Partenza a spinta: la parola ai coach

- Primo Piano
Abbiamo coinvolto, sul tema della ripartenza degli OK, piloti di diverse generazioni, preparatori e coach driver. Il denominatore comune è la preparazione, aspetto che forse nelle nuove generazioni di piloti passa in secondo piano anche perché molto giovani. Interessanti anche alcune considerazioni sull’importanza del briefing pre-gara… (fm)

«C’e da dire che quando spingevo io il Formula Super A, il massimo del kart all’epoca, parliamo di 135 kg da regolamento, oggi si viaggia su altri pesi, oltretutto con piloti molto più giovani e che spesso non hanno la forza necessaria. Poi allora il kart lo prendevi dal paraurti di ferro, lo tenevi alzato e poi lo sbattevi giù e quasi sempre partiva. Oggi con il paraurti in plastica è difficile anche solo prenderlo nel modo giusto. Dipende anche da come ti giri poi, se si svuota il carburatore etc. Senza intervenire sui mezzi, il lavoro va fatto con i piloti. Il pilota che seguo in OK sa partire, ma perché gliel’ho insegnato, perché ci alleniamo a partire e anche perché si usa la levetta. Forse mi ripeto, ma questo piloti sono molto giovani ancora e il kart è davvero pesante: questo è il fattore chiave...» (Alessandro Manetti – Pilota e preparatore)

«Una volta probabilmente era più facile ripartire, però secondo me torniamo allo stesso discorso che spesso abbiamo fatto sul monomarcia di oggi e quello di allora: eravamo gente di 20-22 anni con più forza nelle braccia-gambe e allenati, atleti veri. A 14 anni che fisico puoi avere? A livello muscolare il muscolo è quello che è. Quando ero giovane si spendeva del tempo per imparare a spingerlo, ora non si fa. Ogni tanto il meccanico glielo fa fare, ma non sempre ci riescono, quindi un programma mirato per imparare in pista come una volta non si fa più. Io una volta mi allenavo tutto il giorno simulando un testacoda ogni 3-5 giri: scendevo, accendevo e ripartivo. E lo faccio ancora ogni tanto! » (Davide Forè - Pilota e Coach driver)

«Mi dispiace dirlo, ma l’incidente di Turney è uno sfortunato caso a sé. Il pilota ha rimesso in moto il kart sull’esterno della curva, cosa che non andrebbe mai fatta perché troppo pericolosa, e comunque nel nostro sport una componente di pericolo c’è sempre. Se fai la manovra dalla parte giusta, all’interno della curva, non si pone il problema. Poi è vero che i ragazzi, soprattutto nella Junior, sono ancora troppo gracili per il riavvio del kart da soli. Un primo modo di responsabilizzare i ragazzi è quello di rendere più partecipi i piloti dei briefing: ragazzi il briefing non è un semplice ripasso dei colori delle bandiere. Si dovrebbero affrontare temi specifici, prima di tutto sulla sicurezza anche a seconda del tracciato in cui si corre o a fronte di determinate criticità, cercando di prevenire comportamenti inconsapevolmente pericolosi, oggi come oggi il briefing è una parte delle gare che è data spesso per scontata e non c’è sufficiente attenzione. In aggiunta proporrei qualcosa di simile a ciò che accade nel motociclismo, dove ai marshall è consentito di aiutare il pilota far ripartire la moto. Se ci si pensa, il tentativo - spesso vano - del pilota, dura alla fine circa 20/25 secondi e in quel lasso di tempo, il gruppo si sta già riavvicinando in velocità al giro successivo. Ciò ritarda anche la rimozione del kart che avviene proprio quando il gruppo è ormai a ridosso del kart fermo sulla pista, e in quel frangente vediamo spesso i marshall rimuovere in maniera goffa e pericolosa i mezzi. A loro va riconosciuta grande gratitudine, perché spesso sono in pista per passione, però è giusto che siano formati correttamente dagli organizzatori delle gare così che ogni evenienza, anche quelle in cui il pilota deve ripartire, sia gestita in sicurezza.» (Lorenzo Travisanutto – Pilota e Coach driver)

«E’ una questione di esperienza, spingere il kart è possibile, anche se sei giovane e corri nella Junior. Per fare l’esperienza, però devi allenarti, almeno un giorno intero ogni tanto va dedicato a questo aspetto. Lo vedi anche da come i piloti si comportano in pre-griglia: ci sono quelli che ‘aiutano’ il meccanico a spingere e saltano sopra al kart, ci sono quelli che stanno seduti e aspettano la spinta. E’ molto importante che il pilota voglia imparare: una volta fatta pratica spingendo insieme al meccanico si impara a coordinarsi nei movimenti, dato che è comunque un gesto non semplice atleticamente. Poi si può iniziare da soli, non si può improvvisare in gara, diventa pericoloso. I piloti che io seguo come Bondarev e Dubnitsky sono assolutamente autonomi nelle ripartenze perché ci siamo presi il tempo per imparare e poi provare e riprovare fino a farlo senza nessun problema.» (Andriy Honta – Fondatore della scuola VIRA Racing Team)

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