Compie oggi 48 anni uno dei kartisti più rappresentativi della storia di questo sport. Come altri della sua generazione, oggi papà di un pilota emergente…
Esponente di quel gruppo di piloti che ha negli anni ‘90 ha fatto la storia del karting, Jarno in kart ha vinto tantissimo: un Mondiale in Formula K nel 1991 e uno nella categoria con il cambio (allora Formula C) nel 1994 più un numero imprecisato di gare di altissimo livello dell’epoca: Coppe del Mondo, GP di Hong Kong, Campionati Italiani – che all’epoca valevano un Mondiale credeteci.. Il suo essere sempre davanti attirò l’attenzione di Flavio Briatore che ne accelerò e determinò la carriera automobilistica: dal 1995, anno del debutto nella F3 tedesca, arrivarono le vittorie e le prove indiscutibili del suo talento: la F1 con Minardi nel 1996 (oggi si pronuncerebbe ….Alpha Tauri) e una carriera nella massima formula lunghissima nella quale purtroppo i risultati non sono stati quelli che avrebbe meritato. Nei rapporti con la stampa e con i tifosi Jarno è rimasto il ragazzo semplice dei tempi del kart ed è forse questo uno dei motivi per cui in tanti ancora lo amano. Quando si parla di kart, la passione trasuda da tutti i pori e Jarno, che la materia la conosce, non ha mai trattenuto le sue idee in merito. Una visione che noi di Vroom spesso abbiamo avuto il modo di raccogliere, prima da pilota, più di recente da “papà da corsa” (Enzo, il figlio 17enne di Jarno corre in F3 con Carlin n.d.r.), e che non lascia spazio a fraintendimenti. Ci piace riassumerlo in un suo recente intervento sul nostro Magazine: « Io ho cominciato a 12 anni e fino ai 20 ho fatto il pilota professionista di kart – cosa che oggi è praticamente impossibile. Oggi vieni messo sul kart prestissimo: quando hai 15 anni sono già dieci anni che sei in questo ambiente e tutto è finalizzato all’arrivare in alto. Di qui le grandi cifre che da subito vengono investite senza che nemmeno si riesca a capire se un ragazzo ha davvero talento. Perché la realtà è che solo dopo i 18 anni, e anche parecchio dopo, che “vedi il campione”. Ci sono tantissime ragioni per cui, per esempio potresti essere stato vincente nel kart (peso e struttura fisica, team, materiali a disposizione, test etc..) senza necessariamente essere un “campione”. Capisci cosa intendo? Anche Steve Jobs, a 18 non era nessuno! Ci siamo capiti vero? » Non c’è bisogno di aggiungere altro, possiamo dire. GRAZIE JARNO e auguroni.