Indipendentemente da cosa spinga il mezzo, ci sono emozioni uniche che vivono solo ed esclusivamente dentro la pista, dietro alla visiera, dentro alla mente: figuriamoci se possono vivere in un dibattito. (f.marangon-foto m. segato)
Nel periodo in cui è facile polarizzarsi su qualunque tema, figuriamoci su quelli controversi, è compito di chi cerca di essere sopra le parti – come solo, ormai raramente, una stampa fatta bene può essere – riportare i fatti per quello che sono, senza lasciare che le proprie opinioni diventino il “fatto” o la “notizia”.
Nei suoi 33 anni di storia questo giornale ha visto cambiare le cose: le ha viste cambiare sotto forma di progresso tecnologico, di scelte politiche, semplicemente a volte del tempo che avanza. E’ stato bello, spesso, lasciare che le opinioni raccolte in pista, o tra gli addetti ai lavori, trovassero posto nel racconto, ma lo sforzo per rendere l’idea più oggettiva possibile di quello che stava accadendo, in buona fede, possiamo sempre dire di averlo fatto.
Oggi, fine 2022, il dibattito sull’avvento di mezzi elettrici ad ogni livello è più che mai aperto: acceso, polarizzato, appunto, ferocemente ancorato – talvolta – ai nostri pregiudizi.
Il test che abbiamo svolto in pista con BSR - così come altri recenti test realizzati su questo genere di mezzi - ci ha dato modo di constatare che è oggi è possibile realizzare un kart elettrico ‘racing’ ad altissime prestazioni (equiparabili all’attuale categoria OK), metterlo in pista e dare al pilota le sensazioni che questo si aspetta alla guida di un kart: accelerazione degna di una monoposto da corsa, divertimento e feeling di guida assolutamente in linea con quello che deve offrire un kart da corsa.
L’assenza del rumore? Certo rende l’esperienza particolare per chi è cresciuto respirando l’odore della miscela e lasciandosi affascinare dal rombo che da anche il nome alla nostra rivista, ma non è quello di cui vogliamo parlare qui e ora.
Il freno sull’anteriore azionato dal pedale? Una interessante innovazione, che tra l’altro ai tempi in cui FIA impose il bizzarro sistema di freno al volante sui monomarcia, Giancarlo Tinini e CRG avevano tentato di promuovere venendo bocciati dalla Federazione. Con questi mezzi, oltretutto, si tratta di uno step importante per migliorarne la sicurezza in frenata, dato il peso importante che comporta la presenza della batteria.
Peso? Se vogliamo aprire il dibattito, e lo faremo, almeno possiamo dire che qui il peso è strutturale e legato al funzionamento stesso del mezzo, e non aggiunto montando pezzi di piombo intorno al sedile: va da sé che ogni singolo aspetto della questione può far parlare e dividere. A noi di ieri, oltre agli aspetti tecnici che vedrete presi attentamente in esame sul prossimo magazine, è rimasta una sensazione: l’energia positiva del momento in cui abbiamo tolto il casco a fine giornata, quella che solo il nostro sport e un mezzo unico (qualunque sia l’energia che lo spinge) può dare a chi ha il privilegio di poterlo praticare.
Nella foto: 1995 (a sinistra, il sottoscritto sui kart più rimpianti della storia); 2022 (a destra, il sottoscritto parecchio più vecchio sui kart più ‘chiacchierati’ del momento)
Nei suoi 33 anni di storia questo giornale ha visto cambiare le cose: le ha viste cambiare sotto forma di progresso tecnologico, di scelte politiche, semplicemente a volte del tempo che avanza. E’ stato bello, spesso, lasciare che le opinioni raccolte in pista, o tra gli addetti ai lavori, trovassero posto nel racconto, ma lo sforzo per rendere l’idea più oggettiva possibile di quello che stava accadendo, in buona fede, possiamo sempre dire di averlo fatto.
Oggi, fine 2022, il dibattito sull’avvento di mezzi elettrici ad ogni livello è più che mai aperto: acceso, polarizzato, appunto, ferocemente ancorato – talvolta – ai nostri pregiudizi.
Il test che abbiamo svolto in pista con BSR - così come altri recenti test realizzati su questo genere di mezzi - ci ha dato modo di constatare che è oggi è possibile realizzare un kart elettrico ‘racing’ ad altissime prestazioni (equiparabili all’attuale categoria OK), metterlo in pista e dare al pilota le sensazioni che questo si aspetta alla guida di un kart: accelerazione degna di una monoposto da corsa, divertimento e feeling di guida assolutamente in linea con quello che deve offrire un kart da corsa.
L’assenza del rumore? Certo rende l’esperienza particolare per chi è cresciuto respirando l’odore della miscela e lasciandosi affascinare dal rombo che da anche il nome alla nostra rivista, ma non è quello di cui vogliamo parlare qui e ora.
Il freno sull’anteriore azionato dal pedale? Una interessante innovazione, che tra l’altro ai tempi in cui FIA impose il bizzarro sistema di freno al volante sui monomarcia, Giancarlo Tinini e CRG avevano tentato di promuovere venendo bocciati dalla Federazione. Con questi mezzi, oltretutto, si tratta di uno step importante per migliorarne la sicurezza in frenata, dato il peso importante che comporta la presenza della batteria.
Peso? Se vogliamo aprire il dibattito, e lo faremo, almeno possiamo dire che qui il peso è strutturale e legato al funzionamento stesso del mezzo, e non aggiunto montando pezzi di piombo intorno al sedile: va da sé che ogni singolo aspetto della questione può far parlare e dividere. A noi di ieri, oltre agli aspetti tecnici che vedrete presi attentamente in esame sul prossimo magazine, è rimasta una sensazione: l’energia positiva del momento in cui abbiamo tolto il casco a fine giornata, quella che solo il nostro sport e un mezzo unico (qualunque sia l’energia che lo spinge) può dare a chi ha il privilegio di poterlo praticare.
Nella foto: 1995 (a sinistra, il sottoscritto sui kart più rimpianti della storia); 2022 (a destra, il sottoscritto parecchio più vecchio sui kart più ‘chiacchierati’ del momento)