La casa più vincente in KZ torna a vincere un Mondiale nel modo più plateale, imponendosi nelle due categorie e ribaltando i pronostici. Complice tecnico di un’impresa storica il preparatore Abruzzese, che ha raccolto la sfida e lavorato duramente per raggiungere un apice difficilmente battibile.
Ricordando solo i Mondiali del nuovo millennio, a partire dal 2007 al 2011 CRG aveva messo in tasca la micidiale sequenza di Jonathan Thonon vincitore di ben 4 “World Cup” (allora così denominato il massimo riconoscimento della categoria) e poi ancora 4 successi dal 2013 al 2017 (quando è stata ripristinata la titolazione “World Championship”) con Max Verstappen, Jorrit Pex e il bis con Paolo De Conto. Poi un periodo di “astinenza” del quale il 2022 ha segnato in maniera più che chiara la fine. A Le Mans – dove avrebbe dovuto corrersi il mondiale nel 2020 e che da quella data aspettava di tornare ad ospitare l’evento più prestigioso del karting professionistico – Gustafsson (un outsider, nei pronostici) ha smontato in 20 minuti la previsione più radicata del weekend di Le Mans, che dava super favorito, e a ragione, Simo Puhakka su Tony Kart/Vortex, secondo miglior tempo alle spalle del compagno di squadra Noah Milell, dominatore delle manche e della Super Heats e in pole position nello schieramento della finale. Invece la finale ha rivelato un epilogo diverso, con uno Svedese per la seconda volta consecutiva sul gradino più alto, ma questa volta nei colori Nero Arancio. In KZ2 Arthur Carbonnel completa il quadro di un weekend perfetto per il binomio CRG-Tm, dominando incontrastato la finale della KZ2 World Cup su due validi esordienti nella categoria con il cambio, Bertuca e Lindblad.