Principalli, pilota svizzero di origini Italiane, dopo aver vinto tanto nella Easykart, quest'anno si è imposto al debutto in un altro storico Monomarca, il Rotax Max Challenge. Ecco le sue impressioni sul motore e sul clima che caratterizzano questo Campionato
Presentati dandoci qualche informazione su quanti anni hai, a quanti anni hai cominciato e come, oltre a cosa fai nella vita di tutti i giorni.
Mi chiamo Leonardo Principalli, ho 18 anni e ho intrapreso la mia carriera nel mondo del motorsport nel 2014, quando in estate sono andato a fare un giro sui noleggi al Kart and Go di Como con mio padre e mio fratello.
Nella vita di tutti i giorni faccio lo studente: al momento sono all’ultimo anno del liceo scientifico, e in futuro intendo andare all’università a studiare ingegneria meccanica, con il fine di lavorare nel mondo dell’automotive.
Raccontaci ora un po’ il tuo Campionato: stai diventando uno specialista dei Monomarca, dopo aver vinto nella varie categorie della Easykart quest’anno hai deciso di provare qualcosa di completamente nuovo.
Per questa stagione intendevo lanciarmi in qualcosa di diverso dal campionato in cui correvo negli anni passati, e scambiando qualche parola con il mio team manager Francesco Costa (MKC Motorsport) ho deciso di competere nella Rotax Max Italia.
Il livello in questo campionato è davvero alto: in quasi ogni gara raggiungevamo sempre un buon numero di iscritti nella mia categoria, e i piloti contro cui competevo sono sempre stati veloci e corretti. Oltre a quanto concerne la guida, anche nel paddock si percepiva un’aria di sana competizione che rendeva più speciale i weekend di gara.
Cosa ti ha colpito di più di questa prima stagione in Rotax, sotto l'aspetto della guida?
Un pregio della Rotax Max trovo che siano le gomme. Le Mojo D5 hanno una mescola molto morbida, ma ti impongono di guidare in maniera estremamente pulita, poiché appena esci di traiettoria di pochi centimetri perdi un importante mucchio di decimi che ti può costare una pole position. Nelle prime due/tre gare, infatti, ho dovuto focalizzarmi molto sulla precisione e la costanza nel posizionare le ruote al posto giusto, e questo trovo che mi abbia aiutato a migliorare notevolmente la mia sensibilità alla guida.
Da pilota di nazionalità Svizzera, spiegaci del Ticket per Portimao: sarai alle Grand Finals? Nell’eventualità, dato che hai partecipato al Trofeo Italiano da pilota con licenza “non Italiana” , spiegaci un po’ come funziona.
Purtroppo no, quest’anno non potrò partecipare alle Grand Finals, poiché nonostante abbia vinto la finale italiana, non avendo la licenza italiana non posso rappresentare la nazione a Portimao. Per questo motivo consiglio a chi intende di correre per la prima volta in questo campionato di tenere a mente a priori che se si vuole competere per il ticket, bisogna scegliere il campionato della rispettiva nazionalità. I promotori del campionato Rotax Svizzero e Italiano mi hanno aggiunto nella ‘waiting list’, incrociamo le dita. Nonostante ciò, farò comunque il tifo per colui che andrà a competere alle finali.
Descrivici il Motore Max Evo. Per te era il primo anno nella categoria: come lo hai trovato?
A differenza dei motori che usavo in precedenza, il Rotax Max Evo, oltre ad avere la valvola, ha un grande carburatore a vaschetta. Questo implica che nelle curve lente bisogna parzializzare parecchio per avere la migliore velocità di uscita possibile, quindi, come per le gomme, ho dovuto lavorare sopra questo aspetto nelle prime due/tre gare. Oltre a questo, ho apprezzato l’affidabilità del motore (con il quale per fortuna non ho mai grippato :), e il fatto che le prestazioni tra i vari team sono sempre state molto bilanciate, facendo si che colui che deve fare la differenza sia il pilota.
Che feeling hai avuto in pista? Come giudichi le prestazioni di un mezzo motorizzato Rotax nel complesso?
Ogni qual volta che sono andato a correre quest’anno mi sono divertito parecchio. Il Rotax Max è un motore molto prestazionale, che si addice sia ad un circuito tecnico come Jesolo, che uno più veloce come Lonato. Qualcosa che trovo sia davvero interessante è il fatto che ha la valvola. Quando essa si aziona attorno ai 11mila giri ti dà una spinta in più che ho apprezzato molto.
Quale pensi sia il “pezzo forte” per chi sta valutando questa categoria per gareggiare, sia sotto l’aspetto tecnico che quello sportivo e in che modo pensi si potrebbe valorizzare al meglio la categoria oltre che il Trofeo stesso in Italia?
Il pezzo forte della Rotax, per qualcuno che sta valutando questa categoria per gareggiare trovo che dal lato tecnico sia il motore, poiché è molto robusto e affidabile. Per tale motivo anche un privato potrebbe arrivare in pista con il proprio motore ed avere il potenziale per competere per il gradino più alto del podio, e questo trovo sia un fattore davvero positivo. Per quanto riguarda invece il lato sportivo, torno a sottolineare la competitività e la correttezza dei piloti all’interno del campionato, che rende le gare molto più interessanti e gradevoli. Provare per crederci!
Hai già qualcosa in mente per la stagione 2023? Sarà sempre un monomarca? Proseguirai con Rotax? Ti senti pronto per qualche nuova esperienza?
Al momento ho tante cose in mente per la prossima stagione, però devo ancora fare delle valutazioni con la mia famiglia e il mio team per scegliere la categoria che meglio si abbini ai miei impegni scolastici e militari. Posso però dire che al momento, ciò che mi alletta maggiormente è di fare il passaggio nella categoria a marce, ma sono aperto e pronto a tutto che ha quattro ruote, un volante e un motore che spinge ..
Photocredit: Daniele Ghinassi
Mi chiamo Leonardo Principalli, ho 18 anni e ho intrapreso la mia carriera nel mondo del motorsport nel 2014, quando in estate sono andato a fare un giro sui noleggi al Kart and Go di Como con mio padre e mio fratello.
Nella vita di tutti i giorni faccio lo studente: al momento sono all’ultimo anno del liceo scientifico, e in futuro intendo andare all’università a studiare ingegneria meccanica, con il fine di lavorare nel mondo dell’automotive.
Raccontaci ora un po’ il tuo Campionato: stai diventando uno specialista dei Monomarca, dopo aver vinto nella varie categorie della Easykart quest’anno hai deciso di provare qualcosa di completamente nuovo.
Per questa stagione intendevo lanciarmi in qualcosa di diverso dal campionato in cui correvo negli anni passati, e scambiando qualche parola con il mio team manager Francesco Costa (MKC Motorsport) ho deciso di competere nella Rotax Max Italia.
Il livello in questo campionato è davvero alto: in quasi ogni gara raggiungevamo sempre un buon numero di iscritti nella mia categoria, e i piloti contro cui competevo sono sempre stati veloci e corretti. Oltre a quanto concerne la guida, anche nel paddock si percepiva un’aria di sana competizione che rendeva più speciale i weekend di gara.
Cosa ti ha colpito di più di questa prima stagione in Rotax, sotto l'aspetto della guida?
Un pregio della Rotax Max trovo che siano le gomme. Le Mojo D5 hanno una mescola molto morbida, ma ti impongono di guidare in maniera estremamente pulita, poiché appena esci di traiettoria di pochi centimetri perdi un importante mucchio di decimi che ti può costare una pole position. Nelle prime due/tre gare, infatti, ho dovuto focalizzarmi molto sulla precisione e la costanza nel posizionare le ruote al posto giusto, e questo trovo che mi abbia aiutato a migliorare notevolmente la mia sensibilità alla guida.
Da pilota di nazionalità Svizzera, spiegaci del Ticket per Portimao: sarai alle Grand Finals? Nell’eventualità, dato che hai partecipato al Trofeo Italiano da pilota con licenza “non Italiana” , spiegaci un po’ come funziona.
Purtroppo no, quest’anno non potrò partecipare alle Grand Finals, poiché nonostante abbia vinto la finale italiana, non avendo la licenza italiana non posso rappresentare la nazione a Portimao. Per questo motivo consiglio a chi intende di correre per la prima volta in questo campionato di tenere a mente a priori che se si vuole competere per il ticket, bisogna scegliere il campionato della rispettiva nazionalità. I promotori del campionato Rotax Svizzero e Italiano mi hanno aggiunto nella ‘waiting list’, incrociamo le dita. Nonostante ciò, farò comunque il tifo per colui che andrà a competere alle finali.
Descrivici il Motore Max Evo. Per te era il primo anno nella categoria: come lo hai trovato?
A differenza dei motori che usavo in precedenza, il Rotax Max Evo, oltre ad avere la valvola, ha un grande carburatore a vaschetta. Questo implica che nelle curve lente bisogna parzializzare parecchio per avere la migliore velocità di uscita possibile, quindi, come per le gomme, ho dovuto lavorare sopra questo aspetto nelle prime due/tre gare. Oltre a questo, ho apprezzato l’affidabilità del motore (con il quale per fortuna non ho mai grippato :), e il fatto che le prestazioni tra i vari team sono sempre state molto bilanciate, facendo si che colui che deve fare la differenza sia il pilota.
Che feeling hai avuto in pista? Come giudichi le prestazioni di un mezzo motorizzato Rotax nel complesso?
Ogni qual volta che sono andato a correre quest’anno mi sono divertito parecchio. Il Rotax Max è un motore molto prestazionale, che si addice sia ad un circuito tecnico come Jesolo, che uno più veloce come Lonato. Qualcosa che trovo sia davvero interessante è il fatto che ha la valvola. Quando essa si aziona attorno ai 11mila giri ti dà una spinta in più che ho apprezzato molto.
Quale pensi sia il “pezzo forte” per chi sta valutando questa categoria per gareggiare, sia sotto l’aspetto tecnico che quello sportivo e in che modo pensi si potrebbe valorizzare al meglio la categoria oltre che il Trofeo stesso in Italia?
Il pezzo forte della Rotax, per qualcuno che sta valutando questa categoria per gareggiare trovo che dal lato tecnico sia il motore, poiché è molto robusto e affidabile. Per tale motivo anche un privato potrebbe arrivare in pista con il proprio motore ed avere il potenziale per competere per il gradino più alto del podio, e questo trovo sia un fattore davvero positivo. Per quanto riguarda invece il lato sportivo, torno a sottolineare la competitività e la correttezza dei piloti all’interno del campionato, che rende le gare molto più interessanti e gradevoli. Provare per crederci!
Hai già qualcosa in mente per la stagione 2023? Sarà sempre un monomarca? Proseguirai con Rotax? Ti senti pronto per qualche nuova esperienza?
Al momento ho tante cose in mente per la prossima stagione, però devo ancora fare delle valutazioni con la mia famiglia e il mio team per scegliere la categoria che meglio si abbini ai miei impegni scolastici e militari. Posso però dire che al momento, ciò che mi alletta maggiormente è di fare il passaggio nella categoria a marce, ma sono aperto e pronto a tutto che ha quattro ruote, un volante e un motore che spinge ..
Photocredit: Daniele Ghinassi