Paolo Ippolito si è laureato Campione del Mondo KZ dopo aver vinto l’Europeo l’anno scorso. Il pilota toscano di KR ha parlato con noi di questo successo e di come è stato possibile. (mb)
Raccontaci di questo weekend super a Wackersdorf. Sei andato forte fin dalle qualifiche! Hai uno speciale feeling con la pista oppure ti sentivi particolarmente a posto con il materiale?
«A me in realtà piacciono tutte le piste e una volta che sono sul kart ogni pista è uguale all’altra. Da pilota professionista credo che se vai forte vai forte ovunque. Sicuramente la gara è stata preparata bene perché eravamo andati a fare la pregara “Road to Wackersdorf” dove avevamo dimostrato che il potenziale c’era e il materiale era competitivo (in quella occasione siglai la pole position). Fatta la gara, con numerosi test a analisi di sviluppo, siamo tornati nuovamente a provare a Wackersdorf, andando particolarmente bene. Le modifiche ci sono servite per migliorare rispetto alla gara, quindi siamo arrivati direi preparati al Mondiale. In qualifica abbiamo dimostrato fin da subito di essere competitivi, facendo la pole di gruppo, mentre la pole position generale è andata a Denner. Dietro di me c’era il mio compagno Danilo Albanese, per farti capire che la performance del nostro team c’era. Nella prima manche ha vinto Danilo seguito da me e per decisione del team non abbiamo voluto prendere rischi nel sorpassarci, anche perché non ne valeva la pena. Nella seconda manche ho vinto seguito da Trefilov con il Maranello, uno dei più veloci dal sabato in poi. Nell’ultima manche sono arrivato a podio, decidendo di optare di mettere le due gomme nuove nella super heat di domenica mattina. Il problema è che mi è stata imputata una partenza anticipata (che tanto anticipata non era). Inizialmente mi hanno accusato di spostamento delle gomme durante la procedura di partenza dei semafori (sapete che prima della partenza spostiamo le gomme per una partenza più rapida). Poi in realtà mi hanno dato una falsa partenza per 0.02 centesimi di secondo e quindi da primo in classifica generale mi sono ritrovato quarto totale (secondo nella super heat). Nella super heat sono arrivato secondo dietro a Denner, che però aveva una manche in meno avendo avuto un incidente e quindi poteva sfruttare gomme decisamente messe meglio delle mie. In finale poi come hai visto la performance c’era. Tutto è stato studiato per cercare di essere più forti nelle prime fasi di gara e infatti così è stato rispetto agli altri. Sono riuscito a creare subito un buon gap e lo stesso Pex (arrivato terzo dopo un ottimo fine settimana) mi ha detto a fine gara che era impressionato dai miei primi giri. Dopo i primi giri sono andato “in gestione”, cercando di ingrassare il motore e non andare al limite per mantenere tutto fresco. Ho gestito il distacco e ho tenuto sotto d’occhio il sopravanzare di Gustafsson. Quando il distacco è sceso sotto il secondo ho reiniziato a spingere di nuovo. Lui ovviamente standomi dietro aveva maggiori riferimenti e andava un mezzo decimo/ un decimo più veloce di me, ma alla fine giravamo praticamente uguali.»
Quindi hai gestito con Gustafsson?
«Sì, lui sarebbe stato l’unico insieme a Denner che poteva crearci qualche problema per arrivare alla vittoria. Denner si è fermato, mentre Gustafsson partiva dodicesimo. Ha avuto vantaggio nelle prime fasi di gara guadagnando posizioni in maniera “facile”, anche perché in questo tipo di gare difficilmente si arriva a podio partendo dodicesimi, anche se si va più forte. Ad ogni modo ha fatto una bellissima gara.»
Credi sia stato decisivo il primo giro con quel cambio di linea esterno-interno?
«Sicuramente! Mi ha messo in una posizione più tranquilla nei primi giri, senza che gli altri potessero avere la possibilità di attaccarmi. I primi 2-3 giri sono stati cruciali! Essere davanti con pista libera ha dato un ulteriore vantaggio alla nostra velocità.
Ti aspettavi di vincere il Mondiale?
«Veramente sì! Con il team e con i motoristi abbiamo lavorato molto bene, provando molto di più rispetto all’anno scorso proprio per cercare la migliore performance, anche con i motori. Siamo partiti con l’idea che saremmo stati sicuramente competitivi. Vincere poi non è mai facile e fare un pronostico è praticamente impossibile, ma sapevamo di essere protagonisti.
L’anno scorso hai vinto l’Europeo, quest’anno il Mondiale…quali altri obiettivi vuoi darti? Pensi anche ad altre categorie visto che comunque hai vinto un Campionato Italiano in KF3 e andavi forte anche in KF2?
«Direi che di obiettivi arrivati a questo punto ce ne siano pochi per quanta riguarda il karting da pilota: ho vinto un Italiano, un Europeo e un Mondiale. Non si può ottenere di più se non ripetersi! Ovviamente come team ci riproveremo l’anno prossimo, pensando anche ai nostri team satelliti. Quest’anno abbiamo fatto un lavoro molto buono anche in KZ2, dove Powell infatti è arrivato secondo, con giro più veloce in gara del nostro Nakamura-Berta. Anche Stell, pilota di un nostro team satellite, è andato molto bene facendo la pole di gruppo e sarebbe arrivato in top-five se non avesse avuto un problema tecnico nella super heat. Il pacchetto KR-Iame ha funzionato insomma. Sul correre in altre categorie non credo francamente. L’anno scorso mi era stata data la possibilità di correre in OK, facendo due pole position su tre gare e terzo di gruppo al Campionato del Mondo. La performance c’era, ma essendomi staccato da tanto dalle categorie monomarcia, la mia gestione di gara non è ottimale. Per poter competere dovrei correrci in maniera costante.»
Continuerai a correre in stile Forè o hai in mente qualche svolta professionale per il futuro?
«Attualmente già faccio altro rispetto al mero pilotaggio: seguo due ragazzi provenienti dal Sudafrica, due giovani leve a cui sto cercando di trasmettere la passione per il kart e farli migliorare il più possibile in questo ambito. Loro credo avranno anche la possibilità di andare a correre in macchina. La mia idea è di fare il coach driver in modo da trasferire la mia conoscenza a chi ne ha bisogno, come ragazzini alle prime armi. Magari in futuro penso che potrei avere anche un mio team, ma attualmente non è nei miei piani. Non credo però di correre come Forè fino a 50 anni! Certo bisogna distinguere il professionismo dal divertimento, ma non credo che avrò un volante tra le mani a quella età…ma mai dire mai!»
«A me in realtà piacciono tutte le piste e una volta che sono sul kart ogni pista è uguale all’altra. Da pilota professionista credo che se vai forte vai forte ovunque. Sicuramente la gara è stata preparata bene perché eravamo andati a fare la pregara “Road to Wackersdorf” dove avevamo dimostrato che il potenziale c’era e il materiale era competitivo (in quella occasione siglai la pole position). Fatta la gara, con numerosi test a analisi di sviluppo, siamo tornati nuovamente a provare a Wackersdorf, andando particolarmente bene. Le modifiche ci sono servite per migliorare rispetto alla gara, quindi siamo arrivati direi preparati al Mondiale. In qualifica abbiamo dimostrato fin da subito di essere competitivi, facendo la pole di gruppo, mentre la pole position generale è andata a Denner. Dietro di me c’era il mio compagno Danilo Albanese, per farti capire che la performance del nostro team c’era. Nella prima manche ha vinto Danilo seguito da me e per decisione del team non abbiamo voluto prendere rischi nel sorpassarci, anche perché non ne valeva la pena. Nella seconda manche ho vinto seguito da Trefilov con il Maranello, uno dei più veloci dal sabato in poi. Nell’ultima manche sono arrivato a podio, decidendo di optare di mettere le due gomme nuove nella super heat di domenica mattina. Il problema è che mi è stata imputata una partenza anticipata (che tanto anticipata non era). Inizialmente mi hanno accusato di spostamento delle gomme durante la procedura di partenza dei semafori (sapete che prima della partenza spostiamo le gomme per una partenza più rapida). Poi in realtà mi hanno dato una falsa partenza per 0.02 centesimi di secondo e quindi da primo in classifica generale mi sono ritrovato quarto totale (secondo nella super heat). Nella super heat sono arrivato secondo dietro a Denner, che però aveva una manche in meno avendo avuto un incidente e quindi poteva sfruttare gomme decisamente messe meglio delle mie. In finale poi come hai visto la performance c’era. Tutto è stato studiato per cercare di essere più forti nelle prime fasi di gara e infatti così è stato rispetto agli altri. Sono riuscito a creare subito un buon gap e lo stesso Pex (arrivato terzo dopo un ottimo fine settimana) mi ha detto a fine gara che era impressionato dai miei primi giri. Dopo i primi giri sono andato “in gestione”, cercando di ingrassare il motore e non andare al limite per mantenere tutto fresco. Ho gestito il distacco e ho tenuto sotto d’occhio il sopravanzare di Gustafsson. Quando il distacco è sceso sotto il secondo ho reiniziato a spingere di nuovo. Lui ovviamente standomi dietro aveva maggiori riferimenti e andava un mezzo decimo/ un decimo più veloce di me, ma alla fine giravamo praticamente uguali.»
Quindi hai gestito con Gustafsson?
«Sì, lui sarebbe stato l’unico insieme a Denner che poteva crearci qualche problema per arrivare alla vittoria. Denner si è fermato, mentre Gustafsson partiva dodicesimo. Ha avuto vantaggio nelle prime fasi di gara guadagnando posizioni in maniera “facile”, anche perché in questo tipo di gare difficilmente si arriva a podio partendo dodicesimi, anche se si va più forte. Ad ogni modo ha fatto una bellissima gara.»
Credi sia stato decisivo il primo giro con quel cambio di linea esterno-interno?
«Sicuramente! Mi ha messo in una posizione più tranquilla nei primi giri, senza che gli altri potessero avere la possibilità di attaccarmi. I primi 2-3 giri sono stati cruciali! Essere davanti con pista libera ha dato un ulteriore vantaggio alla nostra velocità.
Ti aspettavi di vincere il Mondiale?
«Veramente sì! Con il team e con i motoristi abbiamo lavorato molto bene, provando molto di più rispetto all’anno scorso proprio per cercare la migliore performance, anche con i motori. Siamo partiti con l’idea che saremmo stati sicuramente competitivi. Vincere poi non è mai facile e fare un pronostico è praticamente impossibile, ma sapevamo di essere protagonisti.
L’anno scorso hai vinto l’Europeo, quest’anno il Mondiale…quali altri obiettivi vuoi darti? Pensi anche ad altre categorie visto che comunque hai vinto un Campionato Italiano in KF3 e andavi forte anche in KF2?
«Direi che di obiettivi arrivati a questo punto ce ne siano pochi per quanta riguarda il karting da pilota: ho vinto un Italiano, un Europeo e un Mondiale. Non si può ottenere di più se non ripetersi! Ovviamente come team ci riproveremo l’anno prossimo, pensando anche ai nostri team satelliti. Quest’anno abbiamo fatto un lavoro molto buono anche in KZ2, dove Powell infatti è arrivato secondo, con giro più veloce in gara del nostro Nakamura-Berta. Anche Stell, pilota di un nostro team satellite, è andato molto bene facendo la pole di gruppo e sarebbe arrivato in top-five se non avesse avuto un problema tecnico nella super heat. Il pacchetto KR-Iame ha funzionato insomma. Sul correre in altre categorie non credo francamente. L’anno scorso mi era stata data la possibilità di correre in OK, facendo due pole position su tre gare e terzo di gruppo al Campionato del Mondo. La performance c’era, ma essendomi staccato da tanto dalle categorie monomarcia, la mia gestione di gara non è ottimale. Per poter competere dovrei correrci in maniera costante.»
Continuerai a correre in stile Forè o hai in mente qualche svolta professionale per il futuro?
«Attualmente già faccio altro rispetto al mero pilotaggio: seguo due ragazzi provenienti dal Sudafrica, due giovani leve a cui sto cercando di trasmettere la passione per il kart e farli migliorare il più possibile in questo ambito. Loro credo avranno anche la possibilità di andare a correre in macchina. La mia idea è di fare il coach driver in modo da trasferire la mia conoscenza a chi ne ha bisogno, come ragazzini alle prime armi. Magari in futuro penso che potrei avere anche un mio team, ma attualmente non è nei miei piani. Non credo però di correre come Forè fino a 50 anni! Certo bisogna distinguere il professionismo dal divertimento, ma non credo che avrò un volante tra le mani a quella età…ma mai dire mai!»