Se in Italia, patria indiscussa del karting mondiale, le categorie OKN stentano a decollare, negli Stati Uniti stanno riscuotendo un significativo consenso. Cosa sta succedendo? E’ già il momento di correre ai ripari?
C’era da aspettarselo: il debutto della OKN è in salita, tanto che nelle prime gare italiane del 2023 marcate WSK le 2 nuove categorie non si sono costituite. Certo, siamo a gennaio e c’è tutto il tempo per intervenire, ma chi ha tempo non deve perdere tempo se si vuole rilanciare le categorie monomarcia e liberarle definitivamente dalle catene dei trofei monomarca.
Ho voluto indagare su quanto successo nelle ultime settimane e i risultati sono quelli che ci si poteva aspettare: da una parte, nessuno vuole correre il rischio di comprare per primo il materiale per poi scoprire di aver toppato l’acquisto e non aver scelto il motore “buono”, dall’altro ho notato una certa “resistenza” di alcuni team a investire sulla nuova categoria avendo già in casa i motori del trofeo di marca (Iame soprattutto) e tutto il materiale per correre dove, nel bene e nel male, si fanno i “numeri”.
Al momento di stasi in Italia corrisponde invece un miglior approccio negli Stati Uniti alla nuova categoria voluta dalla FIA Karting e, in occasione del Challenge of the Americas, si è registrato un significativo interesse. I numeri sono gli stessi che qui da noi si realizzano nelle gare regionali, ma parliamo di un pianeta, quello a Stelle e Strisce, in cui il modello del karting regolamentato dalla FIA è sempre stato snobbato. Il segnale che invece ci è arrivato al contrario di quanto accaduto in Italia è che i piloti statunitensi hanno apprezzato moltissimo le prestazioni dei motori OKN e la relativa facilità di gestione. La domanda è ovvia: possibile che in Italia non si siano costituite le categorie mentre negli Stati Uniti sembra che tutti non aspettino altro di iniziare a correre con la OKN?
Responsabilità limitata
L’idea delle categorie OKN è ottima, lo abbiamo sempre detto: prestazioni finalmente all’altezza della situazione, costi tutto sommato ragionevoli, un controllo diretto della Federazione su ogni aspetto. Il problema, e già lo avevamo evidenziato la scorsa estate, era la convivenza con i trofei monomarca. Ovviamente le Case costruttrici impegnate, e soprattutto la Iame che ha registrato un importante seguito e non solo in Italia, non hanno certo interesse a veder scemare una situazione di monopolio.
Ma la ASN italiana, a suo tempo, non è stata certo lungimirante nel decidere di inglobare i Trofei di marca nel Campionato Italiano. Perché questa situazione è figlia proprio di quel passaggio che ha in qualche modo legittimato i Trofei di marca come l’unico tassello della filiera del kart nazionale per le categorie monomarcia. Purtroppo le suddette categorie non hanno poi ricoperto quel ruolo promozionale come ci si aspetterebbe anche perché l’ASN ha lasciato piena libertà di gestione alle aziende titolari del Trofeo di marca. E per questo era facile intuire come sarebbe andata a finire.
I monomarca hanno avuto l’innegabile merito di salvare le categorie monomarcia dopo la disastrosa alternativa della KF ai 100 cc, ma ciò non significa che sia ancora oggi la strada da percorrere. Nessuno vuole vietare i monomarca, ci mancherebbe. Bisognerebbe però ridimensionarli al loro ruolo naturale, ovvero quello di categorie promozionali a basso costo evitando di inserirle in un contesto titolato come il Campionato Italiano.
Nel momento in cui la OKN dovesse diventare l’unica categoria “titolata”, siamo sicuri che i monomarca ritroverebbero la loro naturale collocazione e che, volendo sopravvivere, dovrebbero diventare molto più attrattive a livello di costi e qualità dei prodotti, a tutto vantaggio di chi pratica questo sport, così come accade negli States e non solo.
Privatizzazione? Et voilà!
Per raggiungere questo ambizioso obiettivo la Federazione dovrebbe tornare ad avere un ruolo centrale nell’organizzazione e promozione del karting mettendo fine alle ingerenze di organizzatori/promotori privati e se possibile limitare il potere dei costruttori nell’imporre certe scelte. Altrimenti, così come accade in molti paesi e, soprattutto in USA, l’alternativa è legittimare la privatizzazione della promozione e gestione del karting da parte dei Promoter e delle Aziende, tanto ormai, girandoci intorno, ci siamo molto vicini a questa realtà, basterebbe solo ufficializzarla…
Buon kart a tutti
Ho voluto indagare su quanto successo nelle ultime settimane e i risultati sono quelli che ci si poteva aspettare: da una parte, nessuno vuole correre il rischio di comprare per primo il materiale per poi scoprire di aver toppato l’acquisto e non aver scelto il motore “buono”, dall’altro ho notato una certa “resistenza” di alcuni team a investire sulla nuova categoria avendo già in casa i motori del trofeo di marca (Iame soprattutto) e tutto il materiale per correre dove, nel bene e nel male, si fanno i “numeri”.
Al momento di stasi in Italia corrisponde invece un miglior approccio negli Stati Uniti alla nuova categoria voluta dalla FIA Karting e, in occasione del Challenge of the Americas, si è registrato un significativo interesse. I numeri sono gli stessi che qui da noi si realizzano nelle gare regionali, ma parliamo di un pianeta, quello a Stelle e Strisce, in cui il modello del karting regolamentato dalla FIA è sempre stato snobbato. Il segnale che invece ci è arrivato al contrario di quanto accaduto in Italia è che i piloti statunitensi hanno apprezzato moltissimo le prestazioni dei motori OKN e la relativa facilità di gestione. La domanda è ovvia: possibile che in Italia non si siano costituite le categorie mentre negli Stati Uniti sembra che tutti non aspettino altro di iniziare a correre con la OKN?
Responsabilità limitata
L’idea delle categorie OKN è ottima, lo abbiamo sempre detto: prestazioni finalmente all’altezza della situazione, costi tutto sommato ragionevoli, un controllo diretto della Federazione su ogni aspetto. Il problema, e già lo avevamo evidenziato la scorsa estate, era la convivenza con i trofei monomarca. Ovviamente le Case costruttrici impegnate, e soprattutto la Iame che ha registrato un importante seguito e non solo in Italia, non hanno certo interesse a veder scemare una situazione di monopolio.
Ma la ASN italiana, a suo tempo, non è stata certo lungimirante nel decidere di inglobare i Trofei di marca nel Campionato Italiano. Perché questa situazione è figlia proprio di quel passaggio che ha in qualche modo legittimato i Trofei di marca come l’unico tassello della filiera del kart nazionale per le categorie monomarcia. Purtroppo le suddette categorie non hanno poi ricoperto quel ruolo promozionale come ci si aspetterebbe anche perché l’ASN ha lasciato piena libertà di gestione alle aziende titolari del Trofeo di marca. E per questo era facile intuire come sarebbe andata a finire.
I monomarca hanno avuto l’innegabile merito di salvare le categorie monomarcia dopo la disastrosa alternativa della KF ai 100 cc, ma ciò non significa che sia ancora oggi la strada da percorrere. Nessuno vuole vietare i monomarca, ci mancherebbe. Bisognerebbe però ridimensionarli al loro ruolo naturale, ovvero quello di categorie promozionali a basso costo evitando di inserirle in un contesto titolato come il Campionato Italiano.
Nel momento in cui la OKN dovesse diventare l’unica categoria “titolata”, siamo sicuri che i monomarca ritroverebbero la loro naturale collocazione e che, volendo sopravvivere, dovrebbero diventare molto più attrattive a livello di costi e qualità dei prodotti, a tutto vantaggio di chi pratica questo sport, così come accade negli States e non solo.
Privatizzazione? Et voilà!
Per raggiungere questo ambizioso obiettivo la Federazione dovrebbe tornare ad avere un ruolo centrale nell’organizzazione e promozione del karting mettendo fine alle ingerenze di organizzatori/promotori privati e se possibile limitare il potere dei costruttori nell’imporre certe scelte. Altrimenti, così come accade in molti paesi e, soprattutto in USA, l’alternativa è legittimare la privatizzazione della promozione e gestione del karting da parte dei Promoter e delle Aziende, tanto ormai, girandoci intorno, ci siamo molto vicini a questa realtà, basterebbe solo ufficializzarla…
Buon kart a tutti