Sembra ieri, ma il 2023 sarà l'ottava stagione della OK come categoria base del karting internazionale, fortemente voluta dall'ex vicepresidente CIK Van De Grint. Oggi però nemmeno il riconosciuto prestazionale monomarcia riesce a fare la differenza e il palcoscenico FIA ne paga le conseguenze
La OK concepita in stretta collaborazione con i costruttori di motori pian piano ha preso piede, a conferma della bontà del progetto, fino a diventare ciò che inizialmente si pensava, un campo da competizione con kart performanti che garantivano gare combattute.
Il punto, però, è che la formula, "Original Karting" (acronimo di OK), è nata essenzialmente con finalità promozionali del karting stesso - non tanto del karting quanto piattaforma di partenza per la filiera che porta alle monoposto e infine alla chimera della F1.
Grazie all'iniziale indolenza delle ASN, in nessun Paese del karting che conta si è sviluppato un campionato OK tanto che oggi si arriva al paradosso che con questi kart si corre solo nelle gare FIA e nelle Serie private con costi folli.
In questa giustificata riflessione sul presente e soprattutto sul futuro del karting internazionale ci finisce anche il mondiale OK, quest’anno disputatosi a Sarno. L’evento fiore all’occhiello della stagione FIA karting, sta perdendo sempre più smalto e interesse grazie ad un calendario gare congestionato. Il Circus ormai non offre più alcuno stimolo: stessi interpreti, stesse piste, ormai assuefatto a questo perverso meccanismo e soprattutto al business che produce sebbene in contrapposizione al valore propedeutico della disciplina motoristica.
Così il mondiale assomiglia sempre più ad una normalissima gara che vede gli stessi protagonisti sullo stesso palcoscenico di tutte le domeniche. E per questo susseguirsi di eventi che si è finito per non dare il giusto valore alla corsa più importante dell’anno in cui anche chi vince rischia di passare in secondo piano, così come tutta la kermesse…
Chissà forse il lancio della categoria sperimentale OK-N potrebbe rimediare a questa imbarazzante situazione. Mentre aspettiamo con un po' di ritardo il programma dell'OK anche nel karting di base, ricordiamo più che la motorizzazione reputata funzionale allo scopo, il progetto per decollare dovrà beneficiare di una promozione simile a quella del format Rotax MAX, l’unico esempio che ad oggi valorizza il vivaio dei praticanti nel mondo e risponde a pieno alle esigente di mercato – così che anche le case costruttrici del comparto ne traggono profitto – senza tradire tuttavia l’aspetto propedeutico. E, con l’entrata di nuovi protagonisti, allora sì che si potrebbe assistere ad un mondiale ricco di aspettative.
Intanto, rimbomba l'eco che a seguito di una riunione di esponenti della federazione italiana, sembra nel sud Italia, sia scaturita l'idea di tenere in considerazione la categoria X30 inserendola nel contesto del WSK (Luca De Donno ringrazia sentitamente) visto che con l’entrata dell’OK Nazionale il monomarca della Iame sarebbe dovuto uscire di scena dal panorama delle gare titolate. Una decisione questa che sembra soddisfare anche la maggior parte dei team che troverà più conveniente aderire alla Serie del promoter pugliese invece che al campionato italiano Aci Karting evitando così, almeno in questa prima fase, di investire sui nuovi OK-N.
Bene, non tutti i mali vengono per nuocere, verrebbe da dire, perché se così fosse, questa ennesima “furbata” potrebbe tornare a vantaggio dei domenicali che potendo disporre di una nuova motorizzazione, molto più prestazionale e affidabile della X30, si ritroverebbero con un approccio indipendente a intraprendere un percorso di nuova concezione. E potrebbe tornare di moda il binomio pilota-meccanico per competere, senza l'obbligo di usufruire dell'assistenza di strutture onerose (le stesse ormai interessate a trofei ben più redditizi), facendosi comunque valere nel circuito delle gare nazionali e senza dover ipotecare la casa.
Dulcis in fundo, tale rivoluzione potrebbe ripristinare la compravendita dei nuovi motori e, un domani, il mercato dell’usato.
Immagine utopistica? Forse, ma a noi inguaribili nostalgici piace sognare, sebbene non sempre ci dimostriamo così perspicaci… dopotutto, certe paradossali evoluzioni, sembrano avere un senso
Intanto, incrociamo le dita e W il karting! Sempre!
Il punto, però, è che la formula, "Original Karting" (acronimo di OK), è nata essenzialmente con finalità promozionali del karting stesso - non tanto del karting quanto piattaforma di partenza per la filiera che porta alle monoposto e infine alla chimera della F1.
Grazie all'iniziale indolenza delle ASN, in nessun Paese del karting che conta si è sviluppato un campionato OK tanto che oggi si arriva al paradosso che con questi kart si corre solo nelle gare FIA e nelle Serie private con costi folli.
In questa giustificata riflessione sul presente e soprattutto sul futuro del karting internazionale ci finisce anche il mondiale OK, quest’anno disputatosi a Sarno. L’evento fiore all’occhiello della stagione FIA karting, sta perdendo sempre più smalto e interesse grazie ad un calendario gare congestionato. Il Circus ormai non offre più alcuno stimolo: stessi interpreti, stesse piste, ormai assuefatto a questo perverso meccanismo e soprattutto al business che produce sebbene in contrapposizione al valore propedeutico della disciplina motoristica.
Così il mondiale assomiglia sempre più ad una normalissima gara che vede gli stessi protagonisti sullo stesso palcoscenico di tutte le domeniche. E per questo susseguirsi di eventi che si è finito per non dare il giusto valore alla corsa più importante dell’anno in cui anche chi vince rischia di passare in secondo piano, così come tutta la kermesse…
Chissà forse il lancio della categoria sperimentale OK-N potrebbe rimediare a questa imbarazzante situazione. Mentre aspettiamo con un po' di ritardo il programma dell'OK anche nel karting di base, ricordiamo più che la motorizzazione reputata funzionale allo scopo, il progetto per decollare dovrà beneficiare di una promozione simile a quella del format Rotax MAX, l’unico esempio che ad oggi valorizza il vivaio dei praticanti nel mondo e risponde a pieno alle esigente di mercato – così che anche le case costruttrici del comparto ne traggono profitto – senza tradire tuttavia l’aspetto propedeutico. E, con l’entrata di nuovi protagonisti, allora sì che si potrebbe assistere ad un mondiale ricco di aspettative.
Intanto, rimbomba l'eco che a seguito di una riunione di esponenti della federazione italiana, sembra nel sud Italia, sia scaturita l'idea di tenere in considerazione la categoria X30 inserendola nel contesto del WSK (Luca De Donno ringrazia sentitamente) visto che con l’entrata dell’OK Nazionale il monomarca della Iame sarebbe dovuto uscire di scena dal panorama delle gare titolate. Una decisione questa che sembra soddisfare anche la maggior parte dei team che troverà più conveniente aderire alla Serie del promoter pugliese invece che al campionato italiano Aci Karting evitando così, almeno in questa prima fase, di investire sui nuovi OK-N.
Bene, non tutti i mali vengono per nuocere, verrebbe da dire, perché se così fosse, questa ennesima “furbata” potrebbe tornare a vantaggio dei domenicali che potendo disporre di una nuova motorizzazione, molto più prestazionale e affidabile della X30, si ritroverebbero con un approccio indipendente a intraprendere un percorso di nuova concezione. E potrebbe tornare di moda il binomio pilota-meccanico per competere, senza l'obbligo di usufruire dell'assistenza di strutture onerose (le stesse ormai interessate a trofei ben più redditizi), facendosi comunque valere nel circuito delle gare nazionali e senza dover ipotecare la casa.
Dulcis in fundo, tale rivoluzione potrebbe ripristinare la compravendita dei nuovi motori e, un domani, il mercato dell’usato.
Immagine utopistica? Forse, ma a noi inguaribili nostalgici piace sognare, sebbene non sempre ci dimostriamo così perspicaci… dopotutto, certe paradossali evoluzioni, sembrano avere un senso
Intanto, incrociamo le dita e W il karting! Sempre!