Ad una certa distanza dal Mondiale di Wackersdorf, abbiamo intervistato in esclusiva i due protagonisti d’eccezione della KZ Master, che hanno dato vita ad un finale di gara epico. Chiedete qual è il Mondiale di cui tutti si ricordano quest’anno: qualunque appassionato vi risponderà: Forè contro Manetti. (fm)
Raccontaci prima di tutto il pre-mondiale di Wackersdorf, affrontato all’indomani di un infortunio tanto singolare quanto invalidante per un kartista: l’aggressione di un cinghiale e la impressionante ferita al costato…
«La mia condizione psico fisica prima del fattaccio con il cinghiale era perfetta, io stesso mi ero meravigliato della condizione raggiunta, davvero – nonostante l’anagrafe la mia idea era che il Mondiale lo dovevo vincere. L’incidente mi ha buttato molto giù, credici: il mio primo pensiero, nonostante avessi appena rischiato la vita e mi stessero caricando in ambulanza è stato: “il mio Mondiale!!”. Ora ci rido sopra ma è stato drammatico: eravamo due domeniche prima del mondiale (27/8 n.d.r.) e sono stato ricoverato in ospedale dalla domenica al giovedì. Ho subito una operazione in anestesia totale con 4 fiale di morfina per ricucirmi dentro e fuori, dato che c’erano state delle lesioni muscolari e ai tessuti fatte dalle zanne del cinghiale e un pneumatorace. Il sabato, quindi due giorni dopo, ero in pista. Ero sotto antibiotici e antidolorifici ma pensa che ho interrotto tutto prima per non avere rogne poi con i controlli anti-doping, o che mi destabilizzassero ulteriormente etc..»
C’è stato il serio rischio di non correre in Germania: quando hai capito che l’intero weekend di gara era fisicamente alla tua portata? Hai limitato i turni di prove libere quando possibile? Come hai amministrato la tua “ferita” nel corso del weekend?
«Quando sono salito sul kart il giovedì, sinceramente, ero un po’ giù di corda e ho pensato di non farcela. Ho fatto comunque il secondo tempo a qualche centesimo dal primo ma solo perché fai conto che ho trovato traffico, mi è scocciato molto non fare il primo tempo perché è sempre stata una mia ossessione: fare il primo tempo (e ride), altrimenti io mi inca*** . Poi c’è stato il venerdì, la prima manche e lì c’è stato un ‘click’ nella testa: è cambiato tutto, l’ho vinta e pensa che mi sono preso una penalità assurda, ho preso 5 secondi dai commissari che poi mi hanno impedito di vincere, alla fine. Una penalità davvero incomprensibile e che anche guardando le immagini non si spiega.»
Venendo alla parte sportiva: eri più che mai determinato a vincere, c’è mancato davvero un pelo. Quali sono stati i momenti chiave del weekend? Della gara? Cosa ha fatto la differenza secondo te?
«Allora diciamo una cosa: la penalità nella prima manche che ho vinto mi ha messo fuori gioco perché nella manche che ho vinto davanti a Forè, gli ho dato 1 secondo e 7 in dieci giri. Se fossi partito davanti in finale lui prendeva un rettilineo di distacco. Nella super Heat l’ho battuto. Detto questo, nello specifico del fine gara, appena gli sono arrivato dietro Forè ha iniziato ad entrare molto stretto in tutte le curve per difendersi ma io ero tranquillo in quel momento perché potevo tirare un respiro di sollievo dopo la rimonta anche se avevo le gomme ormai andate e il kart che scivolava dappertutto. Ripeto ero tranquillo perché sapevo che prima o poi, a forza di chiudere avrebbe comunque fatto un errore, magari mettendo le ruote nello sporco.»
La battaglia con Forè ha avuto qualche momento di “tensione” ma è classificabile tra le bagarre corrette in uno sport come il nostro. Alla luce di quanto accaduto a Franciacorta in OK, che differenza noti tra il duello fra te e Davide e quello fra Gomez e Turney?
«Diciamo una cosa: se io non avessi frenato quando ha chiuso, finiva come Gomez e Turney. Onore al campione, ok, ma per me il suo gesto non è stato sportivo, l’hanno visto in tanti e quello che è successo è ben evidente, lui lo sa che manovra ha fatto. Io da pilota più ‘vecchio’ non ho messo fine alla gara di entrambi come è successo ai ragazzi più giovani a Franciacorta in OK, ma se guardate le immagini la curva dopo, che lui era uscito male dalla curva, mi ha apertamente dato una ruotata. La differenza tra noi e l’OK l’ha fatta che io ho alzato il piede. Se fosse stato l’ultimo giro forse non avrei alzato il piede, probabilmente. Io dopo il contatto ho perso un secondo, e un secondo lo perdi con una sportellata, non andando nello sporco. Poi io ho recuperato nuovamente tutto lo svantaggio fino all’arrivo, quando ancora lui si è difeso. Io ho rincorso il mio mondiale, dall’incidente col cinghiale al traguardo, lui l’ha difeso fino all’ultimo. Io non ce l’ho con Davide, ma come è andato il finale di gara lo hanno visto tutti. Il mio kart me lo sono portato a casa perché per me è un ricordo e le carene sono segnate dal suo cerchio, punto. Questo Mondiale me lo sono fatto da solo: per un mese ho fatto il pilota e ho fatto il motorista: mi sono assemblato tutto, carburatori, motori e tutto quello che è servito per fare questo Mondiale. Pilota Crg ma che ha gestito i motori Tm di tasca sua e che si è gestito autonomamente, con le proprie risorse.»
La domanda è d’obbligo: ci riproverai nel 2024? Ci sarà modo di vederti sul kart l’anno prossimo?
«La passione di fare i motori l’ho sempre avuta, KZ o come avevo anche quando avevo i miei piloti Minikart. Da qui a dire che farò il Mondiale non so, farò il possibile per fare l’Europeo – mi pare di aver capito che ci sarà l’Europeo Master. Su questo mi permetto di dire che la master dovrebbe essere over 40: io l’anno prossimo avrò 52 anni, correre contro un ragazzino di 35, insomma...»
Veniamo ad un’analisi un po’ più d’insieme sul karting di oggi. Lo vivi da ormai tanti anni sotto alla tenda e quest’anno c’è stata anche una parentesi al volante. Cosa ti piace del karting di oggi e cosa secondo potrebbe e dovrebbe essere rivisto? Chiaramente nei tuoi confronti questa domanda assume un valore particolare dato che rappresenti con Davide e tanti altri un periodo da molti rimpianto.
«Dopo 35 anni di karting, penso ci poter dire la mia: ho notato un grande peggioramento tra i commissari di gara: arroganti e maleducati – puoi scriverlo. Le penalità inflitte a me e ad altri piloti sono assurde: quando hanno penalizzato me per la ‘falsa partenza’ c’era un altro pilota, Newmann, e anche lui non sapeva spiegarsi, di fronte alle immagini inequivocabili, perché mi avesero dato una penalità. Come la penalità per assurdi motivi che avevano dato anche a lui...peraltro. Io ho vinto tutte le manche, e sono l’unico. Ho vinto la super heat e sarei dovuto partire primo. Poi in Finale, quando un pilota a seguito di un contatto perde un secondo per una ruotata c’è qualcosa che al Direttore di gara è sfuggito. Se dobbiamo pensare a cosa è migliorato beh, la tecnologia oggi permette di fare delle cose a livello organizzativo che non è paragonabile al kart di una volta. Tuttavia mi ripeto, io penso che la FIA dovrebbe investire un po’ nella qualità dei commissari. Le case soldi ce ne mettono tanti, sarebbe ora che anche la FIA li spenda nella formazione dei commissari – vedendo anche situazioni come quella di Turney, che con dei commissari più all’altezza si poteva evitare...»
Qualche tempo fa ci parlasti delle gomme da 6” come possibile modifica regolamentare per rendere la guida più “selettiva” nella KZ. In quale modo secondo te questo potrebbe fare della KZ una vera e inattaccabile Top Class del karting?
«La KZ1 va resa più difficile, non esiste che la sola differenza con la KZ2 siano quei 5 kg. di peso. Perché non la rendiamo una categoria unica, in cui è il ‘campione’ fa la differenza? Con le 6”, per cui l’ultimo anno fu il 1993, verrebbe fuori una differenza tra i piloti di guida, di gestione della gara che solo in pochi potrebbero mostrare e nel kart avremmo davvero una categoria di livello altissimo, per piloti e mezzi. Si potrebbe fare una classe con gomma libera da 6” – in fin dei conti basta fare un po’ di test pensando che tra un superkart e un KZ ci sono delle differenze di peso e di velocità massima - verrebbe fuori uno spettacolo, credimi.»
«La mia condizione psico fisica prima del fattaccio con il cinghiale era perfetta, io stesso mi ero meravigliato della condizione raggiunta, davvero – nonostante l’anagrafe la mia idea era che il Mondiale lo dovevo vincere. L’incidente mi ha buttato molto giù, credici: il mio primo pensiero, nonostante avessi appena rischiato la vita e mi stessero caricando in ambulanza è stato: “il mio Mondiale!!”. Ora ci rido sopra ma è stato drammatico: eravamo due domeniche prima del mondiale (27/8 n.d.r.) e sono stato ricoverato in ospedale dalla domenica al giovedì. Ho subito una operazione in anestesia totale con 4 fiale di morfina per ricucirmi dentro e fuori, dato che c’erano state delle lesioni muscolari e ai tessuti fatte dalle zanne del cinghiale e un pneumatorace. Il sabato, quindi due giorni dopo, ero in pista. Ero sotto antibiotici e antidolorifici ma pensa che ho interrotto tutto prima per non avere rogne poi con i controlli anti-doping, o che mi destabilizzassero ulteriormente etc..»
C’è stato il serio rischio di non correre in Germania: quando hai capito che l’intero weekend di gara era fisicamente alla tua portata? Hai limitato i turni di prove libere quando possibile? Come hai amministrato la tua “ferita” nel corso del weekend?
«Quando sono salito sul kart il giovedì, sinceramente, ero un po’ giù di corda e ho pensato di non farcela. Ho fatto comunque il secondo tempo a qualche centesimo dal primo ma solo perché fai conto che ho trovato traffico, mi è scocciato molto non fare il primo tempo perché è sempre stata una mia ossessione: fare il primo tempo (e ride), altrimenti io mi inca*** . Poi c’è stato il venerdì, la prima manche e lì c’è stato un ‘click’ nella testa: è cambiato tutto, l’ho vinta e pensa che mi sono preso una penalità assurda, ho preso 5 secondi dai commissari che poi mi hanno impedito di vincere, alla fine. Una penalità davvero incomprensibile e che anche guardando le immagini non si spiega.»
Venendo alla parte sportiva: eri più che mai determinato a vincere, c’è mancato davvero un pelo. Quali sono stati i momenti chiave del weekend? Della gara? Cosa ha fatto la differenza secondo te?
«Allora diciamo una cosa: la penalità nella prima manche che ho vinto mi ha messo fuori gioco perché nella manche che ho vinto davanti a Forè, gli ho dato 1 secondo e 7 in dieci giri. Se fossi partito davanti in finale lui prendeva un rettilineo di distacco. Nella super Heat l’ho battuto. Detto questo, nello specifico del fine gara, appena gli sono arrivato dietro Forè ha iniziato ad entrare molto stretto in tutte le curve per difendersi ma io ero tranquillo in quel momento perché potevo tirare un respiro di sollievo dopo la rimonta anche se avevo le gomme ormai andate e il kart che scivolava dappertutto. Ripeto ero tranquillo perché sapevo che prima o poi, a forza di chiudere avrebbe comunque fatto un errore, magari mettendo le ruote nello sporco.»
La battaglia con Forè ha avuto qualche momento di “tensione” ma è classificabile tra le bagarre corrette in uno sport come il nostro. Alla luce di quanto accaduto a Franciacorta in OK, che differenza noti tra il duello fra te e Davide e quello fra Gomez e Turney?
«Diciamo una cosa: se io non avessi frenato quando ha chiuso, finiva come Gomez e Turney. Onore al campione, ok, ma per me il suo gesto non è stato sportivo, l’hanno visto in tanti e quello che è successo è ben evidente, lui lo sa che manovra ha fatto. Io da pilota più ‘vecchio’ non ho messo fine alla gara di entrambi come è successo ai ragazzi più giovani a Franciacorta in OK, ma se guardate le immagini la curva dopo, che lui era uscito male dalla curva, mi ha apertamente dato una ruotata. La differenza tra noi e l’OK l’ha fatta che io ho alzato il piede. Se fosse stato l’ultimo giro forse non avrei alzato il piede, probabilmente. Io dopo il contatto ho perso un secondo, e un secondo lo perdi con una sportellata, non andando nello sporco. Poi io ho recuperato nuovamente tutto lo svantaggio fino all’arrivo, quando ancora lui si è difeso. Io ho rincorso il mio mondiale, dall’incidente col cinghiale al traguardo, lui l’ha difeso fino all’ultimo. Io non ce l’ho con Davide, ma come è andato il finale di gara lo hanno visto tutti. Il mio kart me lo sono portato a casa perché per me è un ricordo e le carene sono segnate dal suo cerchio, punto. Questo Mondiale me lo sono fatto da solo: per un mese ho fatto il pilota e ho fatto il motorista: mi sono assemblato tutto, carburatori, motori e tutto quello che è servito per fare questo Mondiale. Pilota Crg ma che ha gestito i motori Tm di tasca sua e che si è gestito autonomamente, con le proprie risorse.»
La domanda è d’obbligo: ci riproverai nel 2024? Ci sarà modo di vederti sul kart l’anno prossimo?
«La passione di fare i motori l’ho sempre avuta, KZ o come avevo anche quando avevo i miei piloti Minikart. Da qui a dire che farò il Mondiale non so, farò il possibile per fare l’Europeo – mi pare di aver capito che ci sarà l’Europeo Master. Su questo mi permetto di dire che la master dovrebbe essere over 40: io l’anno prossimo avrò 52 anni, correre contro un ragazzino di 35, insomma...»
Veniamo ad un’analisi un po’ più d’insieme sul karting di oggi. Lo vivi da ormai tanti anni sotto alla tenda e quest’anno c’è stata anche una parentesi al volante. Cosa ti piace del karting di oggi e cosa secondo potrebbe e dovrebbe essere rivisto? Chiaramente nei tuoi confronti questa domanda assume un valore particolare dato che rappresenti con Davide e tanti altri un periodo da molti rimpianto.
«Dopo 35 anni di karting, penso ci poter dire la mia: ho notato un grande peggioramento tra i commissari di gara: arroganti e maleducati – puoi scriverlo. Le penalità inflitte a me e ad altri piloti sono assurde: quando hanno penalizzato me per la ‘falsa partenza’ c’era un altro pilota, Newmann, e anche lui non sapeva spiegarsi, di fronte alle immagini inequivocabili, perché mi avesero dato una penalità. Come la penalità per assurdi motivi che avevano dato anche a lui...peraltro. Io ho vinto tutte le manche, e sono l’unico. Ho vinto la super heat e sarei dovuto partire primo. Poi in Finale, quando un pilota a seguito di un contatto perde un secondo per una ruotata c’è qualcosa che al Direttore di gara è sfuggito. Se dobbiamo pensare a cosa è migliorato beh, la tecnologia oggi permette di fare delle cose a livello organizzativo che non è paragonabile al kart di una volta. Tuttavia mi ripeto, io penso che la FIA dovrebbe investire un po’ nella qualità dei commissari. Le case soldi ce ne mettono tanti, sarebbe ora che anche la FIA li spenda nella formazione dei commissari – vedendo anche situazioni come quella di Turney, che con dei commissari più all’altezza si poteva evitare...»
Qualche tempo fa ci parlasti delle gomme da 6” come possibile modifica regolamentare per rendere la guida più “selettiva” nella KZ. In quale modo secondo te questo potrebbe fare della KZ una vera e inattaccabile Top Class del karting?
«La KZ1 va resa più difficile, non esiste che la sola differenza con la KZ2 siano quei 5 kg. di peso. Perché non la rendiamo una categoria unica, in cui è il ‘campione’ fa la differenza? Con le 6”, per cui l’ultimo anno fu il 1993, verrebbe fuori una differenza tra i piloti di guida, di gestione della gara che solo in pochi potrebbero mostrare e nel kart avremmo davvero una categoria di livello altissimo, per piloti e mezzi. Si potrebbe fare una classe con gomma libera da 6” – in fin dei conti basta fare un po’ di test pensando che tra un superkart e un KZ ci sono delle differenze di peso e di velocità massima - verrebbe fuori uno spettacolo, credimi.»