mi partiva dietro a ogni manche e Viganò un filo più attardato, non era il massimo. Potevamo fare secondi e infatti se vai a guardare il giro teorico con i miei migliori settori (che trovi sul sito FIA) sarei stato appunto secondo e non settimo. La pista era difficile per le condizioni e per i sorpassi, essendo abbastanza stretta. I punti di sorpasso erano veramente limitati ed era molto rischioso compierne. Trovarsi in settima posizione quando ti giochi un Europeo diciamo che parti con il piede sbagliato. Le manche infatti sono state in salita. La prima manche ho fatto ottavo cercando sempre di stare attento a non sbagliare niente. La seconda ho fatto sesto, mentre l’ultima, in cui Viganò era quinto, ho dovuto rischiare qualcosa di più e sono arrivato quarto, con Matteo che ha perso qualche posizione. In questa maniera mi sono ritrovato quarto per la finale, quindi nel complesso un buon risultato, guadagnando qualche posizione in classifica per la griglia della finale. Sapevamo infatti di avere la velocità.
Poi è arrivata la notizia che le super heats venivano eliminate per i problemi di gomme e questo per noi significava “meno frecce da sparare” per recuperare qualche posizione. Io ero sicuro di fare bene anche se partivo quarto, ma in ottica campionato c’era Pedro Hiltbrand che partiva primo e se Pedro avesse vinto la gara io come minimo dovevo arrivare a podio per non farmi superare con i punti. C’era Matteo che partiva quinto e se lui arrivava secondo io dovevo arrivare terzo, se lui arrivava primo io dovevo arrivare secondo. Questo per farti capire che non era così scontata la gara. Però fortunatamente è andata bene, con una buona partenza: primo Senna Van Walstijn e secondo io. Avevo un bel passo, anche migliore in confronto a lui. Poi da quello che mi dicevano da fuori avevo un gran gap dietro e dovevo stare calmo per non stressare le gomme e il materiale per arrivare in fondo, quindi l’ottica di andare a vincere la gara l’abbiamo abbandonata. Mi sono poi girato dietro e ho visto che c’era Puhakka, ma poi non l’ho visto più. Ho visto poi che gli altri erano molto lontani e allora all’undicesimo/dodicesimo giro ho decisamente mollato e ho amministrato il vantaggio, lasciando perdere l’idea di spingere il più possibile per lottare per la vittoria della gara. Non era questo quello che ci interessava, ma la vittoria del campionato. Per questo non abbiamo spinto più del dovuto, anche se la velocità c’era per poterlo fare.
E con le gomme come ti sei trovato?
Eravamo venuti anche a provare due volte proprio per il discorso gomme e non abbiamo avuto problemi. Abbiamo fatto anche delle prove con long-run proprio per vedere cosa succedeva. Quindi abbiamo lavorato in ottica gara proprio per evitare qualsiasi problema con le gomme nuove. Lo stress maggiore era infatti causato dal partire con gomma nuova e affrontare 25 giri consecutivi. Solitamente con la gomma nuova si fanno i tempi e fai 4-5 giri, poi la gomma si raffredda e riparti di nuovo. Quando fai 25 giri di fila con gomma nuova li fai stressandole molto, con connessi problemi di rottura delle gomme come è successo o il problema delle gomme davanti, che poi non era dovuto a stress ma a un difetto di produzione.
Sei un pilota di lunga esperienza, facendo tutta la trafila dalla Mini alla KZ, vincendo un campionato italiano in KF3. Questo campionato lo hai vinto però quasi da outsider. Come ti sei visto? Guardandoti con occhio critico, ti aspettavi di essere campione al primo anno con KR-Iame?
Proprio outsider no, perché comunque c’ero andato molto vicino un paio di anni con il Campionato Europeo. Il primo con Lenzokart in KZ2 avendo vinto la prima prova a Le Mans (era su tre gare) ed ero andato anche a punti a Genk. Mi è sfuggito il titolo a Kristianstad per appena cinque punti. L’anno scorso con CRG avevo vinto la prova di Adria, ma a Wackersdorf ho avuto problemi con le gomme, arrivando infine terzo. Quest’anno ci siamo finalmente riusciti, al primo anno con KR! Penso che anche per KR sia il primo campionato europeo in KZ, una bella soddisfazione per la squadra e per tutti! Onestamente però sapevo di potercela fare, perché sono sempre stato competitivo sia questo anno con KR che negli anni passati con le altre squadre. Non era proprio un risultato inaspettato… Sapevo che dovevo lavorare duro! Di certo non è venuto per caso.
Di fatto sei un professionista nel mondo del karting: ti vedi di più alla Forè o alla Piccini (tuo scopritore) nel lungo periodo?
Non lo so. So di Piccini e di Forè per le cose che sono state raccontate. Io non ho potuto tastare con mano e vedere con i miei occhi vedere cosa accadeva quando realmente correvano loro ai miei livelli e alla mia età. Sicuramente però avendo avuto come maestro Alessandro Piccini mi rivedo un po’ di più in Alessandro. Lui mi ha insegnato tanto, specialmente agli inizi e molto di quello che ho ottenuto nella carriera kartistica è merito anche ai suoi insegnamenti, sia nelle categorie più piccole che in quelle più grandi. Lui è stato quello che mi ha dato la possibilità e l’aiuto inizialmente anche economico e di visione per arrivare alle gare internazionali. Senza l’appoggio di Alessandro e della famiglia Piccini non sarei arrivato a correre per le case costruttrici. Dunque ti direi che mi vedo di più in Piccini, perché semplicemente lo conosco di più.
Programmi per il futuro?
Il Campionato del Mondo KZ! Mi piacerebbe fare anche qualcosa con il monomarcia, se c’è la velocità per fare una bella gara in OK. Perché comunque sia, la mia prima vittoria del campionato italiano è stato con il monomarcia. Mi è sempre piaciuto e andavo molto bene anche in KF2 quando ero ufficiale Kosmic. Quindi mi piacerebbe fare il mondiale OK. Sarebbe una gara più per divertimento e per aiuto alla squadra per cercare di fare un po’ di sviluppo, vista la giovane età dei piloti della nostra squadra in OK e OKJ. Però insomma l’obiettivo principale rimane la KZ e il campionato del mondo
Oltre a lavorare per KR fai qualcos’altro?
Faccio il coach per qualche pilota nel karting, ma lavoro per il Centro Internazionale di Guida Sicura di Andrea de Adamich come istruttore! Come vedi sono sempre legato al mondo dei motori! Fortunatamente abbino passione e lavoro!