La prima vittoria in Formula Uno è sempre una pietra miliare. Nel caso di George Russell, l’ennesima conferma di una generazione di piloti di kart di altissimo livello ma anche di come saper guidare non sia l'unica dote su cui lavorare. (f.marangon)
Non sappiamo ancora se il karting attuale produrrà un numero di talenti pari a quello che ora si sta confrontando sul palcoscenico più prestigioso del motorsport. Il crescendo, ma soprattutto la grande costanza di risultati, che ha portato Geroge Russell alla conferma di quella promessa su cui tanti puntavano dall’anno del suo debutto in Formula 1 nel 2019, riporta a quel ragazzino così determinato fin dagli inizi nel karting. Il ricordo di Mirko Sguerzoni di Intrepid, i mezzi sui quali il Britannico vinse il Campionato Europeo nella KF3 (la OKJ dell’epoca) nel 2012 è legato proprio alla principale dote del pilota: «Fin dall’inizio ci ha colpito la sua ‘professionalità’. E’ strano parlare di professionalità in un ragazzino di 13 anni, ma è un aspetto che nel caso di George ha fatto e secondo me fa ancora la differenza. Si applicava, metteva in pratica tutti i consigli ed era completamente dedito al lavoro e questo è qualcosa che nel karting vedi da subito: a quell’età i ragazzi, seppur veloci in pista e con una buona base, spesso sono distratti da tante cose, sono più dispersivi. George no. Lui era un professionista, lo è stato da sempre. » Il modo perentorio in cui vinse l’Europeo 2012 con 3 vittorie su 4 gare furono un biglietto da visita non indifferente per il seguito della sua carriera, che passò anche da quella ormai celeberrima presentazione Powerpoint con cui, 15enne, impressionò il suo futuro Team Manager Toto Wolff. Certo non si arriva in Formula Uno e a essere un GP Winner solo con i risultati e l’impegno, purtroppo questo lo sappiamo bene: di certo però l’impegno costante, l’avere in mente un obiettivo preciso e la ‘professionalità’ in pista sin da ragazzi possono però essere d’ispirazione per molti giovani del nostro sport, che mirino alla Formula Uno o semplicemente ad essere presi sul serio quando la vita gli presenterà delle opportunità.