WTF1.com, un sito molto apprezzato dai tifosi di F1, ipotizza che la carriera in F1 di De Vries sia già a rischio: in che modo questa riflessione ci riguarda tutti? (fm)
Secondo WTF1.com, il poco brillante inizio di stagione potrebbe costare caro al debuttante di lusso Nyck De Vries, a lungo sull’uscio della F1 in funzione dei suoi brillanti risultati nelle formule minori e nel Karting (due Mondiali vinti) e finalmente al via con un regolare contratto in questa stagione 2023 al volante di Alpha Tauri.
Le riflessioni di WTF1 sono tutte oggettive e condivisibili, come quelle sulla sua gara d’esordio a Monza lo scorso anno (9° al traguardo), acclamata dalla critica ma che “è stata una gara in cui nove piloti hanno avuto penalità dovuta alle Power Unit” o ancora, che nonostante il suo titolo F2 del 2019 “Nyck era stato in realtà messo in ombra nell’edizione precedente del Campionato dai colleghi George Russell, Lando Norris e Alex Albon l'anno prima di vincere il titolo”.
In merito ai suoi successi in Formula E si legge di “come sia stato facilitato da sistema di qualifiche, poi abolito nel 2022, anno nel quale Vandoorne lo ha battuto”. Tutto vero, anche il fatto che il suo nome risulta sì associato a piloti che lui spesso batteva nel karting, ma che sono in Formula1 da molto più tempo di lui e come ad oggi, un confronto prestazionle non sia più praticabile, anche solo per una questione di esperienza specifica al volante di una F1 con i livelli di pressione della F1 stessa, che pure richiede un adattamento perlomeno mentale, oltre che ovviamente fisico.
E così è vero quello che dice WTF1.com: con giovanissimi talenti che scalpitano per un posto in F1 e un Circus sempre più assetato di “personaggi” Nyck potrebbe paradossalmente trovarsi fuori dai giochi e con un prosieguo di carriera davvero in salita, nuovamente. Tutto questo prima dei fatidici 30 anni (lui è del ’95), che ormai sono – sempre paradossalmente – un’età in cui un pilota che non sia perlomeno diventato Campione del Mondo una volta può essere considerato ‘sul viale del tramonto’.
Questa è la F1 di oggi, che inevitabilmente e a cascata investe come filosofia tutto ciò che sta sotto di lei nella piramide FIA, fino al Karting.
C’è un karting diverso, ovviamente, che sopravvive, a stento ma sopravvive: è il movimento di base, la forza del nostro sport, quello non invaso da sogni di F1, che come dimostra il caso De Vries, risente dei peggiori influssi di un sistema basato su logiche commerciali, di profitto, ed essenzialmente poco legate allo sport. Un sistema che espone i ragazzi, fin da giovanissimi, al burn-out, come avviene purtroppo in tanti altri settori della vita professionale, in cui chi ha deciso di ‘inseguire il sogno’ rischia seriamente di bruciarsi...
Le riflessioni di WTF1 sono tutte oggettive e condivisibili, come quelle sulla sua gara d’esordio a Monza lo scorso anno (9° al traguardo), acclamata dalla critica ma che “è stata una gara in cui nove piloti hanno avuto penalità dovuta alle Power Unit” o ancora, che nonostante il suo titolo F2 del 2019 “Nyck era stato in realtà messo in ombra nell’edizione precedente del Campionato dai colleghi George Russell, Lando Norris e Alex Albon l'anno prima di vincere il titolo”.
In merito ai suoi successi in Formula E si legge di “come sia stato facilitato da sistema di qualifiche, poi abolito nel 2022, anno nel quale Vandoorne lo ha battuto”. Tutto vero, anche il fatto che il suo nome risulta sì associato a piloti che lui spesso batteva nel karting, ma che sono in Formula1 da molto più tempo di lui e come ad oggi, un confronto prestazionle non sia più praticabile, anche solo per una questione di esperienza specifica al volante di una F1 con i livelli di pressione della F1 stessa, che pure richiede un adattamento perlomeno mentale, oltre che ovviamente fisico.
E così è vero quello che dice WTF1.com: con giovanissimi talenti che scalpitano per un posto in F1 e un Circus sempre più assetato di “personaggi” Nyck potrebbe paradossalmente trovarsi fuori dai giochi e con un prosieguo di carriera davvero in salita, nuovamente. Tutto questo prima dei fatidici 30 anni (lui è del ’95), che ormai sono – sempre paradossalmente – un’età in cui un pilota che non sia perlomeno diventato Campione del Mondo una volta può essere considerato ‘sul viale del tramonto’.
Questa è la F1 di oggi, che inevitabilmente e a cascata investe come filosofia tutto ciò che sta sotto di lei nella piramide FIA, fino al Karting.
C’è un karting diverso, ovviamente, che sopravvive, a stento ma sopravvive: è il movimento di base, la forza del nostro sport, quello non invaso da sogni di F1, che come dimostra il caso De Vries, risente dei peggiori influssi di un sistema basato su logiche commerciali, di profitto, ed essenzialmente poco legate allo sport. Un sistema che espone i ragazzi, fin da giovanissimi, al burn-out, come avviene purtroppo in tanti altri settori della vita professionale, in cui chi ha deciso di ‘inseguire il sogno’ rischia seriamente di bruciarsi...