Lettera aperta di Achille Parrilla sul ritorno della DAP

- Lettera del giorno
La curiosità dietro il ritorno di uno dei marchi più importanti della storia del karting, annunciata con una semplice foto senza troppi giri di parole sui social network, ci ha portati a contattare Achille Parrilla, co fondatore della Casa, per avere maggiori informazioni. Si è trattato di una cessione del marchio senza nessun coinvolgimento della famiglia Parrilla.

Gentile Direttore,
La ringrazio per questo spazio che mi concede.
Vorrei esternarLe alcune riflessioni personali a seguito dell'annuncio coinvolgente il nome DAP sui mezzi di comunicazione moderni.

Mio fratello Angelo ha convissuto gli ultimi venti anni in compagnia di una grave malattia ,che ha inciso sul suo fisico, ma non certo sui suoi sogni pindarici che d'altronde continuano ad accompagnarlo fin da quando era bambino. Un sogno degli ultimi non poteva essere che quello di poter rivedere i suoi motori e telai ripercorrere le piste del mondo con gli stessi risultati di un tempo. Purtroppo il tempo ha due facce: in parte è galantuomo perchè non fa preferenze, ma anche lestofante perchè ruba piano piano dalle tasche dei galantuomini le briciole che  servono per mantenere un senso alla vita. Mio fratello Angelo, frugando nelle sue tasche, ha creduto di sentire tra le dita ancora un seme da piantare, per fare crescere una nuova primula. Lui è sempre stato un inguaribile ottimista , ed io un insopportabile pessimista. I pesi sulla bilancia hanno sempre mantenuto l'ago al centro, e questa neutralità ci è servita per fare crescere l'azienda senza sbandamenti.

Angelo studiava oltre l'impensabile cosa fare per rendere i nostri prodotti sempre più belli ed eleganti dando per scontato di non avere concorrenza sui mercati mondiali, ed io mi arrabattavo perchè le sue certezze non venissero meno, litigando con i decimi di secondo e i millesimi di millimetro. Per venti anni non abbiamo avuto altre finalità dalla mattina alle sette alla sera a mezzanotte, inclusi Sabati, Domeniche, Pasque e Natali. Questa demenzialità ci ha portato sul tetto del mondo, anche se è costata troppo, soprattutto a livello mentale, ad entrambi.
E io credo sia un percorso obbligato, in qualunque campo si pensi di seminare, per chiunque si prenda il rischio di affrontare il futuro con una visione.

Io vedo la nostra DAP come una entità astratta avvolta in un pulviscolo dorato, dove ogni grano si è formato con infiniti sacrifici di tutti i personaggi che hanno partecipato a renderla grande di più e di più, navigando tra tempeste e marosi, saltando fossi per la lunga e combattendo contro nemici e avversari a volte scorretti, alcuni dei quali hanno cercato anche nelle pieghe dei regolamenti come fermare questa corazzata inarrestabile, altri invece speranzosi che l'appagamento ci aggredisse prima o poi. Ma il mulino a vento non si ferma con una lancia di legno a cavallo di un ronzino. Si può fermare solo fermando il vento.

Io e mio fratello non ci siamo mai sentiti appagati, nè per i risultati tecnici o sportivi, nè per il desiderio di grandi piloti di vestire i nostri colori, e tantomeno per le lusinghe che ci venivano propinate a torto o a ragione al conseguimento di successi tecnici eclatanti. Tornando a casa la Domenica sera da una gara regionale o da un campionato del mondo pensavamo solo a cosa fare la mattina dopo per migliorarci il più in fretta possibile. Non ci siamo mai illusi che i nostri avversari fossero dei quadrupedi con lunghe orecchie, e non abbiamo mai sottovalutato nemmeno l'ultimo degli addetti ai lavori.

Nondimeno sono esistite anche altre aziende del settore che hanno imparato come fare per tenere la vela con il vento in poppa, ma a me piace credere che la nostra vela fosse la prima ad indicare alle altre dove cercarlo.
Venti lunghissimi anni di tempeste e di approdi insperati, di pianti e di sorrisi, di disperazioni e di gioie sono serviti per temprare la nostra azienda come un metallo prezioso che non può più essere intaccato, e l'alone dorato che la circonda mi piace pensare che l'abbia ormai resa immortale e inavvicinabile al pari di un oggetto sacro da ammirare ma non toccare.

E infine sono certo che solo una Giustizia Superiore, e certo  dopo attenta valutazione, potrebbe  forse permettere a chi ha vissuto con Lei giorni incredibili e notti magiche sotto lo stesso tetto, di ferire una meravigliosa storia che non chiede di ritornare, ma di essere ricordata.

Achille Parrilla
 

Iscriviti alla Newsletter

Rimani aggiornato sulle ultime notizie dal mondo del kart!
Follow Us on Facebook